Sono le nove passate,
un commando di brigatisti rossi tende un agguato in via Mario Fani ad
Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana. L'onorevole sta
recandosi a Montecitorio per il dibattito sulla fiducia al quarto
governo Andreotti, il primo con l’aperto sostegno del Pci.
L’agguato è fulmineo. In pochi istanti i brigatisti uccidono i due
carabinieri che sono a bordo dell’auto di Moro (Domenico Ricci e
Oreste Leonardi) e i tre poliziotti dell'auto di scorta (Raffaele
Jozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi). Moro viene caricato a forza
su una Fiat 132 blu.
Poco dopo, con una telefonata all’ANSA, le Br rivendicano l'azione.
Alle 10 il Presidente della Camera Pietro Ingrao sospende la seduta.
Alle 11,05, Cgil, Cisl e Uil proclamano lo sciopero generale.
Manifestazioni si svolgono in tutta Italia.
Alle 12,46 riprendono i lavori alla Camera. Il governo Andreotti ottiene
la fiducia alle 20,35: votano a favore Democristiani, comunisti,
socialisti repubblicani, socialdemocratici, demonazionali e sinistra
indipendente. Contro liberali, missini e demoproletari. Si astengono gli
altoatesini della Volkspartei. Nella notte anche il Senato vota la
fiducia.
La ricostruzione di
quei lunghissimi 55 giorni.
18
marzo: Con una telefonata al Messaggero le Br fanno
trovare il ''Comunicato n.1'', che contiene la foto di Moro e annuncia
l'inizio del suo ''processo''.
19 marzo: Dalla finestra del suo studio, papa Paolo VI
lancia il suo primo appello per la liberazione di Moro.
20 marzo: Durante il processo contro le Br in corso a
Torino, il nucleo storico dell’organizzazione rivendica la
responsabilità politica del sequestro.
21 marzo: Il governo vara un decreto antiterrorismo.
23 marzo: Il PCI approva la linea della "non
trattativa" con le Brigate rosse.
25 marzo: A Torino, Roma, Milano e Genova le Br fanno
trovare il "Comunicato n.2": "Il processo continua".
29 marzo: Il "comunicato n. 3" delle Br ha
come allegato una copia della lettera al ministro dell'Interno Francesco
Cossiga in cui Moro dice di trovarsi ''sotto un dominio pieno e
incontrollato'' e accenna alla possibilità di uno scambio. I brigatisti
scrivono di averla resa nota perché "nulla deve essere nascosto al
popolo".
30 marzo: La direzione DC decide di respingere ogni
forma di trattativa.
2 aprile: Nuovo appello, durante l'Angelus, di Paolo
VI. Si svolge vicino a Bologna la famosa quanto incredibile ''seduta
spiritica'', alla quale partecipa Romano Prodi, nel corso della quale
emerge il nome "Gradoli".
4 aprile: Arriva il "Comunicato n. 4", con
copia della lettera al segretario della Dc Benigno Zaccagnini.
6 aprile: Le Br fanno pervenire alla moglie di Moro una
lettera in cui il presidente Dc la invita a far pressioni contro la
linea della fermezza.
7 aprile: Il quotidiano Il Giorno pubblica una
lettera indirizzata da Eleonora Moro al marito in cui si dissocia dalla
"linea dura". Il segretario della DC Zaccagnini in tv
ribadisce: ''nessuno scambio''.
8 aprile: la polizia intercetta una lettera di Moro
alla moglie.
10 aprile: Le Br recapitano il ''comunicato n.5'' e una
lettera di Moro al sen. Paolo Emilio Taviani, che contiene forti
critiche per il destinatario.
15 aprile: Il ''Comunicato n.6'' annuncia la fine del
''processo popolare'' e la condanna a morte di Aldo Moro.
17 aprile: Amnesty International offre la sua
mediazione. Il segretario dell'Onu Kurt Waldheim lancia il suo primo
appello per la liberaqzione di Moro.
18 aprile: grazie ad una stranissima infiltrazione
d'acqua, viene fatto scoprire un appartamento in via Gradoli 96 dove le
Brigate Rosse hanno allestito un loro covo. A Roma viene trovato il
''comunicato n.7'' in cui si annuncia l'avvenuta esecuzione di Moro e
l'abbandono del corpo nel Lago della Duchessa. Il comunicato è falso: a
preparalo, in maniera grossolana, è stato probabilmente Tony
Chicchiarelli, un falsario con legami nella ''banda della Magliana''.
20 aprile: Le Br fanno trovare il vero ''Comunicato
n.7'' a cui e' allegata una foto di Moro ritratto con una copia di ''Repubblica''
del 19 aprile. Zaccagnini riceve una lettera in cui Moro lo rimprovera
della sua ''intransigenza''.
21 aprile: La direzione della DC ribadisce la ''linea
dura'', ma la famiglia Moro le chiede di accettare le condizioni delle
Br. La direzione del PSI, invece, all'unanimità, si dice favorevole
alla trattativa.
22
aprile:
Nujovo appello di Paolo VI agli ''uomini delle Brigate rosse'' perché
liberino Moro ''senza condizioni''.
24 aprile: Il 'Comunicato n.8' delle Br chiede in
cambio della vita di Moro la liberazione di 13 Br detenuti, tra cui
Renato Curcio. Zaccagnini riceve un'altra lettera di Moro, che chiede
funerali senza uomini di Stato e politici.
25 aprile: Nuovo appello di Kurt Waldheim alle Brigate
rosse.
29 aprile: lettere di Moro sono recapitate al
presidente della Repubblica Leone, del Senato Fanfani, della Camera
Ingrao, nonché a Craxi, Piccoli, Pennacchini, Dell' Andro, Andreotti e
Tullio Ancora.
30 aprile: Moretti telefona a casa Moro e dice che solo
un intervento di Zaccagnini, immediato e chiarificatore, può salvare la
vita del presidente Dc.
2 maggio: Craxi indica a Zaccagnini i nomi di due
terroristi ai quali si potrebbe concedere la grazia per motivi di
salute.
5 maggio: Andreotti ripete il ''no alle trattative''.
Un'ora dopo arriva il ''Comunicato n. 9'': ''Concludiamo la battaglia
cominciata il 16 marzo, eseguendo la sentenza a cui Aldo Moro e' stato
condannato''. Sarà l’ultimo comunicato dei sequestratori. Ultima
lettera di Moro alla moglie: ''... mi hanno detto che tra poco mi
uccideranno. Cara Norina, ti bacio per l'ultima volta''.
8 maggio: Il presidente del Senato Fanfani viene
incaricato di fare un discorso ''aperto alla trattativa'' durante la
direzione DC del 9 maggio.
9 maggio: In via Michelangelo Caetani (a meta' strada
tra la sede della DC e quella del PCI), nel portabagagli di una Renault
R4 rossa, viene fatto trovare il corpo senza vita di Moro. Il presidente
democristiano è stato ucciso poco prima a colpi di pistola da Mario
Moretti nel garage di via Montalcini, il covo usato dai brigatisti come
''prigione del popolo''.
Per
saperne di più: www.stragiditalia.it