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"È fuori di sé" |
Ileana Mortari Pubblicato in data 8/6/2018 ● FUORI PORTA WEB © 2000
[di Mons. Antonio Riboldi] - Leggendo il Vangelo che la Chiesa propone oggi,
si resta abbagliati dall'azione di salvezza di Gesù. Dentro di Lui vi è il fuoco
dell'amore verso noi poveri uomini. Non riesce a restare indifferente di fronte
alla gente che vive trascinandosi penosamente nei panni di ogni tipo di
sofferenza, da quella fisica a quella ancora più grande ed invisibile, quale è
la sofferenza interiore. Ieri, come oggi. Facile trovare piaghe da fasciare, o
lacrime da asciugare; difficile trovare chi abbia il coraggio che è la forza
vera della carità, di farsi vicino e fasciare le piaghe, o farsi riempire occhi
e cuore dalle lacrime perché torni il sorriso.
Il Vangelo narra letteralmente: "Gesù venne con i suoi discepoli in una casa e
si radunò di nuovo attorno a Lui molta folla, al punto che non potevano neppure
prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo:
poiché dicevano: "E' fuori di sé" "Giunsero sua madre e suoi fratelli e, stando
fuori, lo mandarono a chiamare. Gli dissero: "Ecco, tua madre è fuori e ti
cerca". Ma Gesù, girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno,
disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è
mia madre e mio fratello" ( Mc. 3,20-35 ).
Un "Vangelo duro", ma necessario. Un "Vangelo" che mette in primo luogo
annunciare con le parole e con le opere quanto Dio ci ama e incoraggiare a
compiere la Sua volontà, e poi tutto il resto, compresi gli affetti più cari,
come la mamma.
Ci vuole davvero un grande coraggio: il coraggio che solo un cuore pieno di
amore non solo sa avere, ma non può frenare.
Ci rendiamo conto tutti del malessere del mondo che può facilmente degenerare in
un immane dolore: ancora più grande, se possibile, di quello che c'è.
Anche Papa Giovanni Paolo II° andava diritto, con coraggio, come Gesù, alla
causa del malessere, indicandone la cura, come buon Samaritano: "Nel nome del
rispetto dei diritti umani, nel nome della libertà, uguaglianza e fraternità,
nel nome della solidarietà interumana e dell'amore grido: "Non abbiate paura,
aprite le porte a Cristo!"
E con coraggio: "Non sarà che dopo la caduta di un muro, quello visibile, ve ne
sia un altro, quello invisibile, che continua a dividere il nostro continente -
il muro che passa attraverso il cuore degli uomini? E' un muro fatto di paura e
di aggressività, di mancanza di comprensione per gli uomini di diversa origine,
di diverso colore della pelle, è il muro dell'egoismo politico ed economico,
dell'affievolimento della sensibilità riguardo al valore della vita umana e alla
dignità di ogni uomo.
Non ci sarà l'unità dell'Europa fino a che essa non si fonderà nell'unità dello
"spirito". Di fronte al coraggio della carità, che tante volte arriva al
martirio, è facile incontrarsi con la vigliaccheria umana che ripete le parole
dei parenti di Gesù: "E' fuori di sé". Una frase che si ripete ogni volta
qualcuno di noi esce dalla massa che ama "il non muovere la quiete dell'acqua",
assoggettandosi così al malessere e va controcorrente. Quante volte io stesso mi
sono sentito investire da questa frase, ogni volta che non accettavo ingiustizie
o illegalità. Un giorno se ne accorse mia madre che con un coraggio incredibile,
fiutando i pericoli che correvo disse: "Tu sai quanto ti voglio bene: ma
preferisco mi si dica che sei stato ucciso, al vederti fuggire dalla tua
missione, sotto ogni aspetto".
Ed oggi è davvero l'ora del coraggio: coraggio di "tirarsi fuori dal malessere
della massa" che è una palude che inghiottisce senza più restituirti alla vita,
e seguire, annunziare la verità: ancora più non frenare le mani ed i piedi nella
corsa verso chi soffre, chiunque esso sia, lasciando magari sul posto della
carità, anche la propria fama, la propria carriera, il proprio profitto,
sentendosi gridare dietro le spalle: "E' fuori di sé". Come Gesù. Come i santi
di cui il mondo ha bisogno. |
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