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Pubblicato in data 24/11/2016 ● Click 2732

Cronaca del furto della statua di S. Adamo nel 1885


Antonio Sisto © FUORI PORTA WEB

CORRISPONDENZE DELLA PROVINCIA

Mentre ci gode l’animo smentire la notizia corsa su qualcuno d’Agnone, che si diceva esser implicato nel furto di S. Adamo in Guglionesi, pubblichiamo la seguente corrispondenza:

Guglionesi, 13 Giugno 1885
Il giorno 1 giugno in questo Comune si apre la festa di S. Adamo, protettore del paese, e si chiude il giorno 3. La festa si celebra con una pompa veramente grande, entusiastica, da stare a petto a moltissime altre feste religiose di città.
Vi intervennero forestieri in gran numero, attirati specialmente, io credo, per sentire ed ammirare tre magnifiche bande musicali: quella, cioè, di Orsogna, quella di Orsara Apoli e la terza di Barletta.
La chiesa, riccamente parata, sempre piena, specialmente nelle sere che vi si fecero le abbaglianti illuminazioni, mentre le bande eseguivano stupendi pezzi di musica. La sera del 3, dopo i soliti fuochi pirotecnici, suonarono fino alle due dopo mezzanotte, e tutto procedè per bene, appuntino, senza che la P.ᶺ S.ᶺ avesse potuto nulla da ridire, sull’ordine e la regolarità di tanto popolo, indigeno e forestiero.
La statua di S. Adamo, ch’ è a mezzo busto e d’argento, è tenuta in gran pregio e venerazione dai Guglionesani. Pesa 49 libre; fu fatta fin dal 1729 con una pregevolezza di arte veramente ammirevole.
Fatto sta che sull’albeggiare del giorno successivo, 4, recatosi il sacrestano a suonare mattutino, questi ebbe l’inaudita sorpresa di non trovare il santo protettore; credendo, quindi, più ad un trafugamento di malevoli profani, che ad un miracolo del santo, ascende, esterrefatto, il campanile ed incomincia a sbatacchiare la campana più grossa. Ton ton, ton ton: in un attimo tutto il popolo si agglomera nella chiesa, gridano all’ armi, minacciano, imprecano; il brigadiere dè R. Carabinieri con le guardie forestali percorre le strade e stradette del paese, ed è seguito e preceduto da un numero strabocchevole di gente ch’è al colmo del furore.
A un certo punto si scorgono due sfaccendati ambulanti, dal passo incerto, e dalla cera sospetta, venuti alla festa ad ispillare soldi alla barba dei gonzi o dei semplici, mediante quel gioco detto ordinariamente Rolina.Il sospetto cade su di essi, e vengono arrestati. Seguirono a questi altri quindici arresti. – Un tale Gallucci Vincenzo e sua moglie Filomena Voca, ritenuti quasi certo complici del furto, stavano sulla negativa; però la loro figlia diede indizii interessanti, dicendo che il santo era stato sotterrato, ma a pezzi, sotto un letamaio in campagna. Ma la Giustizia non ci credette. Io allora invitai il procuratore del santo di farmi verificare, con esperimenti, una porzione del concime, entro cui erano stati nascosti e poi nuovamente trafugati i pezzi di S. Adamo.
E difatti il giorno 8, esaminato, nella mia officina, un due some di quel concime, ottenni, dopo non lieve diligenza ed accuratezza, il risultato che m’aspettavo: alcuni pezzetti d’argento. Da questo son venuti altri schiarimenti.
Il popolo intanto è fortemente irritato e ne ha ben donde.
Questa notte alle 2, il paese rintronava dal suono delle campane, dalle grida ed imprecazioni di una gran turba popolare, la quale pretenderebbe fare giustizia sommaria, massacrando tutti quanti i detenuti. Qualcuno ha sparato pare un colpo di fucile contro la prigione. E i prigionieri han pregato il popolo che avesse smesso quelle minacce, promettendo che a giorno confesserebbero tutto.
L’indomani, dopo l’esame del Giudice Istruttore, degli arrestati otto sono stati messi in libertà. Nessuno del paese risulta finora implicato in questa brutta matassa. E’ constatato che il Gallucci e la moglie, con altri, gente girovaga e rolinista, debbano rispondere della grave e sacrilega accusa che lor pesa sulla coscienza, sebbene si tengano ancora sul diniego, con un cinismo davvero ributtante!

V. APPUGLIESE
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Dal Periodico Politico, Amministrativo e Letterario “Aquilonia” del 17 giugno 1885, n° 12, pagina 2 pubblicato ad Agnone.
Guglionesi 23 novembre 2016 Antonio Sisto


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