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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 28/8/2017 ● Click 1172

Il male dell'anima... un dramma sociale


Lucia Lamanda © FUORI PORTA WEB

Quando qualcosa del meraviglioso ingranaggio quale è il corpo umano si inceppa e non lo fa funzionare più correttamente, ci si rivolge al medico di famiglia o ad uno specilista.Ma cosa succede quando ad ammalarsi non è più solo il meccanismo meccanico ma qualcosa di molto più delicato e complicato come l'anima? Tendenzialemente si ha l'idea che corpo ed anima siano a sé stanti senza considerare che sempre più spesso il malessere dell'uno influisce sull'altro. Purtroppo però non sempre è facile capire e riconoscere il "male dell'anima" neppure a chi , in silenzio, avverte un forte senso di disagio interiore a cui non sa associare motivi e nome.
È difficile capire cosa incide ed influisce sull'anima tanto da re nderla cosi insofferente fino a portarla ad un totale abbandono e, in casi più gravi , a scegliere la morte come risoluzione. Quando si giunge a conclusione che qualcosa interiormente non va , si cerca di provare a dare una spiegazione logica richiedendo l'aiuto di un dottore , specialista nello studio di tutto ciò che riguarda la mente. Uno psicologo, un terapeuta.Ma la scienza si limita a guarire ciò che non funziona tecnicamene ,a scoprire ciò che ha innescato una malattia , a ripristinare "la macchina" insomma. Ma , sfortunatamente non è in grado, almeno per ora , di guarire le "ferite dell'anima".
Chi soffre quotidianamente di questo malessere , vive una costante e dolorosa esistenza. Molteplici posso esserne la causa. La privazione di un affetto , qualunque ne sia la ragione.L'assenza di stima da parte di chi dovrebbe rappresentare per prima una fonte inesaurubile di certezze e considerzione, la propria famiglia. La desolazione completa in una situazione di solitudine affettiva nonostante si è circondati da persone alle quali però restiamo completamente indifferenti. Ci si sforza di riuscire a farsi notare ad ogni costo , anche con i modi peggiori.Ma si è troppo presi da se stessi , dal lavoro, dalla vita quotidiana per accorgersi di chi cerca conforto, sostegno e considerazione. Basterebbe cosi poco ..
Provare per un istante ad indossare i panni di quelle persone che a nostro avviso e molto superficialmente, classifichiamo come depressi, esauriti o psicologicamente instabili.
Si incappa sovente in questo equivoco , quello di associare la solitudine interiore a qualcosa di diverso, semplicemente perché non si è capaci di comprendere ciò che va oltre la conoscenza , la possibilità di superare i limiti e le regole del pragmatismo .&nbs p; Per cui tutto ciò che non ha una spiegazione logica, una cura o un nome ben definito , ci lascia inizialmente sorpresi fino a che non lasciamo che l' imprevedibile risulti addirittura inesistente. Non sarà d'accordo con questo pensiero chi giornalmente vive, professionalmente ,queste problematiche diventate ormai di routine. Un caso come un altro. Ma, da semplice essere umano, cattolico e credente, mi piace ricordare che prima ancora di essere semplici individui dotati di un contenitire , il corpo umano, siamo "ESSENZA" . La stessa generata dal respiro di Dio .. L'anima (dal greco" ànemos" , soffio, vento), è la parte eterna e spirituale di ogni essere umano .Non si può curarla se prima non si riconosce la sua esistenza come dono di Dio.

Il modo in cui lo spirito è unito al corpo non può essere compreso dall’uomo e, tuttavia in questa unione consiste l’uomo.
(Sant’Agostino)


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