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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 13/1/2018 ● Click 1057

Nadia Urbinati, Professore alla Columbia University: Post degli amici (Facebook)


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

Oggi nella rubrica “Post degli amici” Nadia Urbinati precisa: <<chi è responsabile del “suicidio” della sinistra in Lombardia se non chi ha scelto di candidare Gori ? Non c’erano altri candidati ? Il Segretario del pd sa che i simboli sono un fattore politico importante ? E Gori è un simbolo del berlusconismo. Qui sta la causa del “suicidio” non in chi rifiuta di ignorare chi cosa simboleggia Gori>>. Ferfettamente d’accordo da parte di chi scrive queste note.

Sempre nella rubrica “Post degli amici” (Pietro Di Tomaso < Fuoriportaweb, 10 dicembre 2016) si può leggere: “Purtroppo la sinistra sta scivolando dalla social-democrazia al social-liberismo” (così Anne Hidalgo, sindaca della capitale francese). <<I valori principali della sinistra autentica – sottolinea Eugenio Scalfari – sono quelli dell’eguaglianza, della libertà e della dignità. Il resto è trasformismo, privilegi, clientele, malaffare. Oppure autoritarismo se non addirittura dittatura: uno comanda, gli altri obbediscono… >> (cfr. Repubblica, 18 ottobre 2015). Molti del Pd restano renziani e dicono che quella di Renzi è la sinistra moderna. Ciò detto, a mio avviso Renzi è un neo-liberista. Preliminarmente occorre un chiarimento. Il liberalismo viene spesso confuso con il liberismo; diciamo dunque con il professor Giovanni Sartori che il ‘liberalismo’ è nozione politica e il ‘liberismo’ è nozione economica. Tutti i testi del liberalismo non hanno niente a che fare con la libera concorrenza e la libertà di fare quel che si vuole in economia. In ultima analisi, è la distinzione tra sistema politico liberale e sistema economico liberista, ma soprattutto “di mercato” – che risulta fondamentale – “Guai a non farla” ammonisce Sartori. Premesso ciò, personalmente trovo delle contraddizioni rispetto a quanto sottolineato da Renzi nell’ambito della sua rilettura di Bobbio. <<La sua revisione a trecento sessanta gradi della filosofia dell’eguaglianza sulla quale Bobbio aveva costruito la dicotomia e, in conseguenza di ciò, la ridefinizione della coppia destra-sinistra. Oggi – scrive Nadia Urbinati – il liberalismo (a detta di Renzi) è nelle cose. La nuova sinistra deve ripartire da qui, da quel che c’è per andare avanti: e quel che c’è è appunto il lascito liberista dal quale non si può prescindere>>. Insomma, la solidarietà giunge quando gli individui cadono. <<E’ una prospettiva – sottolinea Urbinati – che non fa centro sull’eguaglianza delle opportunità ma su una base di energia personale in una lotta quasi darwiniana per salire su, per non essere ‘ultimi’, per vincere>>. In verità il merito se dissociato dall’eguaglianza delle opportunità <<che il mercato non crea spontaneamente, esso diventa un passaporto per l’affermazione di chi si trova già in condizioni di vantaggio>>.

Il filosofo Salvatore Veca interpreta il concetto di eguaglianza nel solo modo a essa compatibile, come eguaglianza delle opportunità. La quale, a sua volta coerentemente con le posizioni di fondo del socialismo liberale, deve caratterizzare l’agenda politica delle forze progressiste per “mirare a rendere eguale o meno diseguale il valore che la libertà ha per le persone”. Rileviamo da ultimo che Renzi ha ricevuto un dispiacere da chi ha votato sul referendum costituzionale, dicendo NO alla riforma Boschi.

Concludendo, c’è da dire che la sinistra deve ritrovare il suo popolo. Come sottolinea Salvatore Veca, abbiamo bisogno di lavorare a una concezione europea della giustizia sociale. “Compito ineludibile tanto quanto, di questi tempi, maledettamente difficile”.


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