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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 20/11/2009 ● Click 1858

Dimore storiche del XVI secolo


Domenico Aceto © FUORI PORTA WEB

Da una lettera del not. Crysanto De Lillis all’avvocato Gaetano De Benedictis, sindaco di Vasto nel 1823, che gli chiedeva notizie riguardanti la sua famiglia, originaria di Guglionesi, abbiamo notizie di alcuni immobili che ci permettono di ricostruire in parte la dislocazione di alcuni fabbricati nel XVI secolo.
La lettera in questione è la seguente:
“In adempimento dei vostri venerati comandi ricevuti da don Camillo Del Greco che voi eravate molto desideroso sapere l’albero di un ramo di vostra famiglia De Benedictis che secoli addietro ha domiciliato in questo comune e siccome non mi si è dato denominazione di persona come pure l’epoca precisa, così per avere qualche cognizione dell’antica famiglia De Benedictis di qui, ho perquisito tutte le schede notarili che sono in mio potereal N° di 15. Fra questi altri ho trovato una tassa catastale di questo comune tra i cittadini del 1592-1593, dove al foglio 32 verso (retro) ho trovato la partita del del dottor D. Giovanni De Benedictis che per vostra intelligenza la trascrivo juxta solito.
Il Dottor D. Giovanni De Benedictis in detta della tassa di sua parte:
- Casa dove abita con Due botteghe sotto la casa, una affittata per spezieria Ducati 4 e l’altra servendo per fondaco per uso proprio;
- Casa del quondam (del fu) Virgilio D’Aloysio a porta da piedi censoria (che paga il censo) carlini venti a S. Maria;
- Due altre non affittate;
- Una casa con forno e trappeto, confina da Josepho Macario censuaria carlini venti a S. Maria;
- Una vigna all’Asinarca di trentare 24 con canneto e territorio vuoto con sé la difesa ( terreno per il pascolo) censuaria carlini 8 a Tremiti;
- Un’altra vigna alla valle delle fonti di trentare 27 con ulive;
- Un vignale (uliveto) e territorio a Fontenuova con olivi N° 220;
- Passi 100 di terreno;
- Un oliveto a Sant’Antonio confina con Giovannangelo De Mascio;
- Un canneto a fonticello;
- Una vigna alli Gessari che fu di Aloisio Virgilio censuario a Tremiti, vigna che fu di Deggio D’Ottavio, un canneto in detto luogo;
- Un canneto alla valle delle fonti;
- Una chiusa alle fosse, consistenti in diversi vignali e territorio, che fu di Marco De Rosa e di altri;
- Bovi aratori N° 29;
- Vacche grosse indomite (non aggiogate) N° 55;
- Annecchioni (giovani maschi di capra) e annecchie (giovani femmine di capra) N° 21;
- Ciavarre (giovani maschi di bue) N° 20 ;
- Giumente grosse N° 24;
- Carusi (muli?) N° 7;
- Vannini (puledri) N° 13;
- Somari N° 4.
Tutti detti beni passarono in dominio di D. Giovanni Caracciolo, Duca di Celenza, (allora signore di Guglionesi) di cui s’ignora la causa.
La casa di abitazione del detto De Benedictis s’intende in quest’abitato vicino alla chiesa matrice (madre) composta di 12 sottani ed altrettanti soprani, portone metà coverto e metà scoverto con torre a tre saloni che sorpassano tutti i fabbricati di questo comune con ventidue saiettiere ( larghe feritoie) per la fucilazione (per poter sparare) , atte alle calate delle grosse pietre per i quattro lati, dove io al presente abito; in metà della medesima vi è un cortile, in mezzo del quale vi è una cisterna ad uso di acqua piovana.
Parte di essa il sig. duca la vendè al sig. Giuseppe De Lillis, con istrumento del 1694 stipulato dal notar Antonio Bianchini. Altra parte di detta casa fu ad uso di questa corte locale per molti anni, per cui venne chiamato vico della corte.
Altra parte di detta casa il sig. Duca la vendè ad un tal Domenico Sorella, ed il di costui figlio D. Annibale volendoci fare un altro portone per suo uso, ruppe un muro del sottano della medesima e vi trovò un forte pilastro vecchio, quale rompendolo per adattarvi la gradinata, vi rinvenne un nascondiglio con trentamila ducati di contante oltre il rame oro e argento lavorato e due cassoni di biancheria di fiandra e con detto numerario il Sorella cominciò, e ci piantò un palazzo che oggi si possiede da D. Giuseppe e Nicolantonio Lemme. Tanto devo riscontrarvi.
Vostro servo obbediente ed amico Crysante De Lillis.

A piè di pagina, Gaetano De Benedictis aggiunge:

Si avverte che quel tale che sortì dal Vasto nel 1706 si recò in Guglionesi per prendere l’appalto del campanile della chiesa madre che assunse il cognome di De Benedictis, fu oriunto di Milano, muratore. Vennero in Vasto tre altri fratelli, uno rimase qui, un altro si recò in Torino ed un altro in Guglionesi nel 1706, e questa famiglia ivi ancora esiste.


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