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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 3/8/2010 ● Click 3445

Storia degli "Argenti di Guglionesi": nel 1799 il Popolo li difese dai Francesi


Luigi Sorella © FUORI PORTA WEB

Il prezioso tesoro della parrocchia di Santa Maria Maggiore di Guglionesi, esposto nella mostra “Argenti di Guglionesi. Argenteria e oreficeria dal XVI al XXI secolo” nella splendida cornice della chiesa di Santa Maria delle Grazie (ex convento dei Cappuccini), è stato sempre ben custodito dal popolo di Guglionesi?
Dopo il primo saccheggio di Guglionesi, nel giorno del Corpus Domini dell’Anno Domini 1496, da parte dell’esercito francese di Carlo VIII, varie ondate di distruzione investirono l’antico borgo fortificato, fino al 1799, quando fu ancora una volta l’esercito francese a minacciare il popolo guglionesano.
Le memorie capitolari della Insigne Collegiata di Santa Maria Maggiore testimoniano, con documentata puntualità storica, l’orgoglio del popolo guglionesano verso il proprio patrimonio culturale, in particolare verso il tesoro degli argenti sacri della parrocchia, spesso oggetto di cauzione nei rapporti tra creditori e debitori di “tasse” in varie epoche storiche.
Il 13 marzo del 1799, infatti, “per volere dell’empio fato venne in Guglionesi una Colonna mobile dell’esercito francese, che aveva invaso quasi l’intiero Regno”. L'ufficiale comandante della truppa “nella Chiesa di Santa Maria Maggiore tenne parlamento, nel quale intervenne l’intiero Popolo, e dopo di aver democratizzato il governo, impose alla popolazione la taglia di docati seicento da pagarsi nel breve spazio di quattro ore, quale passato, la taglia si raddoppiava, e quindi non adempiendosi doversi dare il sacco”.
I governanti della città si riunirono nella casa del canonico don Arcangelo Pace - “dove si trovava alloggiato l’Officiale” - per organizzare la raccolta della "taglia" richiesta dai francesi, sensibilizzando in particolare “i benestanti” del paese. La “taglia” pretesa dall’esercito francese fu difficile a raggiungersi nel breve tempo, tanto che il paese rischiò seriamente di essere messo a fuoco alla scadenza dell’ora prestabilita. “Era quasi già nell’ora di raddoppiarsi l’imposta taglia, quando un mormorio nacque fra il popolo, che vi fosse consegnato tutto l’argento della Chiesa, per evitare un notabile danno”. Il popolo guglionesano, per non perdere “tutto l’argento della Chiesa”, riuscì a raccogliere, pur nelle disperate condizioni economiche in cui viveva a quei tempi, una somma pari a 260 docati, “e così questa popolazione si esentò dalla doppia taglia, e forse, forse dal sacco...”.
Ma, nel tempo fu sempre salvato tutto il patrimonio in argento della chiesa di Santa Maria Maggiore?
Prima dell'assedio, nel 1799, dell’esercito francese a Guglionesi, solo da qualche anno, nel 1796, era stato completato il cantiere della nuova chiesa di Santa Maria Maggiore di Guglionesi, un cantiere allestito per circa cinquant’anni. Per il completamento del rinnovo barocco della Collegiata di Santa Maria Maggiore furono impiegati, a cauzione dei creditori, alcuni argenti preziosi della parrocchia. Secondo le memorie capitolari, dopo il 13 marzo 1799 “terminata così la tassa, ed allontanato ogni timore di Sacco, si compromisero gli Eletti (i governanti) al rimborso con una tassa generale. Le circostanze dei tempi infelici non permisero di compiere il disegno, ma a stenti la tassa ascese a circa ducati duecento, quali furono consegnati a proporzione a’ Creditori della fabbrica della chiesa”.
In quale condizione si ritrovò Guglionesi dopo la "taglia" del 1799?
Dopo l’elasso di giorni cinquanta di governo odioso democratico, questo pubblico alla fausta notizia della rientrata delle armi dell’Inclito nostro Sovrano (D. G.), si realizzò, e riprese l’antica maniera di governo, per cui non potè esiggersi la tassa, e per conseguenza la soddisfazione dei Cittadini tassati. In tal modo la povera Chiesa non solo perdè gli argenti depositati presso i suoi Creditori, e dati per fornire la taglia inflitta dai Francesi; ma dovè pagare a’ medesimi creditori il debito fatto di docati duecento sessanta!
Non avendo a disposizioni inventari negli archivi locali, non sappiamo quali argenterie del corredo parrocchiale sono, nel frattempo, scomparse dal XVIII secolo in poi, cioè a partire dal "governo odioso democratico” della rivoluzione giacobina (1799), come raccontano le memorie clericali di Guglionesi.
Tuttavia, rispetto ad altri contesti territoriali limitrofi, Guglionesi seppe difendere, in varie circostanze storiche, la gran parte del patrimonio artistico culturale degli argenti sacri che sono esposti - per la prima volta nella storia della cittadina molisana - nella mostra “Argenti di Guglionesi” (13 luglio - 14 agosto 2010). Una significativa testimonianza della sensibilità culturale del popolo guglionesano che va al di là della valenza di ciascun manufatto: la mostra "Argenti di Guglionesi", infatti, cerca di raccontare soprattutto ai più giovani, tra un corredo e l'altro, anche l'orgoglio di un popolo attratto dalla Bellezza, un popolo che è stato dapprima capace di finanziare capolavori artistici coinvolgendo autorevoli maestranze e poi in grado di preservarne la ricchezza patrimoniale durante le pagine buie della storia, anche del recente passato. Infatti, l’ultima minaccia all'argenteria sacra di Guglionesi, in senso cronologico, risale all’epoca fascista, quando Benito Mussolini pretese la consegna alla patria dei preziosi per finanziare l’esercito del duce, ma che dal tesoro sacro di Guglionesi non ebbe un solo grammo di "follia".

La mostra "Argenti di Guglionesi" (13 luglio - 14 agosto 2010) - Chiesa di Santa Maria delle Grazie


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