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Caro DirettoreGuglionesi
Pubblicato in data 22/6/2012 ● Click 1823

Guglionesi e l’economia del simbolico


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

Caro Direttore,

personalmente condivido l’opinione di quanti ritengono sia necessario ampliare il modello di sviluppo in auge (capitalismo tradizionale, lavoro, beni, servizi). La ‘sostenibilità della cultura’ deve diventare il “quarto fattore” nuovo e dirompente di sviluppo, soprattutto in un momento di crisi ambientale ed economica come quella attuale.

Monica Amari, autrice del “Manifesto per la sostenibilità culturale” (Franco Angeli editore), annota che non è entrato nel senso comune delle classi dirigenti che tutto quello che si riferisce all’economia del simbolico, per l’appunto la cultura, deve stare a pieno titolo fra i fondamentali dello sviluppo. A tal riguardo, cerchiamo di esemplificare più diffusamente.

E’ vitale individuare e far leva sulle identità di un luogo. Esse sono il suo capitale simbolico e creativo. La cancellazione della memoria produce la perdita delle impronte visive del territorio. Il paesaggio e le sue impronte costituiscono fattori importanti per l’attrazione e la potenziale fidelizzazione di domanda turistica. L’identità di un Comune o di una tradizione culturale comunale si costruisce rispetto ad altre identità. Il turismo legato al patrimonio culturale è il settore che sta crescendo più rapidamente, comportando vantaggi e significativi impatti sulle comunità locali. La crescita dei consumi culturali (di arte, enogastronomia, musica, per citare) ha alimentato la cosiddetta “economia simbolica” delle comunità.
Quindi, le occasioni culturali (teatri, concerti, mostre, centri storici, costumi locali, il folclore, le feste, i prodotti tipici dell’enogastronomia, la cordialità e ospitalità della popolazione, un festival) fanno da richiamo per molti turisti.

Mi piace segnalare che – come riportato dal quotidiano Europa - in Liguria, nel piccolo comune di Carro (in provincia di La Spezia), hanno scoperto la casa costruita e abitata dal nonno di Paganini. Ebbene, hanno trasformato questo capitale simbolico in investimento comunitario dell’intera Val di Vara. Hanno creato un festival di richiamo e sono arrivati olandesi, inglesi, tedeschi, svedesi a comprare case ristrutturate, creando un indotto di 10 milioni di euro.

Insomma, quando la storia e la cultura di un territorio si legano alle tradizioni e alle bellezze paesaggistiche creano una sinergia e diventano elementi di sviluppo.
A Guglionesi è importante valorizzare le risorse del nostro borgo e i tesori che racchiude. Si individui un capitale simbolico da trasformare in investimento comunitario (la costituzione di una Fondazione ONLUS potrebbe essere il mezzo più idoneo per sollecitare l’intervento di eventuali sponsor e/o per ottenere finanziamenti pubblici connessi agli scopi sociali).

Certo, se all’interno della comunità guglionesana non prevalesse la cultura della contrapposizione piuttosto che l’impegno di fare ‘sistema’, le cose andrebbero meglio.

Cordialmente,
Pietro Di Tomaso


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