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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 13/10/2012 ● Click 1551

Orgoglio molisano


Pierino Raspa © FUORI PORTA WEB

Internauti visitatrici e visitatori di Fuoriporta buongiorno.

Una riflessione con domanda. Qualche settimana fa mi sono recato in un “attendamento” della bassa modenese colpita dal sisma di maggio. Si tratta più in dettaglio di un campo formato da tende e moduli per servizi ristoro e igienici, in cui vivevano alcune decine di persone italiane e di provenienza estera (il numero esatto mi sfugge) con abitazione inagibile, che non erano riusciti a trovare diversa sistemazione (parenti, amici, case in affitto e altro). Con piacevole stupore, nonostante la drammaticità della situazione, ho letto o sui moduli/containers e su alcuni automezzi “PROTEZIONE CIVILE MOLISE”. Incuriosito sono entrato nel tendone ristorante e tempo libero(si fa per dire), nella speranza, di incrociare, non si sa mai, qualche volto conosciuto. C’era un gruppo nutrito di ragazzi e persone più anziane, facilmente riconoscibili dalle magliette simili, della protezione civile molisana. Mi sono fermato a parlare, in particolare con un ragazzo di 24 anni residente a Santa Croce di Magliano; tra le altre cose che per brevità non riporto mi ha detto che da alcuni anni è impegnato nella protezione civile ed ha operato in diversi posti dell’Italia. Adesso però si è innamorato (va bene anche con due “m”) di una ragazza di Medolla e si sta cercando un lavoro sul territorio emiliano, in quanto in Molise le condizioni economiche sono più difficili e altro. Il ragazzo, coda, barba ed espressione convinta, un po’ da anni ’70, era molto propositivo, esaltava l’esperienza fatta nella protezione civile e sottolineava le centinaia di relazioni umane e sociali in cui si era imbattuto. Questo, rimarcava, l’aveva arricchito molto sotto ogni profilo. Che bello! Mi sono sentito ancor più orgoglioso, come i vecchi emigrati oltre oceano dei primi anni del novecento, di essere molisano. Finalmente!! Questa volta la nostra regione non era sinonimo di assistenzialismo, di vite basate su arretrati di pensioni dei nonni, di lavoro ottenuto per clientelismo, di politica fatta per convenienza, di incapacità e mancata vocazione imprenditoriale ecc..; eravamo li a coordinare e assistere un campo, diciamo di sfortunati, e facevamo questo lavoro, vi assicuro molto difficile e complesso (problemi di sicurezza, furti, prevaricazioni e altro) con grande professionalità e per questo riconosciuto e apprezzato da tutta la popolazione (anche non attendata).

Una delusione però. Ho provato a chiedere se tra i volontari ci fosse qualcuno del basso Molise, ed ho esplicitamente chiesto di Guglionesi, di Termoli, di Campomarino, di Portocannone; la risposta è stata NO. C’erano 1-2 volontari di Montenero, ma il resto degli operatori veniva dai paesi vicini a Campobasso. DOMANDA/RIFLESSIONE: come mai questa voglia di volontariato non attecchisce nel basso Molise ? che problemi ci sono ? chi deve promuoverla ? con quali mezzi ? Sia chiaro non entro nella vicenda comunale Ambrosiano, ma l’interrogativo è più generale e riguarda sinteticamente la propensione del basso Molise al volontariato componente fondamentale nelle società moderne soprattutto in tempi di crisi.

Bohh, forse mi sfuggono alcune cose non vivendo in Molise. Forse alcuni gruppi di volontari (mi riferisco alla PROTEZIONE CIVILE) si stanno costituendo o sono già operativi, mi scuso per l’ignoranza. Mi piacerebbe però che si aprisse un minimo di confronto su questi temi o qualcuno, se può e se vuole mi spieghi come stanno le cose (accetto consigli e chiarimenti).

Saluti Pierino Raspa

**OSSERVAZIONE: in questo periodo gli interventi sul blog sono un po’ fiacchi come mai ??


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