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ScuolaCampobasso
Pubblicato in data 15/2/2013 ● Click 1246

Università del Molise: la politica batta un colpo!


Sergio Sorella © FUORI PORTA WEB

Le prossime scadenze elettorali imporrebbero un ampio dibattito sul ruolo e sui destini della formazione universitaria in Molise e sulle modalità attraverso le quali organizzarne l’offerta formativa e le relazioni sia con il sistema d’istruzione sia con quello produttivo. La regione Molise e l’Università, in questi anni sono apparse istituzioni autoreferenziali, quasi dei corpi separati dal contesto regionale. E’ ora di invertire questa tendenza. Stiamo parlando di un migliaio di persone che, a vario titolo, lavorano all’Università del Molise e di quasi 9000 studenti in formazione.

La crisi generale del sistema universitario coinvolge diversi aspetti. Per la prima volta si registra un deciso calo delle immatricolazioni che documentano il fatto che famiglie italiane si impoveriscono e non vedono più nel sistema universitario una garanzia per il futuro; persiste la riduzione del finanziamento pubblico e dei Fondi di Finanziamento Ordinario; il blocco del turn over continua ad impoverire il sistema; esistono incertezze, anche normative, che non garantiscono l’autonomia universitaria; non si danno risposte ai precari ed al personale non contrattualizzato; occorre trovare soluzioni per garantire agli studenti il diritto allo studio.

Non ci sembra che questi temi siano oggetto della campagna elettorale. Parlare di futuro ai giovani significa avere idee per una programmazione seria delle politiche della formazione e della conoscenza che sappiano dare una risposta vera anche alle domande che provengono dal territorio.

La FLC CGIL Molise ha più volte insistito sulla laicità del sistema dell’Università e della Ricerca pubblica, sulle sue funzioni culturali e sociali, capaci di rappresentare un elemento virtuoso per la crescita del nostro territorio. Per questo occorre realizzare un grande patto sociale e solidale tra i diversi attori della comunità politica ed accademica. Occorre uno stanziamento straordinario pubblico al sistema dell’Università; rivedere l’impianto complessivo della legge 240/2010 per recuperare gli spazi di autogoverno e democrazia negli atenei; fare pressioni verso le istituzioni affinché si avviino, con il nuovo governo, i rinnovi dei contratti di categoria fermi al 2008/2009; superare le imposizioni del MEF relative al blocco delle risorse per il fondo trattamento accessorio; rifinanziare il fondo nazionale del Diritto allo Studio e mettere fine al meccanismo perverso di prestito ed indebitamento degli studenti che hanno diritto a servizi efficienti ed esigibili.

L’elezione del nuovo rettore rappresenta, anche, l’occasione per riflettere sul ruolo che l’Università del Molise deve avere nel territorio. Pur riconoscendo all’attuale Magnifico meriti per decisioni,non sempre da noi condivise, che hanno portato il nostro Ateneo a raggiungere, nei tempi d’oro, egregi risultati, va detto che le scelte di un’università generalista, con quasi tutte le facoltà e con sedi distribuite nel territorio, vanno ripensate. Appare evidente che non hanno rappresentato un volano per lo sviluppo della nostra regione. Le risorse spese non hanno avuto una ricaduta positiva per la crescita culturale ma anche economica del nostro territorio. Il sistema dell’offerta formativa per una regione come la nostra, va rivisto anche alla luce della razionalizzazione delle risorse. Le relazioni e le intese devono essere funzionali a progetti condivisi capaci di leggere le esigenze territoriali e di organizzare un sistema formativo in grado di interagire con esso per contribuire alla crescita complessiva. I fondi destinati al Progetto “Conoscere per Competere”, ad esempio, devono essere fondi reali ed esigibili e non risorse palliative per superare questo momento di crisi. Occorrono politiche lungimiranti per la qualificazione ed il rilancio della nostra piccola Università. Altrimenti i numeri piccoli ci condanneranno ad un lento ma inevitabile declino.

La FLC CGIL Molise è pronta a discutere le linee guida di un cambiamento di passo, anche con il piano per il lavoro nel quale la conoscenza, la ricerca, l’istruzione dovranno rappresentare l’elemento propulsore per lo sviluppo e la crescita della nostra regione. La politica dica la sua.


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