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Caro DirettoreGuglionesi
Pubblicato in data 9/4/2013 ● Click 1445

Una qualità della classe dirigente locale: non sentirsi indispensabili


Sergio Sorella © FUORI PORTA WEB

Caro direttore,

leggo sempre con interesse le notizie che pubblichi ed il vivace dibattito che riesci a suscitare sul tuo sito. Da guglionesano interessato alle vicende locali vorrei brevemente dare un consiglio sul metodo da seguire per la scelta della classe dirigente locale, con una premessa.

La premessa. Viviamo tempi difficili: c’è una crisi strutturale dell’economia, dei modelli di crescita ai quali eravamo abituati, della politica, della rappresentanza sociale e delle forme di partecipazione. Di fronte a tutto ciò bisogna reagire anche evitando i soliti luoghi comuni, assumendoci ciascuno le nostre responsabilità. Purtroppo spesso si scelgono scorciatoie, dando sempre la colpa ad altri, senza chiedersi cosa, nel nostro piccolo, abbiamo fatto per evitare la deriva nella quale ci troviamo. La nostra storia contemporanea è fatta, spesso, di mancanza del senso dello Stato, di deleghe in bianco che si sono rivelate disastrose, di disattenzione nei confronti di chi ha problemi. Ci si è affidati a qualcuno evitando la responsabilizzazione personale. Purtroppo, lo sappiamo, non esistono né soluzioni salvifiche né unti del signore. Occorre fatica ed impegno quotidiano, partecipazione ed attivismo collettivo, per provare a migliorare il contesto nel quale viviamo.

Il consiglio sul metodo. La nostra comunità può affrontare questo difficile momento se le forze migliori si metteranno a disposizione per realizzare progetti credibili in grado anche di valorizzare le potenzialità presenti. Bisogna partire dall’attenzione al bene comune ed anche dalla capacità di coinvolgere e di far esprimere l’energia giovanile di Guglionesi. Per questo chi ha maturato esperienza politica ed amministrativa deve essere valutato non solo per quello che ha realizzato, per la coerenza delle scelte operate, ma anche per l’impegno profuso nel fare gruppo, nel creare le condizioni di lasciare il testimone in mani affidabili. Bisogna diffidare di chi ritiene di essere depositario della verità, della competenza e della professionalità. Queste persone non lavoreranno per valorizzare, per includere, per consentire a tutti di mettere a disposizione della collettività il proprio bagaglio d’idee, di proposte e di entusiasmo. Quando si parla di gruppi dirigenti bisogna tener conto anche della storia umana e professionale che c’è dietro ciascuno, non per quello che dice, ma per quello che ha fatto, per la capacità dimostrata di costruire le condizioni per il ricambio generazionale. Mi sembra che questo sia un metodo per selezionare la classe dirigente locale.

Oggi più di ieri chi si ritiene indispensabile è fuori dalla storia ed alla lunga non avrà dato un contributo utile alla crescita sociale e culturale della comunità.

Sergio Sorella


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