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IntervistaGuglionesi
Pubblicato in data 25/7/2013 ● Click 1580

FPW intervista in esclusiva con Cinzia Gizzi: "c’è bisogno di unire le arti"


Redazione FPW © FUORI PORTA WEB

Intervista esclusiva con Cinzia Gizzi, per l'anteprima del concerto del "Cinzia Gizzi Trio" (Guglionesi, 26 luglio 2013).


 

Non è la prima volta di Cinzia Gizzi a Guglionesi. Ricordiamo ai lettori del blog Fuoriportaweb la prima comparsa jazz a Guglionesi?
 

Ricordo un bellissimo concerto, tanti anni fa. Era inverno e in contemporanea c’era il Festival di Sanremo. A parte la calorosa accoglienza, ho provato una grande soddisfazione nel vedere il teatro pieno, nonostante la fortissima concorrenza televisiva.

 


 

Un onore per la comunità di Guglionesi ospitare il jazz di Cinzia Gizzi. Per motivi che vanno anche oltre l’aspetto musicale e la sua valenza culturale. Quali i momenti salienti di una brillante carriera?
 

L’onore è mio e colgo l’occasione per ringraziare i rappresentanti delle istituzioni che mi offrono questa opportunità. E’ difficile riassumere momenti particolari di un lungo percorso. Tutte le volte che sono riuscita a raggiungere degli obiettivi, è stato motivo di orgoglio.

 


 

Attorno al jazz ci ritroveremo tutti insieme qui a Guglionesi in una giornata densa di emozioni all’insegna del caro prof. Corrado Gizzi. Può rivelarci un momento particolare che ricorda, con affetto, il suo papà?

Ricordo mio padre sempre chino sui suoi libri, dentro il suo studio. Amava comunicare attraverso la scrittura. Soprattutto ora che non c’è più, mi chiedo come abbia potuto scrivere tanti libri, esplorando vari campi della letteratura e delle scienze.

 


 

La sensibilità del livello culturale del prof. Gizzi è notissima. Ma la sua mamma, la gentilissima signora Lina - come in più occasioni ci confidò il caro professore - forse ha sempre avuto in mano la regia di una complicità assoluta nel valorizzare ogni attività culturale della famiglia: dalla “Casa di Dante” ai vari concorsi, dai cataloghi d’arte alle iniziative per gli studenti. Aveva ragione il prof. Gizzi?
 

Il ruolo di mia madre è stato certamente determinante. Senza di lei mio padre avrebbe forse goduto di una minore visibilità, ma avrebbe comunque continuato a produrre nel suo campo, perché è sempre stato uno studioso totalmente dedito alle sue ricerche. Un vero esempio sul piano dell’impegno.
 

 


 

In qualche modo avverte il background culturale vissuto in famiglia tra le note musicali del suo jazz?
 

E’ indubbio che ci sia stata una forte influenza della mia famiglia, anche se le mie scelte, da un certo punto in poi, sono state autonome e la mia attività si è sviluppata al di fuori della mia terra d’origine. L’apprezzamento verso qualsiasi forma d’arte che ti offra nutrimento e significato è una preziosa eredità che sono riuscita a raccogliere.

 


 

Ho recentemente chiesto alla signora Lina di anticiparmi il tema del prossimo catalogo d’arte, e lei mi ha sussurrato: “le donne nel Paradiso di Dante”. Che ne pensa, invece, Cinzia Gizzi delle “donne nel jazz”?
 

Il tema delle donne nel jazz e, più in generale, delle donne nell’arte, richiederebbe una lunga discussione. Parte del percorso storico del genere femminile deve ancora essere valutato nel modo giusto e per far ciò c’è bisogno del contributo delle donne. Sono favorevole a qualsiasi iniziativa in loro favore.

 


 

Il concerto del 26 luglio a Guglionesi potrà divenire un punto di partenza per pensare di costruire, insieme a Cinzia Gizzi, un’oasi di complicità culturale, tra jazz, letteratura, arte, immagine dall’impronta “Gizzi”?
 

Sarebbe davvero auspicabile. C’è bisogno di unire le arti, di superare le regole del mercato. Credo che i miei genitori siano riusciti soprattutto in questo: nel credere fortemente in un’idea, in tempi non sospetti, impegnandosi per realizzarla al di là delle mode e superando gli ostacoli. Le cose più interessanti possono partire proprio da piccoli centri.


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