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Pubblicato in data 31/12/2013 ● Click 1466

Chiesa sciupata... (III parte)


Paolo De Socio © FUORI PORTA WEB

SULLO STATO DI SALUTE DELLA CHIESA
Mi sono lasciato per ultima questa tua domanda; quella per me più difficile ed interessante; vedi tu mi hai costretto a pensare cosa risponderti, a provare a dare ragione della speranza che (anch’io) ho. Dico subito, così, a pelle, che avverto quant’è furbo il demonio: riesce a far credere che la religione è cosa bella e giusta e che, invece, la Chiesa sia zozza e falsa; non contesta la meta ma sbarra la strada per giungervi. Che capolavoro! Paragonabile, forse, solo all’aver ormai convinto quasi tutti che lui, il demonio, non esiste, pur nell’evidenza di inferni già su questa terra, lui non esiste. Perdonami la considerazione poco argomentata.
Dunque, i limiti dei cattolici che hai evidenziato li sottoscrivo tutti, siamo uomini come gli altri, né più né meno; T.S. Eliot (nei Cori da “La Rocca”) ci descrive così “bestiali come sempre, carnali, egoisti come sempre, interessati ed ottusi come sempre”.
L’unica questione seria è, però, vedere se la Chiesa, oltre che umana, è anche Divina, se quello che ha detto Cristo (cfr. Matteo 18,20) circa la Sua presenza tra coloro che si riuniscono nel Suo nome, è vero; se la Chiesa, per com’è, può definirsi Santa, Santa Romana Chiesa.
Uno dei dogmi della mentalità dominante, è che questa ipotesi è una cazzata; è un dogma talmente radicato che già il solo avanzarla, è avvertito con fastidio perché il fatto sarebbe ormai assodato, incontrovertibile, quindi indiscutibile.
Santa vuol dire che la Chiesa, tra le pieghe umane, molto umane, in qualche modo (correttamente dovrei dire per Grazia) svela anche qualcosa di attinente al Divino, che facilmente riconosci perché corrisponde a quello che, non sai nemmeno perché, ma desideri da sempre; tracce dell’Altro mondo in questo mondo.
L’ho già detto ma lo ripeto, per poter vedere occorre un’apertura, una povertà di spirito, avere fame di verità, perché, altrimenti, può scendere pure la corte celeste dal cielo: chi non vuole riconoscere trova sempre una scusa plausibile.
Io, sempre dal basso della mia esperienza, della mia vita in nulla eccezionale, in tutto ordinaria, ho alcuni fatti che mi hanno manifestato i tratti del Suo volto. Ho visto il miracolo più grande ovvero una persona cambiare, una persona a me prossima, di cui, quindi, conoscevo bene i difetti (non volevo dire la stronzaggine) e, ad un tratto, ho visto accadere quello che reputavo impossibile: è cambiata, è diventata più buona. Poi ne ho viste altre, tante altre, in particolare mi è capitato di rivedere, dopo qualche anno, alcuni amici che facevano il mio cammino di fede e di ritrovarli anch’essi cambiati (chi più chi meno, ma tutti) e, questo, a dispetto di quello che io immaginavo.
Ho sentito, all’età di vent’anni Don Giussani che parlando a migliaia di persone ha parlato dritto al mio cuore, come se mi conoscesse da sempre e mi stesse aspettando; io mi sono difeso, ho pensato “Sì! Le solite chiacchiere”, “dov’è la fregatura?” e poi mi è capitato di sentirlo e di risentirlo e di rimanere sempre affascinato per la verità di quello che mi diceva, per l’inconfondibilità dei tratti di quella Presenza eccezionale. Ho sperimentato un posto in cui sono stato (e sono) voluto bene per quello che sono (non per quello che so fare o posso dare) e da lì sono nati rapporti di amicizia che, contrariamente a quello che sempre accade, il tempo non intacca, anzi che nel tempo diventano più veri; in un ambito così si è formata la mia personalità, con amici veri, che non mi hanno “allisciato il pelo”, che quando necessario, mi hanno corretto e con anni di scuola di comunità, qualcosa per certi versi non lontana dalla “tua” dialettica, solo che il confronto avviene tra la vita concreta dei partecipanti e quello che dice Cristo. Tu mi chiedi cosa è rimasto del fervore mistico di Cristo o di San Francesco, io ti dico che ho conosciuto persone della caratura di Enzo Piccinini, divorate dall’amore per Cristo e per la Chiesa, per la quale hanno dato letteralmente tutto (nel caso di Enzo la stessa vita) e considera che io parlo di quello che ho visto in un piccolo movimento all’interno della Chiesa. Ho visto una cosa che non credevo nemmeno potesse esistere: la bellezza del popolo, migliaia di persone capaci di soffrire, camminare, costruire, crescere, pregare, ridere insieme, come se fossero una sola persona. Ho visto tantissime famiglie di amici perdurare e crescere dei figli che sono uno spettacolo per posizione di positività ed apertura.
Questi sono i segni della Divinità della Chiesa che io ho visto e malamente riportato, Giussani, molto meglio, ha detto: “Man mano che maturiamo, siamo a noi stessi spettacolo e, Dio lo voglia, anche agli altri. Spettacolo, cioè, di limite e di tradimento, e perciò di umiliazione, e nello stesso tempo di sicurezza inesauribile nella grazia che ci viene donata e rinnovata ogni mattino. Da qui viene quella baldanza ingenua che ci caratterizza, per la quale ogni giorno della nostra vita è concepito come un'offerta a Dio, perché la Chiesa esista dentro i nostri corpi e le nostre anime, attraverso la materialità della nostra esistenza”.
Io ho potuto dire della mia esperienza all’interno di un movimento della Chiesa Cattolica, invito, chi vuole, anche semplicemente ad osservare, con occhio scevro da pregiudizi, quello che accade nella nostra Parrocchia: la testimonianza dei due sacerdoti, la loro dedizione, quella delle nuove suore, e tutto quello che ne sta derivando .

Ah, dimenticavo, il fallo te l’ho fatto apposta, per provocarti.

Ho, concluso e Ti auguro buon anno con affetto.


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