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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 11/2/2014 ● Click 1638

L'associazionismo culturale come bussola di progettualità coordinata


Luigi Sorella © FUORI PORTA WEB

Si consoce il numero esatto delle associazioni culturali e di volontariato giuridicamente costituite e operanti a Guglionesi? C’è una qualche forma di mappatura dell’associazionismo locale? C’è un coordinamento nel coinvolgimento di attività nell’interesse collettivo di Guglionesi? C'è una visione pubblica di condivisione progettuale nella cultura dell'associazionismo?
Forse non c’è una risposta alle domande poste, e non vi sarebbero comunque risposte a tante altre domande in merito.

A titolo di sensibilità nella "comunicazione mediatica", per la Pro Loco, ad esempio, lo scorso agosto avevamo assistito ad un animato dibattito, su varie questioni, tra ex e nuovi amministratori pro-tempore dell’associazione Pro Loco e alcuni consiglieri comunali di recente elezione popolare [cfr. Il commissario della Pro Loco Guglionesi invia alla redazione i verbali di rendicontazione]. Sul confronto web poi è sceso un silenzio tombale, aggiungerei anche su tutto il resto, e come lettori di "fenomeni culturali" a Guglionesi "mediaticamente" siamo rimasti al commissario Pro Loco nominato dal Sindaco in persona.

Benché, da tempo e non solo da ora, sulle politiche relative all'associazionismo come comunità eroghiamo ed esibiamo pubblicamente una delega specifica con indennità mensile, è bene precisare, nella mia riflessione, che non è la questione burocratica degli atti, dei suoi presidenti pro tempore, dei commissari "traghettatori" e dei suoi amministratori di turno e/o comunque le vicende di una singola associazione, ad angosciare l'orizzonte culturale della comunità, intesa nella sua collettività.

Pur riconoscendo l'impegno lodevole a tante forme di associazionismo culturale e sociale nonché gli sforzi al dialogo dei delegati pubblici di turno, sempre più spesso va evidenziandosi nella società odierna - a scanso di equivoci, puntualizzo in generale in Italia! – un associazionismo a ristretta intraprendenza imprenditoriale, dunque svincolato da una serie di obblighi fiscali (per fortuna!) eppure concorrenziale al fare impresa (purtroppo!), che quindi, oltre a sottrarsi dalla discussione comparata sull’effettiva qualità del “prodotto cultura”, strappa (più volte?) risorse pubbliche con azioni concretamente e non più culturalmente sostenibili. Senza neppure l'opportuna valutazione della concorrenzialità.

In effetti, nel settore “cultura”, in materia di sostegno e di finanziamento pubblico, come giudicare l’opportuna valutazione della concorrenzialità di talune scelte? Solo sul piano politico-elettorale? Forse dal costo (magari ribassato, ma probabilmente a carico della collettività!) del biglietto di uno spettacolo? Dalla effettiva partecipazione agli eventi? Dall’accessibilità di tutti cittadini (di ogni fascia e condizione sociale!) ai contenuti? Dalla crescita socio-culturale dell'intera collettività, nella sua eterogeneità?

Mentre, in qualche modo, si alimenta un certo modello di associazionismo, in termini di investimento generazionale c’è da riflettere sulla circostanza che le due opere d’arte rubate qualche anno fa nella chiesa di San Nicola a Guglionesi – trattasi di tele del Settecento strettamente legate, anche in tematica, con la Storia Patria – non siano (ri)conoscibili, in un contesto di (im)probabile rinvenimento, dalla maggioranza dei guglionesani. E ci sarebbe eventualmente da scommettere sulla probabilità che tale prospettiva di conoscenza patrimoniale permanga (o addirittura cresca!) tra gli amministratori della “res publica” di ieri, di oggi e di domani, nonché tra gli operatori dell’associazionismo, pure nei settori culturali.

Ricordando(mi) ancora una volta che solo il blog di Fuoriportaweb segnalò, sensibilizzando l'emergenza culturale all’epoca del fatto, il tragico furto d’arte... ecco, forse, come provare ad orientare in futuro la bussola sulla qualità del “prodotto cultura”, in termini di investimento pubblico nella progettualità, nel coordinamento e nella sostenibilità anche dell’associazionismo locale: (ri)conoscere l’aspetto patrimoniale dell’identità culturale come opportunità di progresso e di sviluppo per tutta la collettività.

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ASSOCIARE
A scuola le mie maestre mi insegnarono l'inutilità dell'associare la parola "tutta" con la parola "collettività": "tutta la collettività".
La "collettività" è già "tutta" per definizione!
Poi, invecchiando, ho inteso restituire un altro senso culturale al concetto associativo. Perciò, come da bambino, nei miei "pensierini" sono tornato a scrivere "tutta la collettività". Le mie maestre comprenderanno?


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