Libro "Le traslazioni delle reliquie dei santi. Le carresi": viaggio nella pietà popolare
[Dalla prefazione al libro "
Le traslazioni delle reliquie dei santi. Le
carresi" (Città Nuova, Roma, 2014, pp. 256), di Mons. Gianfranco De Luca,
vescovo della Diocesi di Termoli-Larino]
“
Ciascuna porzione del Popolo di Dio, traducendo nella propria vita il dono
di Dio, secondo il proprio genio, offre testimonianza alla fede ricevuta e
l’arricchisce di nuove espressioni che sono eloquentiâ€.
Queste parole di Papa Francesco danno ragione dello stupore e del rispetto che,
spontaneamente, ho avvertito nascere dentro di me, nel partecipare ad alcune
manifestazioni della Pietà Popolare, tipiche del Popolo di Dio della nostra
Diocesi. Nel colore e nella, per me, inusuale gestualità che le caratterizza, ho
colto un profondo coinvolgimento emotivo e collettivo che mi hanno richiamato
immediatamente “
ad altroâ€; mi hanno aperto il cuore al Mistero. È ancora il
Papa che mi aiuta a interpretare la mia sensazione interiore: “Si tratta di una
spiritualità incarnata nella cultura dei semplici. Non è vuota di contenuti,
bensì li scopre e li esprime più mediante la via simbolica che con l’uso della
ragione strumentale.â€
Proprio l’esperienza vissuta nell’incontrare queste realtà , mi ha reso attento
ad esse, mi ha responsabilizzato nel volerle conoscere più a fondo, nel
custodirle nella verità della loro origine e valorizzarle nella potenzialità di
trasmissione della fede che hanno.
Ho scritto nel
Direttorio Liturgico-Pastorale: “
La Pietà Popolare è
una modalità legittima di manifestare la fede, un modo concreto di sentirsi
parte della Chiesa e partecipi della sua missione. In una società secolarizzata
è ancora un segno concreto della confessione del Dio vivente che agisce nella
storia e anche un canale di trasmissione della fede, veicolo di evangelizzazione
popolare. Però occorre esercitare una funzione di vigilanza, innanzitutto con
uno sguardo positivo che porta a cogliere le dimensioni interiori della PietÃ
Popolare, a evidenziarne la matrice di fede che ne è l’origine, oltre che
purificarla da elementi sincretistici o paganeggianti. Se questo avviene ci si
accorge che essa costituisce un imprescindibile punto di partenza per la
maturità e la profondità della fede del popolo. In secondo luogo occorre essere
gelosi custodi di questa matrice e non permettere che l’elemento esteriore sfoci
in un folklore senza senso, incline a derive superstiziose, e a volte
irriguardoso nei confronti del Mistero che celebra.â€
Questo studio a più voci, che presento all’attenzione e alla riflessione di
tutti, risponde a questa esigenza e a questo impegno. E una prima
concretizzazione per conoscere, custodire, promuovere, un’unica manifestazione:
La Traslazione delle reliquie dei Santi e le Carresi, che, in modi diversi, si
vive in alcune comunità della nostra Diocesi.
Ne danno lettura e resoconto con dovizia di particolari e di riferimenti storici
Giuseppe Mammarella e Luigi Sorella. Per la retta comprensione e il giusto
collocamento dell’origine e del significato di queste manifestazioni religiose è
fondamentale lo studio di Giuseppe De Virgilio che con dovizia di particolari e
rimandi biblici ci aiuta a cogliere come esse abbiano forti e profondi
riferimenti nel testo biblico, tanto da poter chiaramente affermare che proprio
in esso vadano cercate le loro origini e individuato il loro fondamento. Va
comunque superata una lettura “ideologica†riduttiva tendente a enfatizzarne le
origini pagane o a riferirle solamente al senso religioso dell’uomo. Gli
interventi di Marcello Paradiso e di Antonio Mastantuono aprono ad una lettura
della dimensione teologica e della dimensione antropologica di queste
manifestazioni della Pietà Popolare. Ne scaturiscono conseguenze pastorali che
vengono ben individuate e prospettate nell’intervento di Antonio Mastantuono e
saranno piste sulle quali siamo chiamati a fare un cammino comunitario.
Mi piace evidenziare che i contributi offerti in questo volume sono tutti di
persone della nostra Diocesi, due laici appassionati e competenti, tre
presbiteri qualificati e di sicura professionalità , docenti in FacoltÃ
Teologiche. Hanno in comune l’amore per questa Chiesa, la sua storia, le sue
tradizioni e la passione per la trasmissione della fede alle nuove generazioni.
Nel Direttorio
Liturgico-Pastorale ho ancora scritto: “
Quella delle
Carresi è un’antica tradizione che affonda le radici nella coniugazione del
sentimento religioso inverato nella fede cristiana e manifestato nelle forme di
una civiltà contadina. Costituiscono un patrimonio di fede e cultura intimamente
connesse, come tali vanno custodite, valorizzate e illuminate, perché continuino
a svolgere anche la dimensione pedagogica di trasmissione della fede e di fonte
identitaria delle singole comunità . Va con ogni cura evitato che vengano
consegnate al folklore, ma, pur nell’accoglienza di contributi diversi, vanno
gelosamente custodite nella loro natura di espressione autentica della
religiosità e della fede del popolo cristiano. Per questo è bene anche vigilare
su una eccessiva spettacolarizzazione e una esasperata competizione, che
rischiano di contravvenire al naturale rispetto degli animali, che nella civiltÃ
contadina sono alleati degli uomini e non strumenti di competizione, e che
snatura il senso della Carrese stessa. Va reso merito a quanti con sacrificio,
abnegazione e disinteresse si adoperano per tenere vive queste tradizioni.â€
Ritengo che questo lavoro sia uno strumento concreto in questa direzione.
Ringrazio ciascuno di questi fratelli che hanno scritto il loro contributo e chi
con discrezione e spirito di servizio ha contribuito alla sua realizzazione.
Mons. Gianfranco De Luca, vescovo della Diocesi di Termoli-Larino