Monsignor
Tommaso Valentinetti, Vescovo di Termoli e la professoressa Angela
Ales Bello, grande conoscitrice e promotrice dell’opera e della
figura di Edith Stein, si sono dati appuntamento in occasione del
corso organizzato dal Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche
sezione Centro Studi e Ricerche “Edith Stein” a Guglionesi
mercoledì 5 settembre. L’incontro, parte integrante di un corso di
aggiornamento per insegnanti di Filosofia su "La Fenomenologia di
Husserl", ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso, non
solo di studiosi o esperti. Il tema prescelto, Alla ricerca del
volto umano, ha infatti centrato un problema di interesse
generale, che purtroppo solo di rado viene affrontato in pubblico.
Nulla di accademico, quindi, ma spunti e stimoli a volontà per
riguardare criticamente la mentalità nichilista che sembra trionfare
ovunque.
Il
prof. Michele D’Ambra, traduttore delle opere di Edith Stein e
animatore degli incontri di questi giorni, ci ha detto: «Senza il
mistero dell’Incarnazione di Dio nell’ebreo Gesù di Nazareth e
senza la Sua Presenza, incontrabile oggi attraverso la Chiesa (il
popolo degli uomini che lo riconoscono) sarebbe impossibile all’uomo
raccapezzarsi su se stesso, identificare la stessa fisionomia del
proprio io, sorprendere la dignità di ogni persona umana e affermarne
il valore. Oggi la secolarizzazione e l’influsso capillare di una
mentalità non cristiana hanno reso sempre più difficile reperire,
nell’affronto della realtà, delle circostanze quotidiane anche le
più banali, fatti o atteggiamenti che non siano, in fondo, violenti e
ideologici. Insomma: disumani».
In
pratica: eliminato Dio dalla vita, l’uomo finisce col divenire
schiavo e vittima di idoli?
«Si.
Il più grande ostacolo al nostro cammino umano è proprio la
trascuratezza dell’”io”, una superficialità estrema nei
confronti della propria persona, della vita e del proprio destino».
Tutti abbiamo sotto gli occhi circostanze più o meno tragiche di
questo dissesto: basta aprire i giornali la mattina. Ma da dove arriva
questo terremoto alle radici della persona? «Verifichiamo attorno
a noi, e a volte anche tra noi, una perdita del gusto del vivere. O,
usando le parole di Montale in Nel nostro tempo, potremmo dire: “Quel
che avviene nel mondo cosidetto civile a partire dalla fine
dell’Illuminismo (ma ora in sempre più rapida escalation) è il
totale disinteresse per il senso della vita. Ciò non contrasta con il
darsi da fare, anzi. Si riempie il vuoto con l’inutile. L’uomo non
ha più molto interesse per l’umanità. L’uomo si annoia
spaventosamente”».
Sembra
che una sorta di effetto Chernobyl (un fenomeno di cui non ci si
accorge se non per le conseguenze che produce a distanza di anni) ci
abbia reso fragili proprio rispetto all’interesse per il nostro io e
per il nostro destino. Ancora il prof. D’Ambra:« Il Papa scrive
nella Redemptor Hominis: “L’uomo rimane per se stesso un essere
incomprensibile, la sua vita è priva di senso unitario se non
incontra Gesù Cristo. Per questo è Cristo Redentore che rivela
pienamente l’uomo all’uomo stesso”». L’alternativa,
quindi?
«I
santi. Il santo è per la Chiesa la figura dell’uomo vero. Edith
Stein, nata ebrea e convertita cattolica, avendo abbracciato la vita
religiosa delle Carmelitane, è stata proclamata santa da Giovanni
Paolo II. Quale miglior punto di vista che il suo, per comprendere la
concezione della persona propria dell’esperienza cristiana che
sappiamo procedere direttamente da quella sorta nel popolo
d’Israele?».
Ci
torna in mente quanto disse un altro Papa, Pio XII, da sempre
ingiustamente accusato di non essersi opposto abbastanza alle
persecuzioni contro gli ebrei: “Noi – e si riferiva ad ogni
cristiano - siamo spiritualmente degli ebrei”. Chi accusa
oggi parlando a vanvera e a sproposito, è di quelli che soltanto ieri
saltavano da una parte all’altra della barricata, secondo la propria
convenienza personale. E sicuramente non può rintracciare, nel
proprio orticello di intellettuale, radici così profonde: qui si
tratta di un popolo che, con Abramo da Ur dei Caldei, attraverso la
mangiatoia di Betlemme, il Calvario e i viaggi avventurosi degli
apostoli, arriva quotidianamente nelle case, nelle strade e nelle
piazze con la dolcezza e la potenza di oltre 2000 anni di gloria. «Il
dramma del nostro tempo è tutto qui: appartenere a un popolo o
concepirsi soli». Grazie, professore.
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