CULTURA - ARTE

Nel panorama architettonico della regione è conosciuta come la “cripta di Sant’Adamo”, ma è forse opportuno definirla come la “cripta di Santa Maria Maggiore” per la sua localizzazione nell’omonima chiesa parrocchiale di Guglionesi. I recenti restauri l’hanno riconsegnato nella veste più elegante, pronta per essere ammirata da quanti decidano di visitarla con la lente del viaggiatore curioso o dell’esperto studioso. I documenti conservati non rivelano il mistero che avvolge la data della prima pietra. Gli studiosi appassionati al dibattito della datazione riferiscono della tradizione locale che vuole la chiesa e l’annessa cripta costruite o ricostruite da Roberto il Guiscardo per un voto alla Madonna. Siamo intorno all’XI secolo e ancora una volta un audace cavaliere lascia memoria di sé in uno dei gioielli dell’arte sacra molisana. Sembra incredibile che un “luogo di Dio” possa costruirsi in segno di devozione per una battaglia vinta, eppure non pochi monumenti, di centri grandi come di quelli piccoli, sono testimonianze di sfide memorabili.

La storiografia ricorda le dure battaglie contro i pirati saraceni, usurpatori assidui delle nostre coste, che nel tempo hanno costretto i centri abitati a fortificarsi e a difendersi. Talvolta alla miglior difesa si preferiva l’attacco e l’agguato, soprattutto quando eroici cavalieri della cristianità si armavano di tanta buona fede. Con una croce nello stendardo le sfide divenivano “battaglie della giustizia”, costringendo gli eroi ad una sorta di ordalìa. Le gesta dei cavalieri poi si tramandano nella tradizione orale di ogni popolo per diventare, con le opportune sfumature, leggende eroiche, le quali nel Molise spesso si fondono con l’intensa attività dei monaci benedettini, instancabili e pazienti operatori nella civiltà medioevale. Così la strana concomitanza del periodo in questione con la presenza nel borgo dell’abate Adamo (990/1060-1070) lascia il devoto immaginare che un qualche ruolo nella costruzione o nella ricostruzione della chiesa medioevale il benedettino l’abbia svolto, magari come sostenitore, come ispiratore o solo come intercessore spirituale del leggendario cavaliere. Non a caso le prime notizie sulla cripta sono legate proprio alla figura dell’abate. In un manoscritto del XVII secolo, rinvenuto nella biblioteca di una nobile famiglia napoletana, si narra la traslazione delle reliquie del patrono, alla morte sepolto nella scomparsa chiesa di San Paolo, in agro di Petacciato. Il tre giugno dell’anno 1102 le spoglie dell’abate furono trafugate dalla chiesa di San Paolo ad opera di un gruppo di guglionesani e deposte nella cripta di Santa Maria Maggiore. Da quel giorno il santo è nelle preghiere della sua gente. (...) 

Il testo integrale si può leggere sulla rivista "Made in Molise" n.5

 

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