 
Aggiornato:
 
		21/9/2017 ● Cultura
Un problema che rimane aperto: quale futuro per il Molise?
 Pietro Di Tomaso ● 1378
  Pietro Di Tomaso ● 1378 
        
        Abbiamo visto in un precedente articolo che coloro i quali difendono ad 
oltranza l’autonomia del Molise sostengono che adoperando meglio i finanziamenti 
erogati dalle istituzioni centrali (Governo, Europa) la situazione 
socio-economica volgerebbe al meglio. Con tale speranza, a mio avviso, non si 
riuscirĂ  mai a dare vita a un effettivo sviluppo auto-sostenuto in linea con il 
decentramento e il federalismo. Viceversa, con un mercato piĂą ampio come quello 
insito nel progetto di federazione delle tre regioni: Molise, Abruzzo e Lazio 
(Roma capitale resta autonoma)secondo un modello di progressiva integrazione 
degli interessi strategici in ambito commerciale, turistico, formativo, nel 
settore della ricerca, dell’ambiente, dell’agricoltura, delle infrastrutture ed 
altro, si centrerebbe l’obiettivo di una macro-regione di transito tra 
l’Adriatico e il Tirreno. Il Molise, purtroppo, viene agli onori della cronaca 
nazionale solo “per il folle malgoverno in cui i molisani si lasciano 
corresponsabilizzare” (così il compianto Federico Orlando). Dello stesso 
tenore il recente articolo di Sergio Rizzo “Il grande intrigo del potere in 
Molise: i dispetti tra il presidente e il predecessore e le manovre di uno 
stuolo di comprimari” (la Repubblica, 18 settembre 2017).
L’ex Ministro Fabrizio Barca, parlando di unione di territori, ha affermato che 
“un requisito fondamentale perché certi percorsi siano virtuosi e non 
semplici fusioni a freddo è il fatto che qualsiasi cambiamento sia endogeno ai 
territori e alle rispettive popolazioni”. Ciò posto, l’idea sopra menzionata 
di una federazione delle tre regioni (Molise, Abruzzo e Lazio) a mio parere è in 
linea con quanto precisato dal prof. Fabrizio Barca. Si può iniziare con un 
protocollo d’intesa, senza bruciare le tappe e individuando precisi ambiti di 
collaborazione. Toscana, Umbria e Marche hanno iniziato così e il loro accordo 
ha un respiro di circa cinque anni, fino al 2020. Secondo Enrico Rossi “se 
cominciamo a mettere insieme le politiche agricole, per lo sviluppo, per 
l’ambiente, e quelle per la tutela del paesaggio, può nascere davvero una 
regione dell’Italia centrale che non può avere nulla da temere rispetto alle 
grandi regioni dell’Europa”. Insomma, una unione tra Abruzzo, Molise e Lazio ci 
permetterebbe di perseguire l’obiettivo di condividere e sviluppare progetti 
ambiziosi. Le tre regioni si affacciano su due mari; il porto di Ortona, ormai 
scalo merci abruzzese di importanza internazionale, è legato a doppio filo al 
mar Tirreno. Vero e proprio perno intermodale tra mare ed entroterra, il bacino 
di San Tommaso sarĂ  in diretta connessione con il porto di Civitavecchia e la 
sua “authority” portuale. <<Ortona e Civitavecchia>> (ha detto il 
presidente dell’authority laziale, Pasqualino Monti) <<faranno sistema con 
una strategia di portualitĂ  e di logistica che integrerĂ  per la prima volta due scali italiani 
che affacciano su sponde diverse (…) Noi vediamo in Ortona la possibilità di 
unire idealmente il Mare Tirreno con il Mare Adriatico attraverso due scali>>.
Di pari passo viene auspicato il progetto di un asse Tirreno-Adriatico che metta 
in collegamento il porto di Gaeta passando per Formia e Cassino fino a 
congiungersi con l’autostrada San Vittore del Lazio-Termoli. Il sindaco di 
Cassino, Carlo D’Alessandro ha scritto una lettera all’assessore alle 
infrastrutture della Regione Lazio, Fabio Refrigeri, ai consiglieri eletti sul 
territorio, al presidente della Provincia di Frosinone, al Rettore 
dell’Università di Cassino per dibattere sulla realizzazione del progetto 
dell’asse di collegamento strategico Tirreno-Adriatico (il collegamento 
autostradale San Vittore del Lazio – Termoli).
Il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso rilancia l’alleanza 
tirreno – adriatica tra i porti di Ortona e Civitavecchia (cfr. Terzobinario,it, 
30 luglio 2017). Concludendo, ritengo che Abruzzo, Molise e Lazio siano tra loro 
perfettamente complementari. Ai tre presidenti di Regione l’onere di valutare 
l’opportunità di un eventuale “Protocollo d’intesa” per le loro attività 
congiunte.
