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		16/10/2017 ● Cultura
Alternanza scuola lavoro: anche in Molise una freccia senza bersaglio
 Sergio Sorella ● 1338
  Sergio Sorella ● 1338 
        
        In questi giorni il tema dell’alternanza scuola lavoro è tornato alla ribalta 
per effetto delle manifestazioni organizzate dagli studenti che non ci stanno ad 
essere considerati in prevalenza forza lavoro non retribuita. La debolezza del 
sistema era stata messa piĂą volte in evidenza ma la narrazione, fatta dei soliti 
slogan, non ha consentito di affrontare laicamente il tema. In Italia ci sono 
1,5 milioni di studenti che stanno facendo alternanza; in Molise 3.000 ragazzi 
tra i 16 e i 19 anni sono impegnati in questi percorsi. Cosa stanno facendo? E’ 
utile per il loro percorso formativo? 
Le proteste degli studenti ci dicono che essi ritengono, in prevalenza, di 
perdere tempo e di essere sfruttati. Eppure l’alternanza potrebbe essere una 
buona modalitĂ  didattica. Il rapporto scuola lavoro necessita di un quadro 
unitario che preveda l’utilizzo coordinato di tutti i dispositivi normativi 
(alternanza, apprendistato, stage, tirocini). Invece i provvedimenti in materia 
sono scollegati tra loro.
In Italia negli ultimi 20 anni si sono susseguiti provvedimenti a raffica sulla 
scuola. E’ mancato uno studio approfondito su quale sistema d’istruzione abbia 
bisogno il nostro paese. In quest’ambito, per la scuola superiore non si riesce 
a costruire un sistema integrato dell'apprendimento permanente da realizzare con 
un impianto unitario, continuo, progressivo, verticale, superando tutte le forme 
di canalizzazione precoce. Occorrerebbe incrementare le competenze dei docenti 
con una sistematica politica della formazione iniziale e della formazione in 
servizio; promuovere le opportune misure di accompagnamento per far crescere una 
cultura della valutazione formativa centrata sulla didattica delle competenze 
(come strumento di innovazione metodologica) e sul superamento di una didattica 
prevalentemente trasmissiva. Mettere al primo posto l’obiettivo di costruire le 
condizioni per l’apprendimento basato sull’interazione con i contesti 
lavorativi. Da qui, per l’alternanza scuola lavoro, c’è bisogno di capire 
innanzitutto la capacitĂ  formativa delle imprese e delle singole realtĂ  
territoriali presso le quali gli studenti si recano. 
La legge 107/15 impone, invece, una quantitĂ  impressionante di ore a prescindere 
da tutto ciò. E strizza l’occhio alle imprese. Infatti, il comma 33 dichiara che 
l’alternanza scuola-lavoro viene attuata «al fine di incrementare le opportunità 
di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti». In un contesto dove le 
diseguaglianze aumentano, piegare la formazione delle nuove generazioni ai 
bisogni del lavoro che muta di giorno in giorno è insensato. Occorre, al 
contrario, una formazione culturale aperta e complessa, una educazione della 
mente che sappia affrontare con strumenti critici un mondo sempre piĂą 
velocemente mutevole. 
Eppure l’alternanza progettata e realizzata bene avrebbe un grande valore 
educativo e formativo. La domanda dalla quale partire dovrebbe essere: Quali 
parti del profilo degli studenti e delle competenze previste dagli ordinamenti 
possono essere realizzate in contesti lavorativi quali quelli in alternanza? Da 
qui bisognerebbe iniziare individuando: l’area del curricolo; l’area della 
formazione; l’area della “manualità”. La progettazione unitaria e collegiale dei 
percorsi in alternanza deve indicare le parti del profilo educativo, culturale e 
professionale da realizzare fuori dalla classe. Dunque, declinazione dei 
percorsi, dei tempi di realizzazione e delle modalitĂ  degli apprendimenti, 
modalitĂ  di certificazione delle competenze e relativa documentazione,in un 
curricolo interdisciplinare. 
La verifica e la valutazione dei percorsi di alternanza sono di competenza delle 
istituzioni scolastiche; la valutazione degli apprendimenti acquisiti in 
alternanza è certificata da parte dell’istituzione scolastica, tenendo conto 
delle indicazioni fornite dal tutor aziendale; le istituzioni scolastiche 
rilasciano una certificazione relativa alle competenze acquisite nei periodi di 
apprendimento mediante esperienze di lavoro. Ma per far questo occorre che 
l’alternanza scuola lavoro sia un modello didattico che trasforma il 
tradizionale concetto di apprendimento e sia un arricchimento della formazione 
dello studente indipendentemente dall’avviamento al lavoro, fino a rappresentare 
un raccordo con il territorio ed il mondo del lavoro.
Nonostante il grande impegno profuso dalle scuole, lasciate sostanzialmente sole 
in questa progettazione, la protesta degli studenti di questi giorni richiama 
alla necessitĂ  di rivedere il sistema. Continuare, invece, con le rigiditĂ  
previste dalla legge 107/15 serve alle imprese per avere manodopera gratis, 
riduce le ore di formazione per gli studenti, determina una scarsissima 
attenzione alla didattica. Una perdita di tempo in uffici a fare le fotocopie, 
se non un vero e proprio sfruttamento per i ragazzi ed un fallimento di una 
modalitĂ  didattica consegnata al pressapochismo ed alla rincorsa per certificare 
le ore obbligatorie che bisogna realizzare.
In Molise il tutto è reso più problematico per effetto delle poche realtà 
produttive e recettive presenti. Molti studenti sono in strutture che non hanno 
alcuna attinenza con il corso di studi e l’alternanza tra scuola e lavoro 
diventa solo parcheggio, snaturandola da modalitĂ  didattica per la quale era 
stata pensata.
