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		2/11/2017 ● Cultura
ANPI: "Giorgio De Sanctis, il più giovane decorato di Medaglia d'oro d'Italia"
 Redazione FPW ● 1535
  Redazione FPW ● 1535 
        
        Nato a Guglionesi (Campobasso) il 17 dicembre 1921, deceduto a Roma il 21 
gennaio 1982, funzionario ministeriale, Medaglia d'oro al valor militare.
Orfano di guerra (il padre, ufficiale medico, morì durante il primo conflitto 
mondiale), è stato il più giovane decorato di Medaglia d'oro d'Italia. L'8 
settembre 1943, De Sanctis si trovava, come sottotenente del Genio, a Trieste. 
Catturato con il suo reparto dai tedeschi e avviato a un campo di deportazione, 
il giovane ufficiale riuscì ad evadere nei pressi di Lubiana e a rientrare in 
Italia dove, passata la linea del fronte, raggiunse Bari. Qui si arruolò 
volontario nell'870° Gruppo guastatori del Genio (alle dipendenze del Servizio 
Informazioni Militari) e ne assunse il comando col grado di tenente. La 
motivazione della Medaglia d'oro al valor militare (consegnata a De Sanctis dopo 
che era già stato decorato di Medaglia di bronzo e di Medaglia d'argento), ne 
tratteggia così le imprese: "Giovane ufficiale del Genio, animato da alto senso 
del dovere e grande amor patrio, nell'ora difficile della lotta per la 
liberazione del Paese occupato dai tedeschi, al comando di un nucleo di 
guastatori, prima alle dipendenze dirette degli Alleati, poi inquadrato nei 
reparti del genio del Gruppo di combattimento «Friuli», si prodigava 
instancabilmente nel pericoloso lavoro della bonifica dei campi minati e 
disattivazione di ordigni esplosivi. Primo fra i suoi soldati, costante esempio 
di ardimento, trascinatore e esaltatore di eroismi. A Firenze, sotto il fuoco 
nemico, agendo personalmente, apriva agli Alleati la via dell'unico ponte 
rimasto intatto sull'Arno, guadagnando lode per sé e per il valore dei soldati 
italiani. Sul Senio, nella costituzione della testa di ponte che doveva aprire 
la via al Gruppo «Friuli» verso la vittoriosa avanzata su Bologna, mentre 
incurante della reazione di fuoco nemico, con pochi arditi disattivava mine, 
colpito e mutilato del braccio destro asportatogli da un colpo di mortaio, 
raccoglieva i suoi uomini feriti dallo stesso scoppio, li caricava sulla sua 
jeep che di persona guidava mescolando con essi dolore e sangue sino al più 
vicino posto di medicazione dove, serenamente vincendo il dolore e la debolezza, 
imponeva, fra la stupita ammirazione degli astanti, fossero date le prime cure 
ai suoi soldati pur meno gravi di lui. Figura di combattente da leggenda, ardito 
fra i più arditi, nobile e mirabile esempio di eroismo che ha saputo confermare 
e perpetuare nel tempo le tradizioni di valore del soldato italiano". Nel 
dopoguerra Giorgio De Sanctis, che sopravvisse mutilato, si laureò in Legge, nel 
1947, all'Università di Roma. Nel 1949 fu collocato in congedo assoluto ed 
iscritto nel Ruolo d'onore col grado di capitano. Promosso maggiore nel 1960 e 
tenente colonnello nel 1962, ha lavorato, sino al pensionamento, al Ministero 
del Commercio con l'estero come funzionario. Nel 2000, ad Udine, nella sala 
storica della Caserma del Genio guastatori, è stato collocato un busto della 
Medaglia d'oro De Sanctis.
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