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		10/11/2017 ● Cultura
Matteo Renzi un leader del “si perde” sempre
 Pietro Di Tomaso ● 1281
  Pietro Di Tomaso ● 1281 
        
        Renzi non pensa proprio di tornare all’idea del partito aperto con un organo 
di consultazione e di attuazione di quanto deciso. Continuerà all’insegna del 
“comando io”. Renzi – sottolinea il prof. Michele Prospero – porta ai limiti 
inusitati lo scadimento sociale del partito tramutandolo in veicolo di poteri 
finanziari. La precarietà viene eretta a sistema di vita con il Jobs Act. E con 
le decontribuzioni, gli sgravi, i sostegni alle banche le risorse assai scarse 
del pubblico sono indirizzate verso le agenzie del profitto privato. E la 
democrazia ha molto da stare in guardia dalle mosse affrettate partorite dal 
Nazareno.
<<Renzi ha imposto la nuova legge elettorale con voti di fiducia, con forzature 
regolamentari. Senza sensibilità istituzionale, ha indotto i custodi della 
Costituzione a scelte controverse, confidando di trarre un vantaggio dalla legge 
elettorale, quale unico argine ai populismi. E invece, con le sue ruvide 
tecniche elettorali, consegna il sistema politico proprio alla sacra del 
populismo che culmina nel duello tra destre coalizzate e M5S. Entrambi i 
protagonisti del prossimo scontro di primavera possono ringraziare l’autorottamatore 
del Pd>> (Michele Prospero).
<<Fallita la strategia dello sfondamento al centro, in una caccia grossa ai 
moderati orfani del cavaliere, il Pd precipita in una terza posizione nella 
raccolta dei voti che lo rende scarsamente competitivo>> (Prospero).
Insomma, la sinistra che ha scelto la strada dell’autonomia <<deve puntare a 
ricostruire una cultura, un’organizzazione, un radicamento sociale per 
rispondere come forza pronta alla crisi irreversibile del Pd>> ( Michele 
Prospero).
In conclusione, dopo il referendum del 4 dicembre, Matteo Renzi prende un’altra 
sonora sconfitta. Da segnalare la disaffezione degli elettori verso la politica 
e verso l’espressione del voto. Ciò indipendentemente da chi siano i candidati. 
Enrico Rossi presidente della regione Toscana sottolinea che si registra in 
Sicilia un’altra grave sconfitta per il Pd, come accade regolarmente ormai dal 
2015 in tutta Italia. “Stupefacente che perdono loro e bastonano noi e Grasso. 
Cinque anni di guida renziana e di politiche neoliberiste del governo fanno 
risuscitare Berlusconi e vincere la destra, gonfiano le vele della protesta 
grillina e dell’astensione”. A proposito di neo-liberismo, Matteo Renzi ha 
dichiarato di essere incuriosito del presidente francese Macron (che per 
l’appunto è neo-liberista).
