Aggiornato:
		15/10/2018 ● Caro Direttore
10 minuti... possono cambiare il sistema… per una società più umana
  Gianfranco Lalli ● 1662 
        
        Caro direttore
grazie, perché ci da modo di pensare ad alta voce e di poter condividere 
pensieri e vissuti sul suo blog.
L’esperienza del terremoto che abbiamo vissuto, da poco ed in vario modo, credo 
che abbia lasciato in tutti l’amara verità di quanto sia sproporzionata la forza 
del sisma rispetto a tutte le certezze e bei traguardi che come uomini, con 
ingegno e sacrifici, abbiamo raggiunto nel tempo. Ho trovato l’esperienza del 
terremoto un evento di grande umiliazione umana e mai, come ora, ho colto 
dalle sue conseguenze che lo “sfratto” per inagibilità della casa sia 
significato per diverse famiglie coinvolte, spogliarle di un diritto sacro più 
di quanto possa esserlo il diritto al lavoro. 
Dal mio passato servizio africano, ho imparato che la promozione umana deve 
tener conto di 5 aspetti della vita dell’uomo: la dimora, il lavoro,
il cibo, la salute e l’istruzione. Quando uno o più di 
questi aspetti è disatteso o addirittura negato si genera povertà e miseria, 
diversamente se tutti questi aspetti vengono soddisfatti, promossi, determinano 
un processo di umanizzazione evidenziando così anche il grado di civiltà di una 
nazione. Questi parametri possono sempre essere ricalati come un “filo a 
piombo” dentro ogni sistema sociale, nel suo costante divenire, per vedere 
le qualità umane presenti della vita della gente. 
Non è scontato che i diritti della persona siano acquisiti una volta per sempre 
e rispettati da una società come la nostra. Senza accorgersene o, ahi-noi, con 
chiara consapevolezza il servizio all’uomo risente di iter burocratici 
che negano -a mio avviso - il primato del valore della persona, la offendono, la 
umiliano quanto un “terremoto”… 
La burocrazia di cui tutti ci lamentiamo è come la matrigna di 
Cenerentola memoria…che non ama Cenerentola avuta dal suo papà rimasto vedovo, 
perché non è carne della sua carne come invece le sue due figlie naturali che 
potremmo chiamare benissimo “indifferenza ed indolenza”. Cenerentola è il 
nome che le viene dato per umiliarla ricordandole il suo stato servile. In 
fondo, non è anche per noi lo stesso tutte le volte che i nostri bisogni, disagi 
e sofferenze non vengono ascoltati e soddisfatti in tempo opportuno per un 
semplice “rispetto di un iter burocratico” e rimaniamo così in uno stato 
di “sottomissione” al quale ci siamo talmente adattati da saper “alzare solo le 
spalle”? Desiderando che arrivino tempi migliori… e magari che arrivi come per 
Cenerentola il Principe Azzurro? Poiché siamo gente con i piedi per terra… e non 
sognatori, un Principe Azzurro resta un personaggio bello delle fiabe, eppure 
provare a cambiare il sistema burocratico credo sia possibile: un piccolo 
accorgimento personale di 10 minuti! 
Se ci impegnassimo a fare il lavoro di un'ora in 50’ minuti? In 6 ore 
giornaliere guadagneremmo un’ ora, un giorno a settimana, 48 giorni l’anno per 
ogni singola persona, un tempo prezioso che anticiperebbe le risposte da dare 
alla gente. Moltiplicando 48 ore per tante persone, soprattutto quante sono 
quelle dentro gli iter burocratici..., avremmo una bella rivoluzione! 
Avremmo Enti pubblici virtuosi al punto che la “matrigna burocrazia” sarà 
messa fuori campo e come Cenerentola potremo essere rispettati come persone che 
meritano una “vita regale”. Sì, una vita regale, nobile, non fiabesca… concreta 
fatta di vero ascolto e risposta adeguata alle istanze della gente, perché la 
persona - diciamolo - è da Dio (mi chiedo, caro direttore, in questo momento 
storico che peso ha la persona in una società che ha tolto Dio?).
Il “Dio ignoto” che l’apostolo Paolo annuncia all’areopago di Atene - ai dotti 
del tempo - ce lo ha manifestato molto bene che siamo degni della sua Vita, 
semplicemente perché ci tratta da figli. Incarnandosi e morendo per ogni uomo, 
ha precisato qual è il valore dell’uomo. Infatti per Lui la “legge è per 
l’uomo, il sabato è stato fatto per l’uomo” (Mc 2,27). Per questa 
totale propensione per l’uomo, Cristo ha urtato non poco la “classe politica” 
del tempo al punto che è stato meglio che “uno morisse per la nazione che tutta 
una nazione perisse” dovendosi convertire ad uno sguardo diverso sull’uomo, come 
Fine e non più come strumento e schiavo della politica del tempo. Cristo guariva 
anche di sabato e ciò non era permesso dalla legge del tempo, perché per Dio 
l’uomo, nel bisogno, fa sempre eccezione alla regola… regola che serve nella 
misura in cui l’uomo è rispettato, servito e non soggiogato. 
“10 Minuti possono cambiare il sistema burocratico di cui tanto ci 
lamentiamo. 10 Minuti ad ora di “attenzione e buona volontà” da 
contrapporsi alla figlie della “burocrazia-matrigna, dell’ indifferenza ed 
dell’indolenza”.
Se 10 minuti possono sembrarci gravosi anche solo 5 minuti , a testa, 
basterebbero a cambiare il sistema… che continua ad umiliarci come un 
“terremoto”…e come una matrigna ci tratta da “figliastri”.
Lasciamo agire ancora la “matrigna”?
NB - Il richiamo alla figura fiabesca della “matrigna” è solo metaforico. La mia 
esperienza pastorale mi ha fatto incontrare donne che, diversamente, hanno 
saputo amare come propri figli anche quelli del nuovo coniuge vedovo. Se questo 
è possibile nella realtà anche la burocrazia può cambiare.
