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		22/2/2019 ● Guglionesani
Anno 1799: Giovanni, Giambattista e Giacomo, giovani guglionesani fucilati dai sanfedisti
 Antonio Sisto ● 5423
  Antonio Sisto ● 5423 
        
        Il 3 febbraio del 2019 ricorreva l'anniversario dei 220 anni dalla 
fucilazione dei fratelli Brigida di Termoli. Con loro, quel giorno furono 
fucilate altre persone tra le quali tre nostri concittadini di Guglionesi.
Le notizie degli avvenimenti di Francia del 1789 avevano contagiato i liberali 
del Regno di Napoli. Le umanitarie idee di uguaglianza sociale, l’abolizione 
della feudalitĂ , e altri diritti fondamentali sanciti nella Dichiarazione 
dell’uomo e del cittadino del 1789, specialmente nel ceto medio meno abbiente, 
avevano avuto l’effetto di riaccendere le speranze di libertà.
Anche i liberali molisani speravano molto dalla rivoluzione francese e, avevano 
aperto una segreta e seria corrispondenza con i liberali di Napoli, che giĂ  
erano chiamati Giacobini. Alcuni di loro si riunivano nel casino della baronessa 
di Castelbottaccio, Olimpia Frangipane. Qui, discutevano di letteratura, di arte 
e di politica. Olimpia Frangipane Ricciardi ebbe il merito di riunire nel 
palazzo Cardone di Castelbottaccio, un famoso cenacolo culturale neo-illuminista 
frequentato da ferventi sostenitori delle idee repubblicane di fine Settecento.
La famiglia Frangipane Ricciardi vantava origini antichissime e avevano 
acquistato fama, ricchezze e feudi nel Regno di Napoli al tempo degli Angioini.
Tra i piĂą noti frequentatori del circolo molisano ci furono: Vincenzo Cuoco 
scrittore, Marcello Pepe, Domenico Ricciardi, Domenico De Gennaro, giureconsulto 
di Casacalenda, Vincenzo Sanchez di Montefalcone, Costantino Lemaitre di Lupara, 
Scipione Vincelli di Casacalenda, Andrea Valiante, Nicola Neri. In seguito, 
quasi tutti furono arrestati, tradotti, processati e imprigionati a Napoli in 
Castel S. Elmo nel 1795 con l’accusa di congiura giacobina.
Anche i fratelli termolesi , Federico e Basso Maria Brigida, per avere 
abbracciato i nuovi ideali di libertĂ , per quattro anni furono reclusi nel 
carcere di Lucera. In seguito furono trasferiti nella Vicaria di Napoli. Erano 
figli di Maria Concetta Quici e Bernardo Brigida, famiglia benestante di 
Termoli. Il padre, era morto nel 1783, a soli trentotto anni. La famigli Brigida 
aveva fatto fortuna con il commercio all’ingrosso del grano. A Termoli, Bernardo 
Brigida ricoprì vari incarichi tra i quali quello di Mastrogiurato e di Cassiere 
della Regia Dogana delle Merci.
Il generale francese Jean Antoine Etienne Vachier, detto Championnet, il 23 
gennaio del 1799 entrava a Napoli, proclamava ufficialmente la repubblica e 
liberava tutti i prigionieri politici. Anche Federico, di anni ventidue, e Basso 
Maria, di anni ventiquattro, furono rilasciati e fecero ritorno a Termoli dove 
li attendevano le cinque sorelle e la cara mamma Maria Concetta. 
Purtroppo, la ventata di libertà che si era creata a Napoli con l’arrivo dei 
francesi era fortemente osteggiata, specialmente dalla sete di vendetta della 
Regina Maria Carolina d’Austria, moglie del re Ferdinando I di Borbone. La 
Regina, nei riguardi dei francesi provava profondo odio perché sua sorella Maria 
Antonietta e suo marito Luigi XVI, reali di Francia, nel 1793, erano stati 
ghigliottinati a Parigi. Con lo scopo di ristabilire l’ordine e la sovranità nei 
comuni molisani, dalla Sicilia, dove era fuggita con tutta la corte, dette 
l’incarico al Cardinale Fabrizio Dionigi Ruffo di assoldare bande mercenarie 
sanguinarie, di penetrare nelle cittĂ  e dare la caccia ai ribelli. Nacque cosi 
l’esercito della Santa Fede che, di fatto, segnò l’inizio della fine della 
Repubblica napoletana. 
In questo difficile contesto storico ebbe inizio la sanguinosa rappresaglia che 
iniziò con l’assalto del borgo di Termoli, e a seguire, di Guglionesi, Palata, 
Acquaviva Colle Croci e Casacalenda. A Guglionesi, la ferocia barbarica, fu 
fermata da un uomo coraggioso e molto risoluto: Vincenzo Adamo Pizzi. Questi, 
senza nessun timore, ebbe il coraggio di affrontare e sfidare a viso aperto quei 
violenti avanzi di galera e, con raffinata ed efficace eloquenza, e senza 
nessuno spargimento di sangue, li convinse a desistere dall’attaccare il borgo 
guglionesano e di andarsene per la loro strada. 
Scrive Angelo Maria Rocchia nel Racconto dei fatti accaduti in Guglionesi 
dall’anno 1799 al 1820, 1999, alle pagg 7 e 21, Edizioni Enne.
"Veniamo cosi informati della triste fine toccata ad Adamo Pizzi che aveva 
difeso Guglionesi da un possibile attacco dei mercenari albanesi... Nel 1810 il 
primo gennaio i soldati murattiani trascinarono seco loro anche il signor Adamo 
Pizzi imprigionato a tradimento. Il Pizzi fu fucilato sul luogo...".
"Arriviamo al 
giorno 3 febbraio 1799 quando un gruppo di feroci sanfedisti attaccò il borgo di 
Termoli al grido di: viva la Santa Fede, morte ai Giacobini. I cittadini, presi 
alla sprovvista non sanno difendersi come le altre volte, né con le armi, né con 
la sassaiola che in altri tempi operarono prodigi. Assaliti, urtati, 
sbaragliati,sparpagliati sono inseguiti, calpestati fin nelle loro case a scopo 
di vendetta e di bottino. Quella gente raccogliticcia, armati di archibugi, 
spiedi, coltelli,urtano le porte, le squassano,le rompono, entrano e 
s’impossessano di quanto trovano non escluso un cannone che portano via per 
altri eccidi. Vecchi, fanciulli, donne, non han forze a resistere;schiacciati da 
numero cedono:voci di pietà, gridi di orrore, gemiti non avevano eco nell’animo 
degli assalitori: era sete di sangue e di bottino. Perseguitavano i designati, 
cercandoli negli antri piĂą nascosti. Traditi dallo scaccino Pasquale Marchese, 
furono catturati da quelle belve umane. Li trascinarono legati e seminudi. A 
trecento metri circa dalla porta della cittadella, nella localitĂ  detta Molino a 
vento, li fucilarono, come il buon canonico D. Macario De Fanis ha avuto il 
merito grandissimo di tramandarcelo: D.r Francesco Saverio di Claudio, Don Basso 
Maria Brigida, D.Giuseppe Puca, Giovanni di lui figlio, D. Giambattista Massari, 
Giovanni Lione, ed un soldato venuto da Pescara di cui non mi è riuscito sapere 
il nome e la patria, sono morti senza sacramento alcuno, perché voluti Giacobini 
dagli Albanesi fra i quali furono feriti ancora D. Domenicantonio di Claudio, D. 
Federico Brigida e Giacomo De Sanctis. 
Domenicantonio di Claudio e Federico Brigida furono imprigionati a 
Campomarino. Federico, venuto a conoscenza della morte del fratello Basso Maria, 
per il dolore, rifiutò le cure carcerarie e si lasciò morire piano piano; morì 
dopo 14 giorni. Domenicantonio di Claudio, guarito, ingrossò le file 
repubblicane e poi espulso dal Regno.
Il De Sanctis, svincolatosi dalle mani degli assassini, poté fuggire. Il De 
Sanctis moriva sette giorni dopo. Come riportato dal libro Parrocchiale dei 
morti dal 1794 al 1801, di Guglionesi: "Collinisy.--- Anno D.m 1799, die 
10 M. Febb.rii Jacobus de Sanctis. Fil. Adam, et Annae M. Altonome, aetatis suae 
annorun 17 circiter, domu prop.a refactus sacramentis omni eius anima Deo reddit 
in Com. e S. ae Matris Eccles. Eiusque corpus fuit sepolt.m in Eccl. SS. Rosarjj""
[Guglionesi.---- Anno del Signore 1799, il giorno 10 Febbraio Giacomo De 
Sanctis, figlio di Adamo e Anna M. Altonome, di circa diciassette anni di etĂ , 
nella sua casa munita dei conforti religiosi ha ridato la sua anima a Dio in 
Comunione con la Santa Madre Chiesa. Il suo corpo fu sepolto nella Chiesa del 
Santissimo Rosario].
***
Alcune notizie sulle tre vittime guglionesane
"Giacomo De Sanctis è nato a Guglionesi nel 1782. Figlio di Adamo De Sanctis 
e Anna Altonome".
“Giovanni Lione nato a Guglionesi, si stabilì a Termoli, comprò una casa 
sulla Pubblica Piazza (istrumento d’acquisto 1792) quivi istallò la sua 
scarperia, ove lo trovò il Notaro Crisandro de Lillis della Terra di Guglionesi, 
(atto dell’8 agosto 1793)portatosi qui a consegnare una carta al D.r Bassani. 
Sposava il 27 gennaio 1788 Maria Giovanna di Claudio sorella di Francesco 
Saverio Domenicantonio, come da atto matrimoniale di Don Basso Niccolò Canonico. 
Decano. d’Antonolo Economo Curato.”
“Giambattista Massari nasceva a Guglionesi nel 2 Dicembre 1777, Come da atto 
di nascita dell’Arciprete Rev. Ignazio Polidori della chiesa S. M. Maggiore di 
Guglionesi, Anno D.m 1777 die 2 M.us.
Era figlio del D. Adamo Massari di Guglionesi e di D. Aurora Quici, sorella di 
Maria Concetta, madre dei fratelli Brigida. Si sposarono in Termoli il 21 
gennaio del 1776 come da atto matrimoniale di Don Basso Niccolò Can. Dec. d’Antonolo 
Econ. curat.”
Sul perché, i nostri concittadini si trovassero nel borgo di Termoli il giorno 
dell’assalto dei sanfedisti, si possono fare solo delle supposizioni. Su 
Giovanni Lione, nato a Guglionesi e residente a Termoli, non si hanno notizie 
certe. Anche se le famiglie di Giambattista Massari e Giacomo De Sanctis erano 
d’idee liberali, non vi è nessuna fonte documentale che dimostri un loro 
coinvolgimento diretto a favore dei giacobini. E’ molto probabile che, 
Giambattista Massari, essendo cugino dei fratelli Brigida, possa essere andato a 
Termoli per salutarli dopo che questi erano stati scarcerati, portando con sé, 
per compagnia, il giovane, quasi coetaneo, Giacomo De Sanctis.
Sui guglionesani, ecco cosa scrive Angelo Maria Rocchia nel: Racconto dei fatti 
accaduti in Guglionesi dall’anno 1799 al 1820, 1999, pag. 17, Edizioni Enne.
"…nella reazione degli Albanesi i giovanotti Giovanni Massari e Giacomo di 
Adamo De Santis, andati in Termoli piĂą per curiositĂ  di vedere le gazzarre che 
vi si facevano, anziché di prender parte alla repressione, furono presi dagli 
Albanesi, e nonostante la loro tenera età, furono fucilati co’ fratelli Brigida 
di Termoli solo perché appartenevano a famiglie liberali".
Sullo stesso argomento, in : Storia di Guglionesi attraverso Documenti e Reperti 
Archeologici, 1984, pag.20, Stamperia “Carunchio” di Romanelli A, si legge: "…si 
piantò l’albero della libertà. Sotto questo albero furono celebrati anche i 
matrimoni. In Guglionesi sorsero due partiti: democratici e realisti. Gli 
appartenenti ad entrambi commisero molti eccessi (rapine, omocidi ecc…)".
Con la reazione borbonica, assieme ai fratelli Brigida di Termoli furono 
fucilati i giovani Giovanni Massari e Giacomo De Sanctis di Guglionesi.
La Repubblica Napoletana durò 142 giorni, dal 23 gennaio al l3 giugno 1799. 
Le notizie virgolettate riportate nel testo, sono tratte da: Una pagina della 
storia di Termoli, Ricerche storiche sui fratelli Brigida e altri, nella 
rivoluzione del 1799 (Documenti inediti), del Dottor Saverio Cannarsa, 
Napoli, Editore Attilio Monaco, 1895.
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Un grazie particolare a Don Gianfranco Lalli, Parroco della 
nostra parrocchia, che mi ha messo a disposizione il registro dei morti 
dell’archivio parrocchiale, dove ho potuto verificare la buona conservazione del 
documento.
Un grazie fraterno al Presidente dell’Archeoclub di 
Termoli Oscar De Lena, autore di un libro sui fratelli Brigida di recente pubblicazione, per avermi fatto conoscere questo mondo a me sconosciuto 
mettendomi a disposizione la corposa documentazione del suo archivio su un 
argomento storico poco curato e dettagliato nei riguardi dei nostri compaesani.

Documento dall'Archivio storico parrocchiale di Guglionesi
