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13/5/2019 ● Caro Direttore
Tra Francesco e il Pd scelgo Francesco
Caro direttore,
due notizie, tra quelle lette nei giornali di questa domenica, mi hanno fatto
sorgere a proposito del voto delle ormai prossime elezioni europee, un
interrogativo: tra l’economia di Francesco e le alleanze del PD: chi scegliere?
Di quali notizie si tratta?
LA PRIMA: il messaggio del Papa ai giovani e la convocazione dei giovani
imprenditori ad Assisi. I giovani, per Papa Francesco, sono il cuore della
società . Più di una volta ha chiesto loro di tirare fuori il coraggio, “di
essere rivoluzionari, di andare controcorrente e di ribellarsi a questa cultura
del provvisorio. Per favore, non lasciate che altri siano protagonisti del
cambiamento! Voi siete quelli che hanno il futuro! […] Vi chiedo di essere
costruttori del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo miglioreâ€.
Cosi il pontefice “ …. quando al centro del sistema non c’è più l’uomo ma il
denaro, …. quando il denaro diventa un idolo, gli uomini e le donne sono ridotti
a semplici strumenti di un sistema sociale ed economico caratterizzato, anzi
dominato da profondi squilibri. E così si ‘scarta’ quello che non serve a questa
logica: è quell’atteggiamento che scarta i bambini e gli anziani, e che ora
colpisce anche i giovaniâ€.
Il Papa lancia il nuovo percorso: “l’economia di Francescoâ€. In cosa consiste?
Promuovere “ …. un nuovo patto comune, un processo di cambiamento globale che
veda in comunione d’intenti non solo quanti hanno il dono della fede, ma tutti
gli uomini di buona volontà , al di là delle differenze di credo e di
nazionalità , uniti da un ideale di fraternità attento soprattutto ai poveri e
agli esclusiâ€. (da Uffington Post)
LA SECONDA: il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti sarà oggi a
Torino con Stanislas Guerini, delegato generale de La Republique En Marche, per
un’iniziativa dal titolo “Contro i nazionalismi.
Per cambiare l’Europaâ€. Il leader di ‘En Marche’,"viene a proporre al Pd “
una unione delle forze progressiste contro il raggruppamento costituito dai
nazionalisti, dai sovranisti e dai populisti che senza fronzoli fanno finta di
andare oltre le loro contraddizioni. … una unione di facciata … che ha come …
’unico denominatore comune … la distruzione del progetto europeo. Di fronte a
questa impostura le forze progressiste si devono unire, mettere da parte le loro
divergenze, e difendere il progetto europeo “. Ed aggiunge “serve che chi crede
nell’Europa prenda le proprie responsabilità unendo le forze. In Francia con la
lista ‘Renaissance’ vogliamo riunire i liberali, i democratici, i progressisti.
Vogliamo unirci contro quelli che vogliono dividereâ€.
Il progetto sul piano politico è certamente interessante. Ma, a due settimane
della scadenza elettorale, presenta i difetti di politicismo perché manca di
‘contenuti’ su cui costruire un fronte che non sia di mera ‘resistenza’. Quindi,
debole e subalterno alle politiche che sono all’origine dello scoppio dei
sovranismi e dei cosiddetti populismi.
Negli ultimi decenni da parte dei governanti ‘democratici’ è stata ignorata la
questione sociale spesso derubricata a resistenza parassitaria e ribellista di
chi per colpa sua è fuori dal sistema. Io mi sono andato convincendo che
all’origine della crescita del consenso al populismo , ci sia un corto circuito
nel rapporto tra rappresentanti e rappresentati. Dovuto alla omologazione dei
rappresentanti democratici alla visione neo-liberista che fa del mercato il
nuovo idola del governo del mondo e delle nazioni. Un errore strategico dovuto
ad una subalternità culturale, soprattutto delle forze della sinistra al
capitalismo globalizzato in nome del dogma del PIL.
Un rassemblement anti-populista senza un’agenda che rimetta la politica al
centro per governare gli ‘spiriti animali’ del turbo capitalismo è destinata ad
avere vita breve. Sarebbe stato necessario che la proposta di alleanza fosse
intrecciata con un’agenda, per costruire una nuova Europa democratica ed unita.
a) Una Europa sociale non impiccata al rigore ed al vincolo del pareggio di
bilancio imposta dall’approccio nei-liberista. Che, negli ultimi decenni, ha
prodotto nella sola Europa una abnorme concentrazione di ricchezza e
l’impoverimento di milioni di persone, molti ridotti alla povertà assoluta?
b) Una Europa accogliente ed inclusiva che non si divide sui migranti e fa
mancare la solidarietà ai paesi del mediterraneo, primo approdo ‘naturale’ di
chi costretto a migrare dal continente africano e dai martoriati paesi del
medio-oriente;
c) Una Europa che sa unirsi approvando una costituzione democratica che
restituisca lo scettro ai cittadini-elettori circa la scelta di chi deve
governare.
Negli ultimi anni, il movimento En Marche, i liberali ed i democratici
(che certo sono meno peggio dei sovranisti) ed aggiungerei i socialdemocratici,
non sembra abbiano aiutato il processo di integrazione. Cosi come non l’hanno
aiutato i democristiani tedeschi che, con l’asse franco-tedesco, hanno cercato
di imporre l’egemonia teutonica sul continente. Oggi l’egemonia neo-liberista
assieme a quella franco–tedesca non riesce a contenere spinte sociali, cui
sarebbe necessario dare una risposta all’altezza dei problemi.
Con questi dubbi mi preparo al voto per le Europee 2019. Ma tra Francesco e il Pd scelgo Francesco.