BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000

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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilit alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attivit professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (oltre 4.000.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonch editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, cos , l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


24/2/2020 ● Caro Direttore

A cosa serve la Storia ed a chi serve la Storia?


  Cloridano Bellocchio ● 572


Caro direttore,
ho letto un suo breve commento a proposito di ricostruzioni surreali su vicende minori della nostra storia locale, dove si rintraccia l’origine di esse “…in un periodo di revisionismo “mediatico†dove ogni atto, documentato alla memoria delle fonti archivistiche, è sottoposto al rischio di moralismo, l’attribuzione delle “cittadinanze onorarie†tiene anche la politica, nonché un certo civismo, (in)consapevolmente attiva sulla strettoia dello storicismoâ€.

Con la storia non si scherza. La memoria storica ha un valore formativo ed esplicativo. La sua dimenticanza o una ricostruzione fuorviante o fantasiosa alimenta un decadimento inevitabile di consapevolezza sociale e ad uno spaesamento generalizzato.
Per questo, condivido ed apprezzo la presa di posizione. Che esprime preoccupazione circa il ‘rischio moralistico’ nell’utilizzo di certe informazioni ricavate da una lettura letterale, inesperta ed ingenua di documenti di archivio.

Naturalmente, ognuno è libero di passare il proprio tempo come meglio crede. Ma per diverse ragioni (che non sto qui a spiegare) credo nell’urgenza di adoperarsi (in modo corale e metodologicamente fondato) per ri-costruire una memoria storica della nostra comunità degna di questo nome.
Un obiettivo ambizioso e difficile dopo gli sconquassi degli ultimi trent’anni del 900. In quali, se da una parte hanno falsificato paradigmi e quadri interpretativi consolidati, dall’altra hanno fatto cadere in disuso (complice anche interessate politiche pubbliche) la pratica della conoscenza storica.
A tal proposito è bene tener presente la constatazione del grande storico Eric Hobsbawm. Il quale nella introduzione a Il Secolo Breve ebbe a scrivere: “…la distruzione del passato, o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono l’esperienze dei contemporanei a quella della generazioni precedenti, è uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani degli ultimi anni del Novecento. La maggior parte dei giovani alla fine del secolo è cresciuta in una sorta di presente permanente nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivonoâ€.

Insomma, per i nati negli ultimi decenni del secolo scorso, il ‘900 è diventato brevissimo. Come se un terremoto avesse sepolto tutto e con esso la memoria storica e l’interesse per essa.
In un tempo dove la spinta ad una marginalizzazione ed il rischio distruzione di culture e saperi dei territori più deboli che formano la sterminata periferia del mondo (di cui facciamo parte) risulta decisivo un recupero critico e consapevole del sé collettivo ed individuale nei vari contesti nei quali essi si trovano più o meno costretti ad agire. E questo solo la conoscenza della storia può aiutare a farlo. Evitando derive e scorciatoie resistenziali subalterne destinate alla sconfitta. Insomma, una rinnovata consapevolezza storica per affrontare le sfide del presente.

Invece imperversano i venditori di fumo. Quelli che si approcciano alla ricerca storica utilizzando, per riprendere la sua considerazione, il punto di vista etico (che pone il cercatore come misura di tutte le cose passate, presenti e future).

Lo storico per contro deve utilizzare una sorta di prospettiva emica (un termine caro all’antropologia) per aprirsi alla comprensione delle ragioni particolari che mossero i protagonisti. Tenendo ben presente, ovviamente i complessi legami tra locale-nazionale ed extra-nazionale e tra passato e presente.

In questo sforzo ben vengano i revisionismi. Se il caso, anche le critiche agli errori ed orrori del passato, purché utili a contribuire ad un innalzamento della consapevolezza storica. Ma a patto, di non utilizzarli ad uso e consumo di esigenze che poco hanno anche vedere con una rigorosa indagine storica.

Bellocchio Cloridano


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