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		15/9/2008 ● Cultura
"Esperienze di vita di scuola", Ferdinando Gizzi, cap. 5
 Ferdinando Gizzi ● 4022
  Ferdinando Gizzi ● 4022 
        
        
Ferdinando Gizzi
Esperienze di vita di scuola 
(diario di un direttore didattico)
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Oggi pomeriggio è venuto a trovarmi il collega Arturo della vicina scuola di 
Torano. Ha solo cinque alunni iscritti e a volte non si presenta nessuno alle 
lezioni. E’ un po' scoraggiato. “Di contro - mi dice - la mia solitudine 
mattutina la riempio studiando”. Mi ha portato una buona notizia: siamo stati 
ammessi tutti e due al corso di laurea in Pedagogia presso il Magistero di Roma.
Agli esami era stato dato una terna di temi ed io avevo scelto la seguente 
traccia “ Dialogo tra un detrattore e un ammiratore del cinematografo”. Volto 
pagina nel corso dei miei studi: la guerra, passando col suo rullo compressore 
sopra la nostra penisola, ha cancellato anche la facoltĂ  alla quale mi ero 
iscritto subito dopo il diploma, cioè quella di Scienze Coloniali. Senza più 
Colonie, che senso ha tale titolo di studio?
Passano i mesi. Matura sempre più in me la convinzione che la mia è l’attività 
verso la quale sono veramente portato; attivitĂ  che mi da infinita 
soddisfazione. Non ho dubbi: mi sento veramente idoneo ad aiutare gli alunni 
verso la loro maturazione e formazione.
Solo in qualche notte insonne alla gioia subentra il dubbio, il tormento, ma è 
la mia natura che è fatta così. Sono nato sotto il segno dei Pesci e, per 
giunta, nel mese di marzo: mese, cioè, del disgelo. Le nevi si sciolgono, i 
torrenti straripano, l’acqua scorre e dilaga ovunque. I Pesci nascono in questo 
diluvio: ignorano le frontiere, le barriere, gli spazi chiusi, conoscono il 
segreto di essere e non essere nello stesso tempo. Hanno bisogno di respirare 
l’infinito. Ecco perché mi abbatto e mi riprendo facilmente. Mi attacco al 
lavoro, agli alunni, ai miei studi.
Lavoro, studio, penso, ricordo, fantastico, mi abbatto e mi risollevo ... 
ContraddittorietĂ  della natura ! 
2) CAMPOZILLONE
“ Si, sono proprio amico della sfortuna e nessuna buona stella mi protegge ! “
Questo amaro sfogo, dai toni cupi, è il contenuto quasi giornaliero delle 
lamentele del collega di seconda classe, il maestro non di ruolo Monti, 
supplente di una collega permanentemente ammalata sin dal primo giorno di 
riapertura delle scuole. Comunque egli si ritiene un fortunato perché la 
titolare è assente da cinque mesi e forse prenderà un ulteriore periodo di 
aspettativa. 
“Con il servizio che spero di racimolare quest’anno, gli anni di preruolo sono 
cinque. Con questi titoli spero di poter superare il prossimo concorso. Sono, 
per giunta reduce di guerra ed ho diritto a partecipare ad un concorso 
riservato. Ho ormai trentatré anni e le precedenti prove d’esame, prima delle 
scoppio della guerra, mi sono andate sempre male. I posti ce n’erano pochi, e la 
selezione era rigorosa. In nessuno dei concorsi sostenuti sono stato ammesso 
agli orali”. Proprio per questo, il maestro Monti si prepara coscienziosamente e 
cerca il mio aiuto. Egli ha lasciato la sua bella Napoli e la sua casa sul mare 
di Posillipo per venire qui a Campozillone nella speranza di avere piĂą 
possibilità di lavoro e con ciò potersi presentare al prossimo concorso 
magistrale con una preparazione piĂą adeguata e con maggiori titoli.
Mi trovo, quindi, qui soprannumerario ancora in prova, su mia specifica domanda 
di trasferimento. 
Campozillone è una piccola frazione, posta a pochi chilometri da Mignano e ad un 
tiro di schioppo dalla nazionale Casilina, che collega Roma a Napoli. E’ lambita 
anche dalla linea ferroviaria che collega le due importanti città. E’ una zona 
con campicelli e qualche fitta boscaglia; vi sono isolati casolari non 
agevolmente collegati, specie durante i mesi invernali. Alla sommitĂ  della lieve 
altura si trova l’edificio scolastico da poco costruito; per accedervi bisogna 
percorrere una carreggiata che, quando piove, ha il fondo melmoso che si 
trasforma in vere e proprie sabbie mobili. 
Il vantaggio conseguito con il mio trasferimento è che sono tornato a vivere con 
i miei. Per raggiungere la scuola bastano 5 - 6 minuti col ciclomotore. In piĂą 
ho una classe soltanto, una quarta mista. Mi trovo bene. Vado d’accordo con i 
colleghi (in tutto 3). Respiro aria di casa, di monti, di sterpi, di trifoglio 
sparso e di erba medica, ma anche voci di fanciulli (pochi) vocianti e scalzi, 
figli di questa sana e modesta gente. Ogni tanto il collega Monti mi ripete che 
ha all’attivo tre corsi organizzati dagli enti, che a Napoli ha conseguito il 
diploma di specializzazione in ortofrenia e che, per tale motivo, è idoneo ad 
insegnare nelle classi differenziali e nelle scuole speciali; che ha insegnato 
alle scuole festive ed estive, nel doposcuola gestito dal Patronato scolastico, 
che ha a carico i genitori anziani. E’ persuaso nelle prossime prove d’esame 
farĂ  bella figura, supererĂ  la prova, vincerĂ  il concorso.
“Perché - egli dice - ho letto parecchie opere di pedagogisti; ho imparato a 
memoria le loro tesi pedagogiche e didattiche. Nel prossimo tema farò leva sul 
loro pensiero e per lo meno la sufficienza la meriterò”.
E’, quello di Monti, il pensiero di tutti coloro che si cimentano in dure prove 
alla ricerca affannosa di un posto di lavoro!

Panoramica di Guglionesi [Archivio famiglia Gizzi]

A scuola con ciclomotore [Archivio famiglia Gizzi]

Gli antifascisti [Archivio famiglia Gizzi]

Chieti vecchia cartolina [Archivio famiglia Gizzi]

Scolaresca di Mignano Montelungo [Archivio famiglia Gizzi]

Il castello di Mignano Montelungo [Archivio famiglia Gizzi]

Una passeggiata spensierata a Mignano Montelungo [Archivio famiglia Gizzi]
[Continua con prossima pubblicazione su Fuoriportaweb]
 
