BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000

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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilit alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attivit professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (oltre 4.000.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonch editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, cos , l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


28/5/2021 ● Cultura

La scomparsa delle classi sociali


  Arcangelo Pretore ● 826


E’ un dato di fatto che le Classi sociali non sono più socialmente definibili , sono scomparse , diluite nell’ampio mare dello spazio sociale dei luoghi su cui insistono gli aggregati umani, siano essi paesi, città, nazioni . Una scomparsa che sarebbe piaciuta a Karl Marx, poiché con queste anche l’antagonismo di classe : classe operaia avverso la classe padronale ; una lunga storica contrapposizione di cui oggi restano come pallidi simulacri gli officianti professionalizzati del “caro estinto” ( molti di loro , impropriamente istituzionalizzati - sono associazioni - il loro ruolo lo svolgono o lo hanno svolto praticamente a vita), ovvero i chierici dei sindacati e di quel che resta dei partiti storici . Allora, a quei tempi, sì che gli emuli “di Don Sturzo , di Longo e Berlinguer , le masse le rappresentavano in modo organico ( in senso gramsciano) . Scomparse le Classi non si è risolto il conflitto, in modo subdolo , sotterraneo e spiazzante ( nel senso che non impegna più le piazze con le sempre meno riproponibili prove muscolari ) l’antagonismo si è perfino accentuato e, camaleontico , si è reincarnato in due nuove fluide formazioni antagoniste : i dominanti ed i dominati. Invero nel complesso mare del lavoro c’è il vasto comparto degli autonomi , all’incirca un terzo della forza lavoro in Italia ; imprenditori che apparentemente non hanno padroni , benché anche loro fanno capo ad un diretto super dominante padrone : il mercato , la cui stretta dipendenza è stata drammaticamente messa in risalto proprio durante il periodo pandemico : un tempo grigio che ha visto le chiusure forzate di molti settori del terziario ; attività , quasi ogni giorno sotto l’attenzione dei mezzi di comunicazione per le insostenibili penalizzazioni dovute all’azzeramento della domanda, che hanno indotto una drammatica diseconomia di settore prima sottostimata poiché imprevista e forse imprevedibile che ha messo a dura prova l‘esercizio di tante fragili attività terziarie autonome . Il rapporto tra dominanti e dominati , semplificando , è riconducibile a due categorie sociali definite , da : coloro che contano e coloro che non contano ; coloro che sanno e coloro che ignorano ; coloro che hanno gusto per le cose del mondo ( e di genere) e coloro che non ne hanno. Volutamente ho enfatizzato in primis il contare -nella sua doppia accezione del vocabolo - poiché è più facilmente riconducibile a coloro che hanno il denaro cash, subito spendibile, e coloro che ne hanno una disponibilità limitata o non ne hanno . Poiché il limite incerto , sempre mobile , tra dominanti e dominati è provvisoriamente fissato e si misura mettendo in campo le molto distanti possibilità di consumo dei due “schieramenti” ; una dominanza oggi ostentata , ma non “guerreggiata “, tuttavia ancor più antagonista di ieri . La classe subalterna che in passato speranzosa aveva inneggiato al Sol dell’Avvenire per realizzare in Terra il comunismo ( ovvero una società senza classi e quindi di conseguenza senza la proprietà dei beni ), avendogli , l’Imperialismo oramai globalizzato e iperdominante , saggiamente e liberalmente accordato , come il biblico ricco Epulone , le briciole della ricchezza mondiale ha permesso , almeno ad Occidente , di raggiungere mediamente un benessere che può dirsi perfino soddisfacente (in vero, Il riuscito e consolidato mix pubblico privato dell’economia dei più progrediti Stati- nazione ha aumentato il reddito medio pro capite, ha reso fruibili e universali i servizi sanitari, ha allungato la speranza di vita media ; con le proteine nobili dovuto all’aumentato consumo di carne ha innalzato la statura media degli italiani , con la scolarizzazione di massa ha quasi debellato l’analfabetismo ) . Purtroppo con ingenuità , forte della relativa sua mutata capacità di consumo la classe dominata si è messa a rincorrere e a scimmiottare sullo stesso terreno , il consumismo del ristretto gotha dei ricchi invece di continuare, inutilmente ,almeno ad Occidente a sognare con messianica attesa lo screditato comunismo già realizzato . Un uniformismo di facciata , quello del libero accesso ai consumi , accolto con superiore accondiscenza se non con riprovazione dai dominanti, i pochi che invece sono ricchi di fatto, i quali rilanciando hanno adottato un inarrivabile stile consumistico d’alto bordo . I primi infatti possono avere lo yacht ormeggiato al porto di Ischia , i dominati no ; i primi possono avere eventualmente una seconda residenza alle Baleari , loro no. Gli uni , passando alla settima arte , possono preferire “ , il visionario “ “L’angelo Sterminatore” di Bunuel o, del medesimo regista , fate voi “ Bella di giorno”, gli altri un dozzinale film holliwoodiano; i dominanti , La Sinfonia n° 40 di W. Amadeus Mozart , i dominati , magari l’Orietta Berti del “ fin che la barca và “. Chiedo venia per le arbitrarie citazioni, a confronto , sono evidenti forzature , spero di qualche utilità , per rimarcare le distanze socioculturali tra le nuove classi emergenti . Ma a non volere essere generici sulla spropositata crescita delle disuguaglianze è bene riflettere su alcune cifre che di tale ingiustizia economica danno debito conto . L’industria dell’auto impegna nel settore in Italia circa 1,25 milioni di addetti , la spesa dell’ex Fiat, per stipendi e salari ammonta a 27 miliardi di euro , il fatturato del settore è di 344 miliardi di euro , il 20% del Pil ; detratto il gettito fiscale di 76,3 miliardi ( 2019), la differenza sostanzialmente è da ripartire tra costo di produzione e profitto ; le conclusioni vanno da sé . Si evince da un semplice confronto dei dati come un’ élite di dominanti incassi larga parte dei profitti . Senza entrare in merito della complessa gerarchia dirigenziale delle grandi aziende e dell’azionariato , entrambi beneficiari dei profitti , delle cedole, delle munificenze del comparto . Per avere un’idea della scandalosa asimmetria tra chi possiede la ricchezza e spesso è nel contempo percettore anche dei redditi più esorbitanti è opportuno mettere a confronto le cifre dei compensi dei dirigenti aziendali apicali con le retribuzioni di un lavoratore di media fascia . E, per validare il vertiginoso aumento oggi della disuguaglianza è illuminante portare ad esempio quello del recordman alla guida di Unicredit Andrea Orcel che percepisce un compenso annuo di 7,5 milioni di euro . Non oso neanche calcolare quante volte lo stipendio medio annuo di un comune lavoratore “dominato “ stia in quella cifra ! ( Fonte : il Sole 24 ore , 18 aprile 2021, l’Espresso , 18 aprile 2021 ). Il dato , con altri altrettanto esorbitanti , in merito si tenga conto degli spropositati compensi delle star dello sport e dello spettacolo . Sono tali compensi di qualche utilità per dar conto di quanto sia a dismisura aumentata in termini di ricchezza posseduta la distanza che separa i ricchi dai medi detentori della ricchezza della nazione. Il centile superiore ( l’1%) degli italiani detiene all’incirca il 20% della ricchezza della nazione ; con qualche stacco , più o meno alla stessa stregua di quel lo 0,7 % ( circa 35 milioni) della popolazione umana che detiene il il 44% della ricchezza mondiale . Cifre messe in campo per sottolineare quanto oggi sia scivolata in basso la classe media ( ma se ne sarà accorta?) e quanto la disuguaglianza economica ( e l’ingiustizia sociale ) sia oggi aumentata anche In Italia . Secondo la stima di Credit Suisse , altra fonte accreditata, la quota di ricchezza detenuta nel 2014 dall’1% più ricco degli italiani era del 21,7% della ricchezza totale della nazione E, in concomitanza, è preoccupante rilevare di come in modo criptico sia aumentato l ‘antagonismo tra dominati e dominanti , il quale , invece di acuirsi nella società e uscire allo scoperto si è stemperato e perfino mitigato , riassorbito in parte da un apparente liberalismo che nell’accesso al consumo teoricamente sembra porre democraticamente tutti sullo stesso piano . In fondo tutti possono competere liberalmente per accedere all’acquisto di oggetti o ai servizi di maggior benessere individuale e familiare . C’è che le disponibilità economiche della nutrita schiera massificata dei dominati per tanti è ferma sulla soglia di chi non ce la fa ad arrivare a fine mese oberato dalle spese , dal mutuo della casa da pagare, da quel 30 % di figli giovani in età lavorativa di fatto disoccupati . Nell’attuale società dei consumi , da approfondite ricerche sociologiche risulta che l’appartenenza sociale si gioca sostanzialmente su tre “capitali” : Il capitale economico, che dipende in larga parte dalla lotteria della nascita; il capitale culturale e di orientamento sociale che ancora una volta dipende dal background familiare e, infine , ma non per ultimo , dal capitale relazionale sociale che scaturisce , si forma e si consolida coniugando con efficacia primi due . Come si è prima rilevato l’attuale organizzazione dello Stato attraverso i suoi servizi universali garantisce un certo benessere che ha mitigato se non eliminato lo sfruttamento più bieco , attenuato dall’uso delle, comunque alienanti tecnologie , ma anche da una interessata “ gentilezza” premiale all’interno dei luoghi di lavoro ; quest’ultimo aspetto del premio aziendale rappresenta un espediente economico aggiuntivo che comunque, in modo fiduciario di fatto incrementa la produttività del lavoro . E, se lo sfruttamento , che vedeva nel tardo ottocento i lavoratori delle miniere impegnati per dodici ore a lavorare seminudi in condizioni ambientali pietose non è più riproponibile ; oggi il discrimine si è spostato dall’inumano sfruttamento del passato a quello più fine dell’esclusione sociale , per censo ,per cultura , per la scarsità delle relazioni sociali importanti , stabilendo, di fatto, però per pudicizia , senza esplicitarlo , il limite spesso invalicabile tra dominanti e dominati poiché l’ascensore sociale da tempo è bloccato proprio dalla sinergica cogenza combinata dei tre aspetti che sottendono l’occupazione di un determinato spazio sociale . Da ciò ,di conseguenza, discende che una rideterminata “classe ” oggi è definita dal modo in cui viene PERCEPITA , nonché dal suo modo di essere, dal suo comportamento sociale . Ed è probabilmente tale esclusività di appartenenza ai dominanti che determina l’esclusione; pertanto è all’interno dell’approccio consumistico che si gioca l’attuale perdurante e rinnovato antagonismo sociale ; una partita in cui : “ il gusto , in quanto padronanza pratica del modo in cui si distribuiscono le varie proprietà – i tre capitali – che consenta su sentire e presentire ciò che probabilmente si verificherà o non si verificherà , e in modo inscindibile , di sentire o no affinità con un individuo che occupa una determinata posizione nello spazio sociale , funziona come una specie di senso dell’orientamento sociale , per cui indirizza coloro che occupano un determinato posto nello spazio sociale verso le posizioni sociali consoni alle loro “proprietà “: economiche intellettuali e di relazionalità sociale” , da : La distinzione, Pierre Bourdieu, Il Mulino, Bologna . Per essere più espliciti , nel nostro attuale tempo post moderno, post fascista, post comunista tale critica del gusto estetico si esplicita meglio richiamando quanto scritto dal su citato sociologo : “ Le prese di posizione oggettivamente e soggettivamente estetiche , ad esempio la cosmesi del corpo , l’abbigliamento o l’arredamento della casa costituiscono altrettante occasioni per provare o per affermare la posizione che si occupa nello spazio sociale come rango sociale da conservare o distanza sociale da mantenere “ D’altronde se lo status , almeno ad Occidente lo fa il censo , il sapere individuale , familiare e dinastico i poveri , non avendo una congrua capacità di consumo, oramai sono del tutto inutili , possono perfino fisicamente sparire come accade a coloro che dalle squassate carrette del mare dalla Libia tentano l’approdo alle nostre coste ; in molti , nullatenenti , mettendolo in conto in partenza , disperati annegando , sprofondano miseramente nelle acque del Mediterraneo . L’esempio nostrano che afferisce ad un'altra discriminante povertà , quella culturale , è rappresentata da coloro che, in questo sciagurato periodo pandemico , per paura , per poca meditata scelta rifiutano il vaccino ; lo fanno o per timore di remotissime complicanze post vaccinali o perché diffidenti ( è di recente accaduto in Campania che in tanti non si siano presentati per ricevere la seconda dose del vaccino AstraZeneca ) . Costoro , se infettati, privi un’ adeguata preventiva copertura vaccinale rischiano davvero di morire a causa del Coronavirus , com’ è accaduto a quei circa cinquecento deceduti in più rispetto ai circa 1500 decessi quotidiani attestati correntemente in precedenza in Italia , decessi che in una successione ininterrotta di giorni nel nostro periodo pandemico più tragico ( all’incirca la primavera del 2020) hanno destato scalpore soprattutto per la disperante e toccante solitudine con cui troppi malati se ne sono andati . Allo stesso tempo lor signori: politici, referenti istituzionali , super ricchi , volti noti dello schermo… certo che si fanno vaccinare ; anzi , nel farlo fanno sfoggio anche del non necessario passaggio mediatico, il quale oltre a riaffermare con l’adesione al protocollo la loro visibilità, indirettamente in modo aggiuntivo gli stessi vip ci avvertono , ci segnalano, che qualora qualcosa dovesse andare storto, loro troveranno sempre un modo altro per cavarsela .


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