 
Aggiornato:
 
		4/12/2021 ● Guglionesani
Annibale Ambrosiano (detto Nino), "Domiamo le fiamme, doniamo i cuori"
 Antonio Sisto ● 3840
  Antonio Sisto ● 3840 
        
        “Sono nato a Guglionesi il 3 aprile 1954. I miei genitori si chiamavano 
Giuseppe Ambrosiano e Rachele Vitantonio; papà faceva il barbiere a domicilio, 
mamma era una brava e rinomata sarta, stimata in tutto il paese per le sue doti 
umane e professionali. Ho una sorella più piccola di me, di nome Angela.
Le scuole elementari e medie le ho fatte a Guglionesi. Nel 1968 mi sono iscritto 
all’Istituto Tecnico Nautico di Termoli, dove mi sono diplomato nel giugno del 
1973; ricordo con piacere due professori di Guglionesi che hanno inciso 
positivamente sulla mia formazione scolastica: l’ingegnere navale, Pasquale 
Fulvio, detto Pasqualino e l’ingegnere di termodinamica, Luigi Ferioli, detto 
Ginetto. 
Dopo alcuni mesi ho avuto la fortuna di trovare subito un lavoro che mi ha dato 
modo di mettere a frutto il mio diploma scolastico e acquisire le prime vere 
esperienze sul campo. Il 16 novembre dello stesso anno mi sono imbarcato sulla 
petroliera Cabras, battente bandiera italiana; la sede centrale era a Cagliari 
in Sardegna, facevamo servizio sulla rotta mediterranea trasportando petrolio; 
la nave aveva una stazza di trentamila tonnellate. Caricavamo il greggio nella 
raffineria di Ras Lanuf, in Libia, facevamo la consegna a Casablanca in Marocco, 
e a Costanza in Romania, sul Mar Nero. Tra andata e ritorno occorrevano almeno 
tre giorni di navigazione. 
Sulla nave il mio ruolo era di Allievo Ufficiale Complementare di Macchina. 
L’organigramma dell’equipaggio era così composto: Comandante, 1° di coperta, 2° 
di coperta, 3° di coperta. Direttore di Macchina, 1° di macchina, 2° di 
macchina, 3° di macchina.
Eravamo perennemente in servizio, reperibili H 24, i turni di guardia erano 
dalle quattro alle otto del mattino e dalle sedici alle venti.
Stando lunghi mesi in mare, ti assaliva la nostalgia per la famiglia e per gli 
amici. Comunicare con il paese non era per niente semplice; in quel periodo a 
Guglionesi, e non solo, pochissime famiglie avevano il telefono. Per fortuna 
esistevano dei punti telefonici pubblici, ubicati prevalentemente in attività 
commerciali, dove si poteva fare o ricevere una telefonata; questo prezioso 
servizio era l’unica possibilità alla canonica lettera postale; io telefonavo al 
bar gestito da Tonino D’Agata e sua moglie Filomena Mugnano, dicevo loro di 
andare ad avvisare i miei genitori che, a una certa ora, li avrei chiamati. 
Mamma e papà con grande puntualità arrivavano al bar e attendevano pazientemente 
il loro turno; delle volte gli orari non erano rispettati, la colpa non era di 
nessuno, la voglia di sentire la voce di una persona cara era tanta ed era 
inevitabile che si creasse qualche disguido; il ritardo era del tutto 
comprensibile perché le comunicazioni riguardavano specialmente il Canada e 
l’America, dove c’era una notevole presenza di nostri emigranti e spesso le 
linee erano intasate. 
Fu durante un colloquio telefonico che mi fu comunicato l’arrivo della cartolina 
di precetto e che dovevo partire per la visita militare. Al primo approdo utile 
sbarcai a Savona, e con il treno, via Genova - Bologna, scesi a Termoli. Con la 
corriera, arrivai a casa, dove mi attendevano i miei genitori e mia sorella 
Angela.
Il giorno stabilito mi presentai alla Capitaneria di Porto di Pescara per la 
visita d’idoneità. Tutti i giovani che si erano diplomati all’Istituto Tecnico 
Nautico erano destinati a prestare il servizio di leva nella Marina Militare. 
Dopo i test attitudinali e i colloqui di rito, fui ritenuto idoneo a fare il 
soldato.
Nel mese di maggio 1974 sono partito per il Centro Addestramento Reclute, 
Maridepocar, di Taranto. Nella città pugliese sono rimasto tre mesi. Ricordo 
nitidamente il giorno del giuramento alla patria. Fu una manifestazione 
bellissima, allietata dalla presenza di alcuni amici arrivati, per me, da 
Guglionesi. 
Ad agosto sono stato trasferito a Brindisi, nei Mezzi da sbarco del Battaglione 
San Marco. Qui incontrai un mio coetaneo di Guglionesi, Vincenzo Pellegrino, 
anche lui militare nella città pugliese. Mi disse che faceva parte della Brigata 
Marina San Marco, un’unità del Corpo Speciale della Marina Militare Italiana che 
agli inizi degli anni settanta si era insediata a Brindisi. Con grande fierezza 
mi ricordò che il loro motto era stato adottato dai Marines americani. 
A novembre mi rimandarono a Taranto, fui assegnato ai Vigili del Fuoco del 
Deposito Militare di Buffoluto, dove c‘era un grande deposito di munizioni. Qui 
sono stato fino al congedo, avvenuto il 29 febbraio 1976, dopo ventidue mesi di 
leva obbligatoria.
Nella città di Taranto c’era un importante distaccamento della Nato, 
(Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord); per caso venni a sapere 
che nel centro era impiegato anche un mio concittadino che conoscevo benissimo, 
Sandro Terzano; con la famiglia, risiedeva nella vicina Martina Franca, una 
ridente cittadina della Valle d’Itria; Sandro era il fratello maggiore del mio 
amico Michele, il portiere del Guglionesi calcio degli anni sessanta/settanta. 
Michele Terzano era stato allievo del mitico Nicolino Marra, indimenticata 
saracinesca nero verde di quegli anni. 
Nel tempo libero, Sandro ed Io ci siamo incontrati alcune volte, inevitabilmente 
non potevamo fare a meno di parlare di calcio, considerato che entrambi, in anni 
diversi, abbiamo avuto l’onore d’indossare la gloriosa casacca nero verde del 
Guglionesi.
Io ero tifoso della JUVENTUS, lui era un patito sfegatato del NAPOLI, al pari 
dei fratelli, Dino e Vincenzo Angelucci. Mitici erano gli scontri verbali che, 
questi ultimi, avevano con gli zii Antonio e Mario Angelucci, tifosissimi, 
rispettivamente, della JUVENTUS e della FIORENTINA. In quegli anni, tanti erano 
gli appassionati di calcio che la domenica pomeriggio non potevano fare a meno 
di accendere la radio e ascoltare il famoso programma sportivo: “Tutto il calcio 
minuto per minutoâ€.
A Guglionesi, in quel periodo, erano tanti i tifosi carismatici e 
rappresentativi, ne cito qualcuno: Joe Mileti, del CAGLIARI; Salvatore Di Paolo 
e Domenico Pace, della FIORENTINA; Angelo Di Carlo, Manfredo Fiocco, Angelo 
Tana, dell’INTER; Antonio Del Torto, Dino Fusco, Michele Maurizio, della LAZIO; 
Antonio Artinghelli, Tonino Cacchione, Mario Miglietti, della JUVENTUS; Tonino 
D’Agata, Giuseppe Di Tommaso, Andrea Fiocco, Vincenzo Sabetta, del MILAN; 
Peppino Di Giosia, Giuseppe Paolone, Michele Terzano, della ROMA; Camillo 
D’Amario, Egidio Ludovico, Enrico Miraglia e Antonino Sivano, del TORINOâ€.
Dal libro di Domenico Aceto, “Un secolo di sport a Guglionesiâ€, Centro Grafico 
Francescano Foggia, 2001:
“Il primo sport codificato che fece la sua comparsa a Guglionesi fu il gioco del 
calcio. Anche se conosciuto sin dalla fine della prima guerra mondiale, esso 
fece la sua prima apparizione ufficiale all’inizio degli anni trenta. … Si 
disputavano incontri con i paesi limitrofi in un campo improvvisato a “Fuori 
Portaâ€, l’attuale Largo Garibaldi, … oppure su un terreno sito a Petticece, dato 
in concessione da Mario Caruso per l’affitto simbolico di una lira l’anno.
Nel 1945, con la fine della guerra e il ritorno alla vita normale, riprese anche 
l’attività sportiva costituita prevalentemente dal gioco del calcio. Si 
formarono due squadre che diedero inizio a una serie d’incontri che divisero in 
due la tifoseria guglionesana: “I BIANCHI†e “I VERDIâ€, dal colore delle loro 
maglie. I primi erano ragazzi più giovani che non erano partiti per la guerra, e 
provenivano in buona parte dall’Azione Cattolica; i secondi erano quasi tutti 
reduci tornati dalla guerra e avevano appunto la divisa militare di colore 
verde. 
... Dopo alcuni mesi di gare accesissime, nella primavera del 1946 si costituì 
una società di calcio, con Presidente Gioacchino Fusco che fuse le due squadre 
in un’unica rappresentativa.
… Nel 1949 Guglionesi perse il suo campo sportivo. Il proprietario Silvio Caruso 
ritirò la concessione per vendere il terreno a suolo edificatorio, cosi per 
alcuni anni Guglionesi non ebbe ne squadra ne impianto sportivo. I ragazzi per 
disputare qualche partita utilizzavano il terreno situato di fronte al cimitero, 
a circa 2 Km dal paese oppure la spianata situata sul lato destro di “Castellaraâ€.
“… l’amministrazione comunale prese la decisione di costruire un campo nel 
terreno del vecchio cimitero, vicino al Calvario, da più di cinquanta anni in 
disuso (buona parte del suolo occupato dall’attuale hotel Aljope). Dopo un paio 
di anni di lavori, finalmente nel 1953 fu inaugurato il nuovo campo sportivo con 
la presenza del sindaco Antonio Zarlenga. L’incontro inaugurale fu disputato 
contro il Campobasso (per la cronaca terminò con la vittoria del Campobasso per 
1-3.
… Nel 1954 si costituì una società di calcio denominata S.S. Usconio con la 
presidenza di A, Vitale. Si formò una squadra che disputò diversi incontri 
amichevoli. Nel 1955, in seguito allo scioglimento della S.S. Usconio si 
costituì una nuova società di calcio denominata Polisportiva Guglionesi con la 
presidenza del dott. A. Sabetta, allenatore M. Lucchese. Nello stesso anno 
disputò il campionato di 2° categoriaâ€. 
Dall’anno della fondazione a oggi, la squadra nero verde, sotto varie 
denominazioni sociali, ha disputato diversi campionati ufficiali organizzati 
dalla FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio). Nel suo massimo splendore, negli 
anni sessanta, arrivò a partecipare al campionato di promozione campano. 
In questo periodo, con Enzo Basler Presidente, partecipa al campionato di 
Eccellenza molisana, che rappresenta la quinta serie nazionale, dopo la Serie A, 
B, C, e D. Tanti sono i ragazzi guglionesani che negli anni si sono avvicinati a 
questo sport, alcuni hanno ottenuto ottimi risultati militando in squadre a 
livello nazionale. Si ricordano: Daniele Borrelli, Francesco Ferrara, Antonio 
Giordano, Paolo Mollica, e Andrea Sivilla; Borrelli e Sivilla sono ancora in 
attività, rispettivamente, nel Forlì e nel Belluno, in serie D. 
Nel 2006, l’ U.S. Guglionesi, ha vinto la Coppa Italia Regionale, unico trofeo, 
fino a oggi conquistato; la coppa in bella mostra è esposta nella casa comunale. 
Gli incontri casalinghi si giocano nello stadio comunale di Guglionesi, dedicato 
in ricordo di Nicolino Cianci, indimenticato tecnico delle giovanili, scomparso 
qualche anno fa.
“In marina, i diplomati dopo nove mesi di naia erano promossi con il grado di 
sergente; mi nominarono Aiuto Responsabile dei Vigili del Fuoco; per me era un 
grande onore, anche se dovevo essere sempre reperibile a qualsiasi ora del 
giorno e della notte; portare quella divisa mi affascinava a tal punto che la 
mia aspirazione primaria era quella di diventare Vigile del fuoco. 
Prima di congedarmi, inviai la domanda e dopo aver vinto il Concorso di 
Motorista Navale, fui assunto il primo luglio del 1976, cinque mesi dopo che 
avevo finito il militare. Tramite telegramma mi avvisarono di presentarmi al 
distaccamento dei Vigili del Fuoco di Varese, per il corso permanente. Il Corpo 
nazionale dei vigili del fuoco è un corpo civile della Repubblica Italiana, 
dipendente dal Ministero dell'interno con funzioni di polizia.
La festa del corpo si celebra il quattro dicembre, in onore di Santa Barbara, 
patrona dei Vigili del fuoco. 
Dopo soli due mesi d’addestramento m’inviarono a Gaeta (LT) dove mi sono 
imbarcato sulla motobarca VF 118. A bordo ero il Responsabile della sala motori. 
Il nostro attracco era nel molo dove avveniva lo scarico del greggio e il carico 
del petrolio raffinato nella raffineria di Gaeta. Nel 1977 ho conosciuto colei 
che sarebbe diventata mia moglie. Si chiamava Elisa, una splendida ragazza del 
posto che abitava proprio di fronte al molo dove operavo quotidianamente. Ci 
sposammo dopo quattro anni a Gaeta nel Duomo di San Francesco; nel 1983 è nata 
nostra figlia Lella. 
Il 25 agosto 1985 abbiamo lasciato Gaeta perché trasferito al Comando V. F di 
Campobasso, con distaccamento a Termoli. Abbiamo abitato a Guglionesi a casa di 
mia madre, fino a quando non ne abbiamo comprato una tutta nostra in via Molise.
Nel 1996, vinto il concorso da sottufficiale, sono stato trasferito presso il 
Comando V. F. di Chieti e assegnato nel distaccamento di Lanciano. In seguito 
sono stato mandato a Vasto. Nel 1998 sono tornato a Termoli da capo squadra, 
dove sono rimasto fino al primo maggio 2007, giorno in cui sono andato in 
pensione.
Fino ad oggi, con smisurato orgoglio, posso affermare di essere l’unica persona 
di Guglionesi che ha prestato servizio nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco. 
Durante un trentennio, tra mille rischi e pericoli, ho trascorso tanti momenti 
belli e altri un po’ meno, assieme a dei colleghi meravigliosi con i quali ho 
condiviso la nostra mission, sempre al servizio della collettività, rimanendo 
fedele al nostro motto: “Domiamo le fiamme, doniamo i cuoriâ€. Ringraziando il 
Signore, adesso vivo a Guglionesi e, assieme a mia moglie Elisa, mi godo la mia 
cara nipote Yleniaâ€.
Annibale Ambrosiano detto Nino
4 dicembre 2021 
A. Sisto

