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		8/7/2023 ● Agricoltura
Agricoltura, Genere Umano e neoliberismo.
 Giorgio Scarlato ● 1847
  Giorgio Scarlato ● 1847 
        
        Il neoliberismo ormai è stato spiegato in tutte le maniere. Solo adesso, 
"tanti struzzi" si stanno rendendo conto, sulla loro pelle, di cosa sia stato 
capace di fare. In sintesi non è altro che il potere in mano ai pochi che, 
governando in modo avido e spregiudicato il dio danaro, sottomette, manipola e 
depreda gran parte di Paesi e Popoli. Quindi il neoliberismo ha errato e di guai 
ne ha combinati tanti ma si è ancora in tempo per porre rimedio. 
Si ha bisogno di riordinare il pensiero del Genere Umano e comprendere dove lo 
sta portando. Caso contrario sarà la fine.
Come esempio prendo in esame il settore agricolo. Gli attuali sistemi 
agroalimentari globalizzati stanno perpetuando ed esacerbando la fame globale al 
punto tale da creare un enorme abisso di disuguaglianza sia tra le nazioni che 
al loro interno. Si parla spesso di efficienza della produzione agricola (e 
questo però è sempre da verificare) ma mai della efficienza dell'alimentazione 
in rapporto alla sua salubrità e di chi la produce, cioè la soluzione alla 
mancata redditività per chi produce cibo sostenibile inteso come cibo sano, 
nutriente e rispettoso ambiente.
Possono essere accettate tutte le forme di agricoltura tranne quella 
industriale, si badi bene, per come è oggi strutturata. Bisogna fare in modo che 
si rivitalizzino i suoli, si tuteli sempre più l'ambiente, la biodiversità 
invece di distruggerla come finora fatto, lo stesso clima. È nell'interesse 
dell'Essere Umano.
La nostra Agricoltura, quella con la a maiuscola, non deve essere soppiantata 
dall'agricoltura delle multinazionali, quella dell'agribusiness, per intenderci 
quella del Roundup Ready, meglio dei semi brevettati, o degli OGM.
L'agricoltura di oggi è quella delle multinazionali che stanno affamando i 
piccoli agricoltori.
Sempre più, i tanti "contadini monoreddituali" stanno comprendendo che si sta 
perpetuando nei loro confronti una grande ingiustizia sociale (ed i politici non 
se ne accorgono?). Si vedano i prezzi di vendita delle derrate (pomodori da 
industria, grano duro, etc). Prezzi da fame. Non si riescono a pagare manco le 
spese sostenute per produrle.
Un appunto in merito al mercato dei cereali. Sono quattro, le più potenti del 
mondo, le multinazionali che lo monopolizzano. L'Archer Daniels Midland Company, 
la Bunga, la Cargill e la Louis Dreyfus, meglio conosciute con l'acronimo A B C 
D.
Sono loro che decidono chi (nazione o continente), come e quando devono 
economicamente far vivere o morire.
Bisogna svegliarsi. E' ora di fare in modo che questo mondo non vada in tilt e 
si operi affinché la vera alimentazione non venga surrogata da quella "Frankestein".
L'Agricoltura vera non deve e non può diventare schiava di quella industriale.
A supporto di quanto su scritto, concludo con l'Enciclica di Papa Giovanni Paolo 
II, la " Sollecitudo Rei Socialis" (La sollecitudine del fatto sociale), 
pubblicata il 30 dicembre 1987. 
Premetto che non sono un assiduo frequentatore della Chiesa.
Una Enciclica illuminante, lungimirante e straordinaria nella sua attualità.
" L'Uomo di questo secolo sta investendo tutte le sue risorse, le sue 
attenzioni, le sue capacità in tecniche, tecnologia, in scienza, in finanza ma 
non altrettanto in Sapienza. Cosa succederà? 
Verrà il momento in cui questi strumenti sofisticati scapperanno di mano ad un 
uomo immaturo."
Ecco che cosa è successo e sta succedendo ai tanti settori, agribusiness 
compreso.
E, l'uomo di questo secolo, il nostro, visti i risultati avutisi, non è maturo a 
gestire niente. Si fa turlupinare da un mercato che gli impone acquisti di 
prodotti di poca importanza e di scarsa qualità, facendoli passare per 
indispensabili, qualunque sia il genere. 
Il problema è nella nostra incapacità di dare senso all'uso degli strumenti che 
abbiamo.
Riflettiamoci.
