Aggiornato:
21/10/2008 ● Caro Direttore
Comune indebitato? Di cosa stiamo parlando?
Cloridano Bellocchio ● 1544
Caro Direttore, da qualche tempo ‘qualcuno’ (e non parliamo solo di alcuni settori
dell’attuale amministrazione) alimenta la leggenda metropolitana, seconda la
quale le difficoltà finanziarie dell’Amministrazione Comunale deriverebbero dai
‘debiti’ lasciati da quella precedente.
Intanto non è dato sapere ‘ l’origine’ di queste difficoltà . Inoltre non ci
risulta, almeno stante ai dati ufficiali, che il Comune di Guglionesi sia
indebitato, né la misura di tale declamato debito.
A questo proposito vorremmo, comunque, evidenziare alcune regole fondamentali
che ogni funzionario ed ogni pubblico amministratore (di maggioranza e di
minoranza) dovrebbero conoscere:
1. Il bilancio annuale di un Ente locale dev’essere obbligatoriamente a
pareggio.
2. Nel caso si verifichi un debito fuori bilancio occorre dichiararlo
formalmente e, contestualmente, approvare un piano di rientro.
Dagli atti ufficiali, non solo non risultano dichiarazioni di debiti fuori
bilancio, ma per contro, dal consuntivo (approvato, se non vado errato, nel
Luglio scorso) si evince un avanzo di amministrazione di circa 60.000 euro a
disposizione dell’amministrazione.
Ed allora di cosa stiamo parlando?
In realtà , abbiamo ‘subito’, come comunità , la decisione di aumento delle
indennità (ed il corrispondente aumento della spesa) per gli amministratori
comunali che risultano, a prescindere da ogni altra considerazione tecnica più o
meno fondata, essere in contrasto con:
• le politiche di contenimento dei costi della politica;
• con le riduzioni di entrate comunali derivanti dalle politiche di tagli alla
spesa e di imposte volute dai governi degli ultimi anni, ivi compreso quello in
carica;
• con gli effetti sulle entrate che produrranno le nuove regole del federalismo
fiscale
A fronte di questo scenario, che per noi (come per tutti i piccoli comuni in
particolare quelli del Sud d’Italia) può diventare drammatico, non è dato sapere
l’indirizzo generale dell’amministrazione in materia di razionalizzazione della
spesa e delle politiche di bilancio.
In termini generali noi pensiamo che oggi, come per il passato, non è facile
amministrare un ente locale con la cultura tradizionale della ‘finanza derivata’.
Occorre, quindi, operare con politiche innovative dirette ad una
razionalizzazione dell’uso delle risorse disponibili. Da una parte, eliminando o
riducendo le spese inutili, dall’altra recuperando risorse attraverso una
iniziativa pubblica ispirata a nuovi principi sintetizzabili nella formula del
“Comune Leggeroâ€.
Ci limitiamo per il momento ad indicare alcune materie sensibili: la riforma dei
servizi pubblici locali nella logica del principio di sussidarietà pensata e
realizzata all’interno di un piano strategico territoriale del Basso Molise.
Per il momento ci fermiamo qui. Però non vogliamo sottrarci nel fare alcune
considerazioni di ordine politico.
Siamo contrariati e preoccupati del fatto che di fronte a difficoltà obbiettive
parte della classe dirigente invece di dire ai cittadini come stanno le cose,
preferisce agitare la retorica “…della colpa degli altriâ€. Con il ‘silenzio’
complice di altri che pur dovrebbero ‘controllare’ ed eventualmente criticare.
Crediamo non sia più tempo di nascondere la verità circa la difficoltà della
fase cui stiamo vivendo. Le cronache sono piene di proteste dei Sindaci, dei
Presidenti delle Province e delle Regioni e degli stessi Ministeri e della
difficile negoziazione tra potere centrale e locale circa l’uso delle risorse
statali.
I cittadini vanno trattati da adulti. E quindi dare loro le informazioni vere.
Il ruolo dell’amministratore, d’altra parte, è quello di risolvere le questioni
‘immaginando’ soluzioni realistiche e quanto più adeguate ai tempi.
Altrimenti in questa comunità si continueranno a vedere film già visti. La cui
trama sarà costituita:
• da un eccesso di critica strumentale e di propaganda rivolta alla
‘denigrazione personale’ di chi si assume, nel bene e nel male, la
responsabilità di governare. Tipico atteggiamento di elite di societÃ
culturalmente arretrate e poco democratiche;
• dalla elaborazione di programmi farciti, come le torte, di promesse
difficilmente realizzabili;
• dalla inevitabile delusione della opinione pubblica, la quale sarà spinta
sempre più verso un atteggiamento di chiusura rispetto alla politica e rifluire
nella antichissima pratica utilitaristica e familistica della cura “del proprio
particolareâ€.
Ed ancora una volta i furbi la faranno franca. Continuandosi a vendere, se
occorre, l’anima al demonio. E passeranno il loro (poco prezioso !) tempo, a
chiacchierare e ad affermare che “ … la colpa è sempre di qualcun altro!â€
Visto certi ‘silenzi’ degli ultimi mesi, c’è da scommettere sulla loro “..
assoluta buona fedeâ€.
