BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000

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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilit alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attivit professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (oltre 4.000.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonch editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, cos , l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


14/5/2024 ● Eventi

Salone internazionale del Libro 2024, reportage 10 maggio: incontro con Giobbe Covatta

"Il commosso viaggiatore" edito da Giunti

  Giorgio Senese ● 408


Giobbe Covatta
Torino 10 Maggio 2024
"Il commosso viaggiatore" edito da Giunti

Tic-Tac, l’appassionato attivista con più tic di tutto il sistema solare; Angelo Franchi, figura mitologica, metà uomo e metà telecamera; Provolazzi, produttore esecutivo con un’insana passione per l’ornitologia; Tom-Tom, la guida più inutile di tutto il continente dai tempi di Livingstone; Paola, l’autrice chiamata dagli africani Mama Paùla; e Giobbe: sono i magnifici sei, sempre pronti a partire quando dall’Africa giunge un invito per andare a conoscerla e a raccontare qualche tessera del suo straordinario mosaico.

Il “Commosso viaggiatore” è il decimo libro scritto a due mani da Giobbe e sua moglie Paola, un omaggio all’esperienza di più viaggi in africa che hanno cambiato la vita di entrambi.
Come dice Giobbe, l’africa è enorme, 9000 km x 9000 km, e non è una sola.
“I bambini che hanno attraversato il suda a piedi durante la guerra, hanno percorso la distanza tra Oslo e Catania, rendetevi conto delle distanze”
Se vai a visitare le grandi città come Johannesburg o città del Capo, le trovi caotiche e molto simili a quelle occidentali, ma l’africa vera, quella di cui parla Giobbe, è quella rurale, povera e piena di contraddizioni.
La presentazione del libro viene fatta da Giobbe insieme con sua moglie e accompagnati da Enzo Iacchetti.
I due sono amici, ed Enzo definisce Giobbe su fratello maggiore, anche se in realtà lui è più grande di età.
Insieme a Giobbe è andato in africa ad aprire pozzi in occasioni diverse e ne condivide l’aspetto umanitario.
Paola, la moglie di Giobbe, resta in silenzio “Io sono di pochissime parole, preferisco scrivere”.

Il libro, secondo Giobbe, “salva la vita e costa molto meno di una assicurazione!”.
Enzo ne legge alcune pagine e subito si capisce che è spassosissimo, ma tra le risate rimane l’amaro in bocca nel constatare le situazioni di degrado e povertà, come quando le mamme impediscono ai bambini di giocare a pallone, perché poi “gli viene fame!”.
Esilarante poi è l’incontro con il capo tribù e la necessità di avere dieci traduttori e venti minuti di tempo per dire “buongiorno!”.
Il capo tribù ha un cappello in testa come anche tutti gli altri componenti del villaggio.
Ma il suo è più grande degli altri perché è il capo.
Immaginate però la sorpresa quando la troupe capisce o “sente” che i copricapi sono fatti di escrementi umani, perché gli insetti, attirati da essi, evitano di pungere il loro portatori. “Eh! Iamm belle, è proprio una tribù di merda!”.
Giobbe e il suo gruppo, dopo tanta fatica e tanto tempo, riescono a far capire che sono lì perché hanno scelto quel luogo come location per il loro nuovo film.
Enzo legge:

Questa affermazione ha scatenato un entusiasmo travolgente, tutti quanti si sono messi a ballare anche se loro in realtà, non ballano ma saltano a piedi nudi più in alto possibile per cui c'era un enorme numero di ghiandole mammarie che sfidavano la forza di gravità e consistenti organi sessuali maschili che oscillavano pericolosamente in ogni dove.
In quel momento passa una capra e il capo villaggio ha guardato la capra, la capra ha guardato il capo villaggio e ha pensato tra sé “che brutto presentimento!”.
Infatti, il capo tribù ha preso la capra e l’ha messa sul fuoco.
La capra si è molto offesa per quel tipo di comportamento e ha cominciato a belare, dopodiché il capo tribù ha staccato una coscia dalla capra e me l’ha offerta e io ho pensato che fosse ancora un po' cruda visto che continuava a belare, ma non ho detto niente per non urtare la sensibilità dello chef.
Dopo abbiamo bevuto un miscuglio verdognolo, non ho idea di cosa fosse e non importa perché tanto non lo voglio sapere.
Quindi abbiamo fumato un'erba che cresceva spontanea tutto intorno e non era male.
Questi sono selvaggi ma non sono scemi!
Abbiamo cantato e ballato fino all'alba tutti quanti, ci siamo procurati contusioni e lesioni tra mammelle assassine e pericolose clave umane che si agitavano a suon di musica.
All’alba dopo questi momenti di terribile pericolosità, il capo tribù ha alzato lo scudo e la lancia e si sono fermati tutti. È venuto verso di me, mi ha guardato dritto negli occhi con aria marziale, anche se la sua marzialità veniva messa in discussione dalla montagna di merda che aveva sulla testa e in nome del suo popolo e con una infinità di traduzioni disse: “Adesso noi siamo felici che tu sia venuto da noi a fare un film, ma che cos'è un film?”

Il libro è una lettera di amore e gratitudine nei confronti di un’esperienza di viaggio che ha cambiato per sempre la vita di Paola e Giobbe ed è un libro che accetta la sfida più ardua: condividere la commozione di fronte alle diseguaglianze e alle ingiustizie di cui noi uomini siamo capaci, condividere una rivoluzionaria risata di fronte a ciò che, ahimè, non fa ridere per niente.


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