BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000

Aggiornato:

x

Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilit alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attivit professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (oltre 4.000.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonch editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, cos , l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


5/6/2025 ● Eventi

Salone internazionale del Libro 2025, "Anime Fragili"

In un mondo in continuo mutamento, la filosofia, a scuola e nella vita, resta uno strumento di comprensione indispensabile e affascinante.

  Giorgio Senese ● 156


Matteo Saudino (BarbaSophia)
Autore di Anime Fragili (Einaudi)

Alla presentazione del libro di Matteo sono andato più per curiosità che per altro.
Lo conoscevo come BarbaSophia, il nome con cui si presenta in rete.
I miei ragazzi lo conoscono, soprattutto Davide che da appassionato di filosofia, è iscritto al suo canale da diverso tempo.
Io mi aspettavo un giovane sgarrupato sputa-sentenze dal cavallo basso e invece mi ritrovo un canuto divulgatore che ad oggi, ha oltre 312mila follower sul suo canale YouTube (quando si dice l’ignoranza…).
Canale dove settimanalmente carica interessanti contenuti che aiutano a comprendere la contemporaneità, grazie al suo pensiero critico e l’esperienza in materia.
Infatti da Socrate a Kant, passando per Hegel e Platone e molti altri ancora: sono stati tantissimi i più grandi pensatori della storia a diventare i protagonisti del suo canale.
Ma chi è brevemente Matteo Saudino, alias BarbaSophia?

Ha conseguito la laurea in Storia e Filosofia all'Università di Torino, la stessa città dove da ormai diverso tempo insegna filosofia al liceo Giordano Bruno e dove è nato nel 1974.
Ha collaborato con l'Università di Torino come docente di Istituzioni politiche presso la SISS, la Scuola di Specializzazione per la formazione degli insegnanti.
Matteo si autodefinisce come “un dissidente di coscienza e un militante attivo nei movimenti per la pace, nelle campagne per ridurre le spese militari e contrastare la precarizzazione del lavoro e della vita”.
Proprio di recente, per esempio, si è attivato sul suo canale YouTube per sensibilizzare riguardo alle implicazioni del drammatico conflitto che dallo scorso ottobre sta sconvolgendo la striscia di Gaza mettendo ancora una volta gli uni contro gli altri israeliani e palestinesi.
Si considera inoltre, un fervente sostenitore della democrazia partecipativa, basata sui diritti umani, sulla giustizia sociale e sulla tutela dei beni comuni, inclusi i diritti delle donne, degli uomini, dei bambini e degli animali.
Mi oppongo alla trasformazione neoliberalista della scuola italiana in una struttura aziendale gerarchica, in cui gli studenti vengono rapidamente ridotti a clienti-merce al servizio del mercato e della finanza”.
Il suo principale obiettivo è costruire un sistema educativo in grado di mettere al centro gli esseri umani e la loro emancipazione personale e collettiva e che dovrebbe, almeno in linea teorica, mettere fine una volta e per tutte alle disparità e alle discriminazioni.
Negli ultimi anni, infine, ha partecipato regolarmente a importanti festival in veste di ospite e ha tenuto diverse conferenze e seminari di filosofia in tutta Italia.

Qui al SalTo 2025 presenta il suo ultimo libro “Anime fragili” coadiuvato da Armando Buonaiuto.
Un viaggio con Platone e Aristotele nelle vulnerabilità del nostro tempo.

Il nostro è un tempo con poche certezze e tante cose che non funzionano più. Ma in un mondo in continuo mutamento, la filosofia, a scuola e nella vita, resta uno strumento di comprensione indispensabile e affascinante. Platone e Aristotele, i due massimi pensatori dell’antichità, possono aiutarci ad affrontare le paure e le vulnerabilità dell’epoca in cui viviamo”.

Nel Novecento abbiamo assistito a grandi avvenimenti.
Uno importante è stato sicuramente la nascita delle democrazie e delle libertà.
Valori che diamo per scontato e che per questo sono ormai regressive.
Oggi non ci sentiamo più battere il cuore per la democrazia e questo è un grande problema.
Altro grande accadimento è stato il socialismo nel Novecento.
Miliardi di persone hanno creduto, hanno lottato, hanno sofferto, hanno amato, hanno tradito per ideali grandi, come il “Sol dell’avvenire”.
Oggi, il socialismo ha avuto una crisi storica, reale, si è autodistrutto.
Rimane in poche persone e non scalda più il cuore di gran parte dell'umanità come in origine.
La scienza invece, intesa come tecnocrazia, migliora sempre di più le nostre vite. La tecnologia come orizzonte e come paradiso in terra.
Ma la tecnologia era ed è un Dio debole, che non può dare un senso alla vita perché non è indirizzata nel senso dell'umanità.
Il libro parte da qui, queste fragilità sono figlie di un’epoca in cui noi percepiamo il freddo che lascia la “morte di Dio” e il nichilismo che ci circonda.
Osserviamo come il mondo moderno crea e distrugge in brevissimo tempo i vari “Vitelli d’oro”, nella disperata speranza di dare un senso alla vita.

Partite di calcio, anche dieci in contemporanea, come piccole certezze che danno una sorta di cadenzialità alla nostra vita e scandiscono il tempo in ogni ora del giorno.
Oppure il capitalismo rapidissimo che fa sì che in 24 ore ti arrivi a casa un prodotto.
Inizialmente era meraviglioso, pazzesco che anche nel mio piccolo paesino, arrivasse il prodotto acquistato anche di domenica.
Il capitalismo promette ed esaudisce bassi desideri che a lungo andare però, non ci danno più soddisfazione.
Anzi, ci troviamo immersi in merci che possono arrivare a qualunque ora del giorno, però in noi rimangono solitudine, assenza di relazione e paura per il futuro.
Scopriamo così che anche quest'ultimo grande vitello d'oro creato, non ci dà il senso alla vita e noi stessi lo percepiamo come un'onda di decadenza, un artifizio putrefatto.
Immaginare che in un cellulare iPhone o nelle merci che ti arrivano sempre più veloci, a prezzo sempre più basso, ci possa essere il senso della vita è un'illusione che paghiamo e pagheremo veramente, a caro prezzo.
Per questo bisogna guardare le nostre fragilità.
Se non le guardiamo, rischiamo di mettere dei cerotti su quelle fragilità che in realtà non sono curativi, quindi i cerotti andranno a dilatare le nostre fragilità.
La fragilità che Matteo mappa in questo libro è molto vasta. Sono sei fragilità, dalla solitudine alla mancanza di dialogo, dalla difficoltà di reperire una verità sulla quale basarsi, fino alla paura e all’esperienza della morte
”.

È interessante che Matteo abbia scelto di cominciare questa grande analisi delle cose che corrodono un po' la nostra vita, partendo da una cosa piccola che viene dalla sua sfera privata e familiare.
La storia di suo nonno e sua nonna, i loro amarsi e i loro essere partigiani.

Il senso della vita va costruito, va cercato, e costruito. La vita non ha senso, bisogna crearselo.
Biologicamente siamo simili agli animali che cercano un equilibrio, uno stare bene, il benessere.
Ma siamo anche esseri pensanti con un'anima e ciò ci porta a farci delle domande e dunque porta anche desideri, porta paure e soddisfazione.
Ci sono tempi in cui, per tanti motivi, con più facilità riesci a produrre il senso.
Mio nonno, da partigiano braccato, si rifugiò in una cascina dove conobbe una ragazza che divenne poi sua moglie.
C’era l'Italia da liberare e quell'Italia lì, che era da ricostruire, aveva dentro di sé una possibilità di senso
”.

Ricostruire, perché la democrazia è sempre una cosa nuova.

Mia nonna, che ancora vive, 103 anni, racconta di come fu emozionante andare a votare per la prima volta e per tanti decenni quell'emozione se l’è portata dietro, perché era una novità, era chiaro, era ricostruire una famiglia”.

Matteo affronta in questo libro anche quelli che lui chiamo i “sostituti di DIO” che sono moltissimi come i partiti, i sindacati e la solidarietà nel mondo del lavoro.

Oggi questo mondo del lavoro l'hanno talmente distrutto che quando c'è una crisi in un luogo di lavoro, ognuno pensa a salvare sé stesso. Perché 40 anni di narrazione individualista, dicendo che ognuno trova il senso del vivere in sé stesso, è stato un inganno. L'idea di vivere da solo, salvarsi da solo, che la vita fosse in altra partita, il mio lavoro, il mio stipendio, i miei voti, a me fa letteralmente schifo.
Però è stata una vita narrata da molti, da molti in televisione, da uomini che insegnano come avere successo nel corso della vita.
L’io è aridità, è nel noi che c’è la vera ricchezza e la libertà.
L'incontro dell’io con il tu, è la relazione che dà il senso della vita. È nella relazione che c'è l'insegnamento, del maestro all’allievo
”.

E allora, l’idea del libro è attraversare tutte le fragilità in compagnia dei due più grandi padri del pensiero filosofico greco, romano, cristiano, e poi umanistico e rinascimentale.
Cioè i due padri dell'Occidente per cui si poteva essere platonici e aristotelici, dalla culla alla tomba.
Se sei platonico hai un'idea di vita e di morte, hai un'idea di arte, di politica, di verità, di scienza, se sei aristotelico lo stesso, sai spiegare l'universo, come funziona l'anima, come si riproducono gli animali, che cos'è l'amicizia e che cos'è la politica. Aristotele e Platone sono due anti-nichilisti, forse perché il nichilismo lo avevano già capito, il nulla lo avevano già percepito, e loro hanno costruito delle filosofie forti.

Allora, dopo aver presentato le fragilità, chiedo a Platone se ha qualche consiglio politico da darci e a Aristotele se ha qualche consiglio da darci per quanto riguarda la tecnologia.
Li ho reinterrogati alla luce della mente del nostro mondo
”.

Le domande dal pubblico sono indirizzate a far sì che l’autore spieghi meglio le fragilità che derivano dalla mancanza di dialogo e di confronto.

Quanto dialogo instauriamo con noi stessi per riconoscerci? Abbiamo tempo? Abbiamo tempo per dubitare, ad esempio, di tante cose della nostra esistenza? No, perché la vita ha un ritmo veramente esasperato. La velocità è la categoria del nostro tempo. Tutto veloce, il lavoro, il curriculum, i programmi scolastici, i film che guardiamo, una serie in più perché appena finite già ci consigliano l'altra da cominciare, Saltiamo le sigle, andiamo su tutto veloce, veloci gli appuntamenti e nella stessa giornata ne incastriamo 400. La velocità può essere comunicazione ma non è dialogo. Anzi, uccide il dialogo”.

Matteo è un insegnante e lamenta che anche in quell’ambito la tecnologia diminuisce il dialogo.

I colloqui online durano 5 minuti, i voti delle interrogazioni non dati al momento. “…te lo scrivo oggi sul registro elettronico” e magari passa una settimana o quattro giorni e non sai dove e come hai sbagliato”.

La discussione inesorabilmente arriva al tema dei social.

Chiaramente per chi è nato dentro questa epoca, comunicare è comunicare attraverso social, è comunicare attraverso il telefono. Però quel comunicare non è prettamente dialogo, perché dialogare richiede ancora un occhio, uno sguardo, un odore, un rumore, una pausa, un sonno…sotto i post, noi non dialoghiamo, mettiamo cuoricini, alziamo i pollici, e poi cosa facciamo? Frasi assertori, mi piace tantissimo, oppure tutti gli insulti.
Non c'è mai un dialogo sotto i post, e quando inizia qualcuno a dialogare, arriva qualcun’altro che interrompe il dialogo perché arriva subito con delle sentenze.
Dunque, il mezzo non è neutro, non è un mezzo prettamente di dialogo.
Il mezzo social, e il tempo vissuto sui social, non è ovviamente il tempo di dialogo.
Aggiungo che ormai abbiamo i licenziamenti fatti spesso via mail.
Quindi non esiste dialogo neppure tra imprenditori e dipendenti.
La tecnologia in questo caso, ti porta anche a non guardare negli occhi l'altra persona.
Così avviene che ragazzi e ragazze si lasciano, ma anche adulti, con un messaggino, una mail
”.

Un libro, anche questo, da acquistare, leggere e meditare.


Cartellone

Cartellone





© FUORI PORTA WEB

FUORI PORTA WEB © BLOG DAL 2000
Vietata la riproduzione, anche parziale e/o in digitale (e attraverso post sui social), senza autorizzazione scritta e rilasciata, esclusivamente, dal blogger fondatore.

Per pubblicare sul blog FUORI PORTA WEB inviare la richiesta di divulgazione all'e-mail: fpw@guglionesi.com