BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000

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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilit alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attivit professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (oltre 4.000.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonch editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, cos , l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


18/8/2025 ● Eventi

Tante storie in una bella Storia

19 agosto: cento anni dalla edificazione del Campanile a Guardialfiera Audacia e umiltà dell’Arciprete Caluori e Il sarcasmo di Giambattista Masciotta.

  Vincenzo Di Sabato ● 156


Giambattista Masciotta – kalendino e intellettuale di razza; ricamatore di storia; di genetica umana, culturale, politica; autore dei quatto poderosi Volumi analitici sui 136 Comuni del Molise - fu anche Potestà fascista a Guardialfiera dal 1929 al 1933. Per effetto di questo mandato, realizzò l’elegante e comoda scalea che, dal diroccato Episcopio, s’innalza deliziosa verso la Cattedrale. Ma, ahimè, nel passato non venne sufficientemente amministiato dal popolo, per una sua omerica implorazione cantata nel 1887 alla Musa Caména, perché gli fosse “larga dispensiera di cetra, e di soavi pensieri; e per sciogliere, così, un Inno a Guardialfiera, al cielo, al clima, al vasto panorama, ai suoi superbi ruderi”. Sennonché la sua poetica, scivola d’improvviso a bassa quota e, con disgustoso gergo, così beffeggia l’Arciprete Caluori ”per un maial messo a dormir in la magion di Dio” (cioè, nella Casa del Signore) e per l’allusione a “l’incrocio di tre travi d’asciutto legno, che appesevi di bronzo son le tre campane” (quelle recuperate dal vecchio campanile fatiscente, e abbattuto a metà del XIX secolo).
In quel 1887 - l’anno del “Carme” - don Donato è giovane sacerdote ventisettenne. Diventerà Vicario Foraneo nella Diocesi, Canonico Onorario, Parroco e Arciprete a Guardialfiera, per 70 anni. Ma - seppur fortemente indiziato di santità - viene infastidito dal “poetico sarcasmo”. E’ avvilito, ma non impazzito. Non si arrende; ne raccoglie la provocazione e la capovolge in positività. Se ne fa ragion di vita. Si racconta che - in un quaresimale – egli irruppe così: “Non avrei, forse, mai innalzato il campanile, senza l’ossatura di un volgare sfottò”.
Incarica, dunque, l’architetto Vittorio Romanelli di Napoli per l’ideazione d’una ardita torre Campanaria. Elegge Direttore dei lavori Vincenzo Bucci e “capomastro” Francesco Trolio. Ed è subito slancio, sussulto nella estrazione e lavorazione di pietre dentro le nostre Cave a “Valle Cupa”. Un gareggiar di manovali e scalpellini, lì, a squarciare pareti e a sagomare blocchi, avvalendosi solo degli strumenti rudimentali di allora. Chi mai avrebbe sognato la motorizzazione. Anche le prime grù e lr altre piattaforme di sollevamento, approdano qui sul finir degli anni ’40. Sicché la caterva di materiale decorato, è trasferito in paese, per lunghi anni e per tredici kilometri di carrareccia, soltanto a dorso di resistenti muli martinesi. E, dal sagrato del tempio, i “belegnini” (= i massi di pietra) vengono tirati su a mano attraverso il “mangano”. Immaginiamoci i volteggi per il sollevamento con “la ruocela” della Croce di ferro. Che favola!
E poi coraggio, tradimenti, gelosìe, latitanza. Avversità da pare del potere politico. E azioni giudiziarie, fiaccano – più tardi - l’entusiasmo dell’Arciprete. Sciaguratamente, il 24 maggio, scoppia persino la prima Guerra Mondiale. Sicché i giovani operai del Campanile, nel 1915 partono per il fronte, corazzati dallo Scapolare imposto loro dal Sacerdote.
Ma, come per magìa, il “capolavoro”, nel 1925, è completo! Immortalato dalla pietra bianca nostra da taglio, squadrata, scalpellata, trapuntata, come su un raso di seta, e unicizzato alla picchiettatura: tipica espressione artigianale e artistica guardiense.
Campanile snello, altissimo, imponente, ridente, a cuspide piramidale che, a mo’ di freccia, punta il vertice verso l’immensità dei Cieli. Ora si riflette anche nella conca azzurra del Lago, vivacizzato dal lungo viadotto della Bifernina e dal rosario di 113 piloni che spuntano, per 5 km. da acque profonde.
Altro che il satirico cantico del Masciotta! Al quale, per l’avvenuta riconciliazione col Parroco e per un gesto di alto sapore “campanilistico”, Il 13 agosto 1932, sul sagrato del tempio, esattamente sul luogo delle “tre travi da’asciutto legno”, gli verrà conferita la medaglia d’ora, istituita dal Duce, per i Potestà meritevoli.
Intelligente e diffidente e in un eccesso di autostima, fa incidere su una lastra di “pietra noce” e la incastra sul lato occidentale della torre il seguente epitaffio:
“Donatus Arc. Caluori, qui hanc Sacram Turrim aere suo et populi auxilio, funditus erexit. A.D. 1925, ne memoriam peruit.
A Cento anni dalla realizzazione, con patrio fervore Vincenzo Tozzi, Sindaco della Città, ne dispone il “recordatio – condiviso da S. E. mons. Claudio Palumbo, l’amabile Ordinario Diocesano, il quale presiederà la solenne Celebrazione Eucaristica in Cattedrale martedì 19 alle h. 18, assieme a Padre Ambu, Parroco della Comunità.
Affiora i questa occasione il coraggio di educare, l’urgenza di dialogare e lo sforzo di annunciare un passato che non è passato ed essere cristiani di oggi vivendo la stessa fede di don Caluori che rimane sempre un dono ricevuto e un dono da praticare.


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