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		7/9/2009 ● Cultura
Un blog vale l'altro?
  Giorgio Senese ● 1919 
        
        “Cosa vuoi che sia, un 
blog vale l’altro… ora ce ne sono tanti che stanno crescendo,… io sono in un 
momento di riflessione personale,  ...devo decidere se dopo 10 anni voglio 
portare avanti ancora fuoriporta o smettere e pensare ad altre cose…”.
Questo mi hai riposto quando ti ho chiesto a che punto era l’aggiornamento di 
fuoriporta e dalle tue parole è involontariamente trapelato il tormento 
interiore che ti provoca il tema.
Posso solo immaginarmi quanto ti costi in termini di impegno personale, 
dedizione e messa in gioco della tua faccia, gestire un blog cittadino come 
fuoriporta in una cittadina come la nostra in cui tutto sembra concorrere a 
spegnere ogni piccola fiammella di vitalitĂ .
Se poi alla fine di tutto consideri che non ti dĂ  neppure un reale riscontro 
economico, sei stato un pazzo e continuerai ad esserlo se non smetti.
Tua moglie, che come tutte le donne è essenziale e concreta, che ne pensa? Ti ha 
giĂ  spaccato la testa, quando ha promesso di farlo? 
Certo è che tu hai saputo riprendere l’eredità spirituale di quel pioneristico 
fuoriporta cartaceo nato dalla genuina volontà dei giovani dell’epoca di mettere 
al servizio di tutti il loro sapere, il loro tempo, i loro ideali con la voglia 
di fare tipica dei giovani per il bene comune e con l’obbiettivo di un generale 
miglioramento della nostra societĂ .
Una volta si diceva “per un mondo migliore”.
Quella esperienza io l’ho amata molto anche se non ho partecipato direttamente, 
all’epoca ero ancora troppo giovane e troppo inesperto per coinvolgermi e 
portare valore aggiunto alla redazione, ma ho potuto apprezzare e anche 
invidiare lo spirito che animava quei ragazzi che oggi sono persone inserite nel 
nostro tessuto sociale nei piĂą disparati ambiti lavorativi e sociali.
Di certo fuoriporta era una realtà molto diversa dal tuo blog, ma allora, dov’è 
il nesso che fa pensare ad una continuitĂ  ideale tra il tuo lavoro ed il loro?
Non siamo analisti ma, proviamo insieme a fare un’analisi per quanto elementare 
dei due fenomeni:
Il primo fuoriporta era cartaceo, stampato in economia, senza pretese grafiche, 
senza colori e supporti fotografici.
Mi ricordo le preistoriche vignette che Felice disegnava prendendo spunto da 
fatti e situazioni contingenti e che tal quale venivano riprodotte sul giornale.
Il prodotto finale era alquanto artigianale ma lo si aspettava ansiosamente 
nelle sue uscite incostanti e lo si vedeva in tasca a molti guglionesani.
Era fonte di discussioni, dibattiti e critiche feroci su questo o su 
quell’argomento.
I colori della politica che ogni tanto fuoriuscivano dagli spazi che 
intercorrevano tra le lettere battute a macchina accentuavano ancora di piĂą il 
dibattito ed il confronto.
All’epoca la politica veniva fatta dal basso, gli ideali potevano essere giusti 
o sbagliati, non era importante, quello che lo era è che c’erano.
Si sparavano sentenze su chi scriveva o su chi replicava, c’era un ché di 
effervescente e quindi di positiva vitalitĂ  nella societĂ .
In una parola quel giornale per me era veicolo di “bellezza”.
Il tuo è un blog sul nuovo media che è internet, e non c’è carta stampata, ma 
non è una limitazione considerato che ormai siamo tutti attrezzati e chi non lo 
è, lo sarà presto.
Viene gestito in modo impeccabile da te sia dal punto di vista puramente tecnico 
e che in quello di mediazione e proposizione.
Tu sei un libero pensatore con una mente aperta e non schierato con nessun 
partito politico.
Ciò che ti accomuna all’esperienza del vecchio fuoriporta è… la “bellezza”.
Cos’è la bellezza: sono stati scritti fiumi di parole sull’argomento e di 
definizioni piĂą o meno cervellotiche ne abbiamo a iosa.
Io sono uomo semplice, mi piace definirmi un contadino perché i contadini amano 
e coltivano le piante a partire dalle radici, se queste sono forti la pianta di 
conseguenza lo sarĂ .
Io il pane lo chiamo pane non “alimento basilare di nutrizione e sostentamento 
su base cerealicola per le popolazioni mediterranee del settore nord europeo”.
La bellezza per me è nutrimento dell’anima, è tutto ciò che concorre 
all’edificazione umana, mi rendo conto di palesare le mie radici cristiane e di 
certo non me ne vergogno, ma questo concetto è trasversale, quindi valido per 
tutti e non ho timore di smentite in questo senso.
Le mia esperienza di vita con chi aveva smarrito la consapevolezza di essere 
creatura unica ed insostituibile davanti a Dio ed agli uomini mi permette di 
poter affermare questo senza paura di essere smentito.
Tutto ciò che porta all’uomo inteso come unità e completezza finale, è bellezza.
Una passione artistica è bellezza cosi come lo è amare la propria squadra di 
calcio, il proprio credo politico o religioso, la passione per la propria donna, 
la propria famiglia, il proprio lavoro, la propria debolezza, i propri talenti, 
il proprio paese, le proprie radici, i propri concittadini, ...la propria vita.
Allora, dirai, la bellezza coincide con l’amore per qualcosa? ...No!
Non si può definire bellezza, per esempio, amare ed abbracciare un credo che 
porta a perseguitare o ad umiliare i propri simili.
Ciò che non ha per fine l’edificazione umana non è bellezza ed un amore per 
qualcosa di sbagliato può anche distruggere.
Sulle schiene degli amici di fuoriporta curve sulle macchine da scrivere a 
cancellare con la scolorina o a rileggere le bozze, io vedevo la stessa bellezza 
che vedo sprizzare dai tuoi occhi quando parli del tuo blog.
In virtĂą di tale bellezza ti esorto a continuare per te per me per noi e per i 
nostri figli.
Non diventerai mai un ricco capitano d’industria né un potente politico ma sarai 
sicuramente un uomo e, credimi, solo Dio sa quanto bisogno abbiamo di essi ai 
giorni nostri.
Fai le tue scelte serenamente, nessuno potrĂ  biasimarti per qualcosa e sappi che 
ti ho ammirato e continuerò a farlo qualsiasi sia la tua decisione circa il 
futuro, ma non dire mai più che un blog vale l’altro è come dire che un uomo 
vale l’altro, è una bestemmia.
Il tuo blog ha un vaglio ed un garbo che è costituito dalla tua serietà, dalla 
tua professionalità alimentati dalla tua sete di “bellezza” ed è, è stato e sarà 
unico.
Queste righe illustrano il mio pensiero ma spero che tu le pubblichi perché 
tutti i guglionesani in Guglionesi, in Italia e all’estero possano usarle come 
pretesto per dirti “Luigi continua, senza fuoriporta siamo tutti più poveri”.
Spero che ti affoghino di bytes.
Grazie Luigi. Giorgio.
