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		28/9/2009 ● Cultura
"Tetesco" da Guglionesi
  Giorgio Senese ● 1767 
        
        Se non fosse per il fatto 
che Giacchino è un uomo in carne ed ossa, si potrebbe pensare a lui come un 
personaggio uscito dalla fantasia di qualche scrittore di romanzi.
I suoi caratteri somatici non lasciano dubbi circa la sua appartenenza alla 
stirpe teutonica e se dubbi insistessero ancora, basta attendere che apra bocca 
per parlare.
Per anni lo abbiamo visto girovagare per il nostro paese e per le nostre 
campagne sempre accompagnato dalla sua macchina fotografica e da quei pochi che 
sono stati e restano suoi amici.
In tanti lo hanno definito uno svagato che non aveva altro da fare se non 
andarsene in giro a ritrarre cose a lui estranee e che quindi mai avrebbe 
compreso.
Un tipo strano, riservato e timido, sempre attento a non essere invadente.
Quando ti urtava accidentalmente o ti si poneva davanti per meglio posizionarsi 
a scattare le foto si girava e ti diceva con gentilezza “scuza”.
Certo è che lo trovavi ovunque ci fosse un accadimento sia esso popolare come 
l’uccisione del maiale, religioso, storico o culturale. Una presenza costante da 
piĂą di 30 anni.
Non posso negare che io stesso, prima di conoscerlo, l’ho guardato con sospetto 
per via delle chiacchiere dei soliti ben informati ma soprattutto, e di questo 
mi vergogno, perché era un tedesco.
“Ah!”-diceva sconsolato mio nonno battendosi la mano sul ginocchio-“Non 
c’è niente di peggio dell’ignoranza”-…e mia madre:- “Ricordati che gli 
uomini si pesano ad oncia non a chilo”.
Siamo tutti ignoranti in qualcosa ma è proprio la consapevolezza di esserlo che 
ci salva inducendoci a colmare le eventuali lacune conoscitive.
La semplicità e la mitezza di quest’uomo sono disarmanti ed i pregiudizi con lui 
non hanno nessun riscontro.
Forse nell’immediato non è riuscito a rendere manifesto il grande affetto che 
nutriva per il nostro paese vuoi per la sua difficoltà con l’italiano vuoi per 
il muro di diffidenza paesana che sicuramente avrĂ  percepito.
Comunque sia, questa sua grande passione nel tempo si è trasformata in autentico 
amore ed oggi ne raccogliamo i frutti.
Quando Gabriele Fusco riferisce del viaggio in Germania per recuperare solo 
parte dell’ingente materiale in suo possesso e delle modalità adottate per la 
conservazione e la classificazione del suo archivio fotografico, usa in modo 
quanto mai appropriato la parola “gelosia”.
La gelosia è un sentimento che può avere aspetti discutibili, ma sicuramente 
nasce da un sentimento di forte attaccamento.
Nell’inserire i carrelli delle diapositive ordinate e separate per argomenti con 
i pezzettini di carta, Giacchino lo fa con estrema cura e attenzione 
preoccupandosi anticipatamente di riporli nel modo giusto dopo ogni proiezione.
Ha impiegato buona parte del suo tempo e della sua giovinezza a ritrarre un 
mondo di cui si era innamorato e che oggi in parte è cambiato.
Se possiamo documentare questi cambiamenti lo dobbiamo anche grazie al suo 
occhio e alla sua sensibilitĂ  super partes. 
Non è più lo straniero di qualche anno fa ma parte integrante della storia del 
nostro paese.
A pieno titolo possiamo includerlo nella lista dei Guglionesani illustri 
innamorati del nostro paese, delle sue tradizioni, della sua gente e, perché no, 
di tutte le sue contraddizioni.
Nei giorni scorsi si è insistito particolarmente nel pronunciare in modo 
corretto il suo nome ed anche questo è un segno doveroso di rispetto e 
riconoscenza per questo nostro fratello venuto da tanto lontano.
Un grazie di cuore a Jochen Beltzig.
