BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


7/3/2010 ● Cultura

Cinemassieme: 8 Marzo, festeggiare con il film "Donne senza uomini"


  Redazione FPW ● 1120


Festeggiare la donna con la visione indimenticabile di un capolavoro della cinematografia internazionale: "Donne senza uomini". "Tutto ciò a cui  aspiravamo era questo: una forma nuova, un sentiero, una nuova strada... verso la libertà". Leone d'Argento per la regia all'ultima "Mostra del cinema di Venezia", il 12 Marzo uscirà nelle sale italiane 'Donne senza uomini' opera prima della fotografa Shirin Neshat, talento dell'arte iraniana.
Il film è tratto dal romanzo omonimo di Shahrnush Parsipur e narra la storia delle vite intrecciate di quattro donne iraniane nell'estate nel 1953, quando un colpo di stato guidato dagli americani e appoggiato dagli inglesi depose il Primo Ministro democraticamente eletto, Mohammad Mossadegh, restaurando lo Shoah al potere.
"A trent'anni di distanza, mentre vediamo giovani uomini e donne protestare nelle strade dell'Iran nonostante una spietata e brutale repressione, - sostiene Shirin Neshat in un'intervista alla Mostra di Venezia - ci rendiamo conto, ancora una volta, che la lotta è viva e vegeta. Posso solo sperare che 'Women Without Men', un film in linea con la mia impostazione artistica globale e nomade, offra un piccolo contributo al vasto racconto della storia contemporanea dell'Iran, ricordandoci la voce di una nazione che fu messa a tacere nel 1953 da poteri interni ed esterni e che è tornata a levarsi con un tono assordante".
"'Donne senza uomini' è un libro molto conosciuto in Iran e Shahrnush Parsipur è senza dubbio una delle scrittrici iraniane più celebri. - racconta la regista - Quindi ho iniziato a conoscere i suoi romanzi da giovane e sono rimasta molto affascinata dalla sua immaginazione e dallo stile surreale della sua scrittura che si presta a trasposizioni cinematografiche di forte impatto visivo. Ma solo nel 2002, quando ho provato un forte desiderio di realizzare un lungometraggio e mi sono messa a cercare la storia giusta, un mio amico docente, il Professor Hamid Dabashi della Columbia University, ha riportato alla mia attenzione questo romanzo. Ben presto mi sono persuasa che 'Donne senza uomini' era la storia giusta per me. Naviga tra le complesse problematiche delle diverse realtà sociali, politiche, religiose e storiche dell'Iran e tuttavia sviluppa temi profondi, emozionali, filosofici, personali e universali che trascendono qualunque concetto di tempo e spazio. Inoltre sono rimasta incantata dalla natura poetica del romanzo e dall'uso dei simbolismi e delle metafore".
La pellicola "Donne e uomini" presta grande attenzione, oltre che alla politica, alla condizione femminile in Medio Oriente. "E' solo in Occidente che suscita controversie. Nella realtà, il velo è quello che la maggior parte delle donne mussulmane indossa in pubblico e non ha necessariamente tante connotazioni politiche", sostiene Shirin Neshat. Per la denuncia politica, il film non è stato girato in Marocco anziché in Iran, per evidenti motivazioni di repressione ideologica, "soprattutto - spiega Neshat - perché ci siamo resi conto che Casablanca assomigliava meravigliosamente alla Teheran degli anni '50".
"Questo film mi ha conquistato" (Ang Lee). "Immagini splendide... ogni inquadratura è un'opera d'arte" (The New York Times).
Guarda il trailer.





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