BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000

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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilit alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attivit professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (oltre 4.000.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonch editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, cos , l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


24/3/2011 ● Cultura

Il presidente Giorgio Napolitano e la ritrovata unità nazionale


  Pietro Di Tomaso ● 1362


Ritengo si possa dire senza enfasi che il presidente della repubblica sia stato il protagonista assoluto, insieme alle persone che lo hanno acclamato, dell’evento rievocativo per i 150 anni dell’unità d’Italia. Come dimenticare la ‘lectio magistralis’ tenuta in Parlamento, con quei richiami garbati e decisi a fatti di storia patria, anche e soprattutto per gli assenti ma rivolta a tutti i cittadini ed in particolare “alle giovani generazioni”, che vivono la “drammatica carenza di prospettive di occupazione e di valorizzazione delle proprie potenzialità”. “Nella nostra storia e nella nostra visione – sottolinea il capo dello Stato – la parola unità si sposa con altre: pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà”. “… Né si può dimenticare l’orizzonte europeo della visione e dell’azione politica di Cavour, e la significativa presenza, nel bagaglio ideale risorgimentale, della generosa utopia degli Stati Uniti d’Europa”. Esplicito l’invito di Napolitano a “un esame di coscienza collettivo” sulla questione del Mezzogiorno, perché il divario tra nord e sud è una delle “incompiutezze dell’unificazione perpetuatesi fino ai nostri giorni”. Il presidente ha più volte ripetuto espressioni come “forte cemento nazionale” e “unitario”, senza nascondere che il cammino è reso difficile da “cieche partigianerie” e “perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità”. Il presidente dice di non sapere “quando e come” il forte cemento nazionale potrà di nuovo operare. “Confido che accada”, perché questa è “la condizione della salvezza comune”.
Come detto all’inizio, a Montecitorio ci sono state assenze di parlamentari, in particolare leghisti, con l’eccezione di un drappello guidato da Bossi. E anche se il presidente della repubblica tocca tasti non proprio digeribili per i ‘lumbard’ – un richiamo forte a un federalismo che renda più solide le basi dell’unità nazionale – Bossi fa buon viso…e dichiara: ”Napolitano ha fatto un buon discorso”. Tuttavia le aspettative dei militanti hanno spinto il movimento nel suo insieme a ostentare la diserzione. E gli amministratori locali (sindaci, presidenti di provincia e di regione) si sono mossi in vario modo. Il presidente del Piemonte Roberto Cota non ha partecipato all’alza bandiera a Torino, quello del Veneto Luca Zaia ha indossato la coccarda tricolore con un bel po’ di distinguo. A Milano il deputato Matteo Salvini ha dovuto sgomberare fra i fischi il suo banchetto in piazza della Scala. A questi episodi fanno da contraltare un sentimento e una aspettativa che sono schiettamente popolari, trasversali: l’italiano si compiace del tricolore, è felice delle parole di Napolitano. E ciò rafforza in noi la convinzione che la Lega e le sue istanze separatiste rappresentano una minoranza e proprio i loro atteggiamenti contribuiscono a cementare la volontà unitaria degli altri italiani: l’infinita maggioranza anche in Veneto. Va altresì smascherata l’ignoranza dei leghisti in merito all’inno “Va pensiero” di Giuseppe Verdi. Essi lo hanno assunto quale loro inno anti-unitario. Per Verdi invece, che aveva composto “Nabucco”, oltre che libera e repubblicana l’Italia doveva essere “una”, cioè unitaria. A tal riguardo scriveva al suo librettista Francesco Maria Piave: “Sì, sì, ancora pochi anni, forse pochi mesi, e l’Italia sarà libera, una e repubblicana”.
Dunque, terminiamo queste brevi riflessioni con l’appello del capo dello Stato: “Viva la repubblica! Viva l’Italia unita!”.


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