BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


24/7/2011 ● Foto

Il Vescovo apre la sua casa all'arte, inaugurata l'esposizione "Maria" (fino al 20 agosto)


  Redazione FPW ● 1886


[Testo di introduzione alla mostra, redatto da Sua Ecc. Mons. Gianfranco De Luca, Vescovo della Diocesi di Termoli-Larino]

Maria: è l’accadere del Mistero.
In lei e grazie a Lei Dio non è un’Idea, il Motore Immobile, il Grande Architetto, ma l’Amore Incarnato, il Verbo che mette la tenda in mezzo a noi: l’Emmanuele.
In Lei e grazie a Lei, l’uomo è capace di Dio, suo partner, partecipe della sua stessa vita.
Cosa sarebbe la terra senza Maria: un luogo di paura e di solitudine, di lotta e di competizione; una landa: dove ci si rincorre per uccidere, dove si trascorre il tempo per attendere la morte.
E il cielo? Un’isola lontana e irraggiungibile, un monte inaccessibile, abitato dalla Solitudine di un dio disinteressato della sorte degli uomini.
Questo la nostra gente lo sa, da sempre, o meglio da circa due millenni, da quando il cristianesimo ha attecchito nelle nostre vallate, grazie all’azione dei primi evangelizzatori.
Lo ha testimoniato. Innalzando luoghi di culto a Lei dedicati, e impreziosendo, lungo i secoli, le proprie chiese con dipinti, affreschi, tavole che la rappresentano in tutte le tappe di quel singolare pellegrinaggio della fede che è la sua vita e in tutte le prerogative che man mano ha riconosciuto e celebrato in lei: dall’Immacolata Concezione all’Assunta nella gloria del cielo.
Ora noi, in quelle opere e in quei luoghi, abbiamo la possibilità di raccogliere la testimonianza di quella fede, che è la nostra. E contestualmente di ammirare la Bellezza, che attraverso mani esperte di cuori e menti illuminate è diventata immagine, dipinto. Un patrimonio che ci appartiene e siamo chiamati a custodire e rendere fruibile, ma che nello stesso tempo ci invita a ridare al nostro cuore (ri-cor-dare) le radici della nostra esistenza e del suo senso profondo.
Tutto questo, da qualche anno, ha spinto la nostra chiesa diocesana a mettere in atto un percorso culturale, come un pellegrinaggio lungo la storia e attraverso il territorio, che ha le sue stazioni temporanee nelle mostre che vengono allestite annualmente, un suo centro operativo nel Museo Diocesano che vedrà il suo avvio nel prossimo autunno, le sue fermate nelle belle e ricche chiese del nostro Basso Molise.
La scelta dell’episcopio come sede della mostra, di questa e delle altre che verranno, vuole evidenziare il rapporto profondo che c’è tra il Vescovo, segno dell’unità dell’intera chiesa diocesana, il territorio e la sua storia. La porta che si apre ai visitatori racconta di una chiesa che si fa compagna, e, anche se incamminata verso la Patria celeste, non rimane estranea alla storia e alla vita degli uomini, anzi ne custodisce la memoria, ne coltiva la Bellezza e rimane fermento di vita buona nella società.





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