BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000

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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilit alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attivit professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (oltre 4.000.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonch editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, cos , l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


29/8/2011 ● Politica

A proposito di sussidiarietà: noterelle a margine


  Cloridano Bellocchio ● 1227


Cosi Alexis de Tocqueville in Democrazia in America, descrive il funzionamento della vita sociale : “Gli Americani di tutte le età, condizioni e tendenze si associano di continuo. Non soltanto possiedono associazioni commerciali e industriali, di cui tutti fanno parte, ne hanno anche di mille altre specie: religiose, morali, grandi e futili, generali e specifiche, vastissime e ristrette. Gli americani si associano per fare feste, fondare seminari, costruire alberghi, innalzare chiese, diffondere libri, inviare missionari agli antipodi; creano in questo modo ospedali, prigioni, scuole. Dappertutto, ove alla testa di una nuova istituzione vedete, in Francia, il governo, state sicuri di vedere negli Stati Uniti un’associazione”. Prassi che in seguito verrà chiamato il ‘principio di sussidiarietà’.
Ed ancora “ i mali cominciano quando invece di fare appello alle energie e alle iniziative di individui ed associazioni, il governo si sostituisce ad essi; quando invece di informare, consigliare e, all’occasione, denunciare, e imporre vincoli, ordina loro di tenersi in disparte, e agisce in loro vece”. ( J.S. Mill in On Liberty)

Siamo ricorsi alle citazione di due giganti del pensiero in generale, liberale e liberaldemocratico in particolare, cercando lumi per tentare di rispondere a due domande.

1° domanda: quando chi vuole intraprendere un’attività, in forma privata o associata, confida esclusivamente sul contributo pubblico e/o la copertura politica, utilizza il principio di sussidiarietà ? Se si a quale prezzo?
a. Danneggia e scoraggia le imprese singole o private escluse che invece devono confidare solo sulle proprie capacità ( innovando i propri modelli gestionali e sull’uso dei fattori produttivi) e sulle risorse proprie in competizione aperta;
b. Mortifica la meritocrazia, la qualità e la competizione verso il meglio, scaricando i propri costi e le proprie inefficienze sugli utenti;
c. Uccide la libertà ( la sua e degli altri !! ) in cambio di un qualche guadagno immediato e condanna ( stesso e gli altri) a vivere all’interno di una subdola e pericolosa forma di statalismo assistenzialistico. Esprimibile nella formula “ ciò che non fa il pubblico, lo paga il pubblico”.

Il risultato. Una società bloccata. Individui ridotti dal bisogno o anche dal semplice egoismo utilitaristico a cortigiani silenziosi e compiacenti. In simile contesto come è possibile immaginare un futuro da protagonisti.
Siamo all’esatto contrario del principio si sussidiarietà che si basa sull’ individualismo metodologico, secondo il quale ad agire non è lo Stato, la nazione, la classe o il partito ma sempre e soltanto individui. Ovviamente riferiti a tutti secondo il canone universalistico.

2° domanda
: in siffatto sistema nel rapporto rappresentanti/rappresentati chi ci guadagna?
Verrebbe voglia di utilizzare la celebre figura fenomenologica hegeliana: il rapporto servo-padrone. Dove com’è noto il rapporto asimmetrico si rovescia a favore del servo venendosi a configurare come il padrone che diventa servo del servo.
Ma le cose evidentemente non stanno totalmente così.
L’assillo di taluni politici a mostrarsi disponibili ed accondiscendenti, anche a costo di negare la verità, tradisce un’ apertura ‘populistica’ pagata con i soldi degli altri. Che nel contempo mortifica le energie migliori. In cambio dell’agognato voto.
Tornando alla qualità del rapporto rappresentanti/rappresentati in siffatto sistema emerge un alternarsi di ruoli e funzioni. Servi e primi ( i rappresentanti) durante l’esercizio del mandato. Servi i secondi( i rappresentati) nel momento del voto.
Se questo ragionamento è realistico sembra emergere un bisogno incontenibile di sussidiarietà.
 


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