Aggiornato:
		28/4/2012 ● Caro Direttore
Le ragioni della sfida
  Vincenzo Rossi ● 2265 
        
        Caro Direttore,
sono trascorse appena alcune settimane dalla riapertura di Fuoriportaweb e già 
il tuo blog-news è tornato ad essere un foro privilegiato di informazioni ed 
animate discussioni sulla vita della nostra città, segno che non si è mai spenta 
la curiosità e la voglia di partecipare della nostra comunità, pur così provata 
da un frangente storico di grave crisi che attanaglia ormai l’intera Europa.
Non posso quindi che complimentarmi con te per il prezioso lavoro ad evidente 
“valenza pubblica†che svolgi ed augurare a te ed a Fuoriportaweb nella sua 
nuova veste grafica un sincero bentornato.
Da attento lettore vorrei dare un mio personale contributo alle riflessioni 
sulla politica e sul “bene comune†che sembri voler sollecitare in alcuni 
interventi sul blog e rispondere così anche alla sfida che Cloridano Bellocchio 
ha posto nell’articolo dal titolo “La pace tra cultura e politica†apparso lo 
scorso 5 aprile.
Nel denunciare la vulnerabilità del nostro territorio ed in particolare del suo 
cuore, il centro storico della città, hai lanciato un “Good warningâ€, un buon 
avvertimento, similmente al cosiddetto “early warning (avvertimento preventivo)†
in uso nella finanza pubblica comunitaria per indicare l’incombente rischio di 
deficit eccessivo da parte di uno Stato membro, a cui seguirà una precisa 
Raccomandazione ad adottare misure correttive della propria politica di 
bilancio, in assenza delle quali seguirà una sanzione da parte dell’Unione 
Europea.
Il tuo “good warning†vuol essere un allarme di fronte alla vulnerabilità che 
scorgi anche nella politica locale, a tuo parere carente di proposte e reattiva 
soltanto di fronte alle emergenze ed alle inevitabili polemiche che ne 
conseguono, incapace di promuovere il rilancio dell’intero territorio 
guglionesano.
Per quanto ciò sia sostanzialmente vero, tale giudizio, per non essere sommario, 
non può prescindere dalla diversità dei ruoli e delle responsabilità, di 
amministrazione e di controllo, delle parti in causa, altrimenti si corre il 
rischio di fare di ogni erba un fascio e di alimentare tra i concittadini 
l’avversione verso la politica in sé, foriera di gravi rischi per la stessa 
tenuta della democrazia.
A tal proposito suona particolarmente calzante un aforisma del grande Winston 
Churchill: “È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, 
eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora.â€.
D’altronde anche nelle democrazie maggioritarie l’esercizio del potere, 
indipendentemente da chi logora, hai dei doveri, tra cui in primis il rispetto 
dell’attività e del sindacato ispettivo della minoranza, le cui interrogazioni 
non si lasciano senza risposta per mesi se non anni.
Andando quindi al tema della politica e del bene comune, la questione che si 
pone, di fronte alla crescente sfiducia che sembra dominare ogni segmento della 
popolazione ed ogni ambito della vita quotidiana, è come sia possibile oggi, con 
tutte le difficoltà del momento, fare buona politica, ovvero una politica 
indirizzata al bene comune, che sappia pensare e proporre risposte alle sfide 
della crescita e del lavoro, che sappia favorire la buona amministrazione e la 
buona finanza, che sappia valorizzare e non mortificare le esperienze positive 
in atto, che sappia premiare l’intelligenza, le capacità ed il merito dei nostri 
giovani. 
La risposta non può essere in una formula, ma in un compito ed un lavoro 
comune! 
La politica locale si trova oggi ad affrontare una delle crisi peggiori del 
dopoguerra, che sta pesantemente colpendo non solo il livello economico e 
finanziario della nazione ma anche tutte le regole, le liturgie e le certezze 
del potere, a tutti i livelli istituzionali, facendole apparire improvvisamente 
vecchie e superate.
Per il ruolo ricoperto in Regione Molise ho il triste privilegio di presiedere i 
tavoli tecnici di esame congiunto delle domande di ammortizzatori sociali in 
deroga, oltre ad avere accesso alle banche dati dell’INPS con i numeri sempre 
aggiornati dei lavoratori sospesi ed espulsi, disponendo così di un osservatorio 
quotidiano delle dinamiche del mercato del lavoro.
La situazione è davvero drammatica!!! Siamo nel pieno della crisi, che non 
risparmia nessun settore, compreso il primario, quell’agricoltura così 
importante per tanti concittadini, senza nascondere che ci sono avvisaglie che 
la stessa FIAT di Termoli potrebbe a breve trovarsi in difficoltà. 
Nell’articolo del 5 aprile Cloridano Bellocchio ha posto la necessità di 
superare le vecchie contrapposizioni, di sostituire alla logica 
dell’amico/nemico il dialogo costruttivo tra opinioni diverse, di unirsi sul che 
fare.
Ritengo sia il caso di accettare la sfida, senza furbizie da politicanti, 
consapevoli che sono necessarie soluzioni nuove, sia per palese fallimento di 
quelle finora sperimentate sia per l’oggettiva complessità della crisi attuale, 
in un’ottica di sussidiarietà sia verticale che orizzontale. 
Gli ultimi vent’anni, al di là di riflessioni sulle responsabilità che potremmo 
in seguito serenamente affrontare, sono trascorsi nella delegittimazione 
reciproca, in una sorte di guerra civile a bassa intensità, mentre il paese, la 
regione, la nostra città cresceva poco o nulla, trovandoci indeboliti di fronte 
agli attacchi della speculazione finanziaria internazionale, figlia di una 
globalizzazione non intelligentemente governata.
In tutti questi anni l’attenzione è stata posta più sui contenitori (le 
alleanze) che sui contenuti (le politiche) e molti ne hanno approfittato 
utilizzando il potere più come investimento personale che come servizio alla 
comunità.
Ultimamente non si tratta di nascondere le proprie storie personali, fatte anche 
di appartenenza a partiti politici, ma di vivere tali appartenenze non come muri 
invalicabili ma come patrimonio di culture e sensibilità da condividere, a 
dispetto di ogni dualismo o manicheismo per cui il male è sempre da una parte e 
il bene sempre dall’altra.
Il Papa, nel discorso al Parlamento tedesco, ha indicato in “un cuore docileâ€, 
che sappia “rendere giustizia al popolo†e “distinguere il bene dal maleâ€, il 
tratto distintivo del politico.
Occorrono uomini e donne liberi e forti e con un cuore così per cimentarsi in 
quest’opera, perché solo una buona politica potrà evitare che si butti via il 
bambino (la democrazia) con l’acqua sporca (la cattiva politica).
Cordialmente
Vincenzo (Jimmy) Rossi
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