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		26/7/2012 ● Cultura
Dieci Pensieri per un’Italia diversa
 Filippo Salvatore ● 2056
  Filippo Salvatore ● 2056 
        
        1. Un sindaco da prendere come modello e da imitare. Gli impiegati comunali 
lavativi o corrotti del comune di Villafranca di Verona hanno la vita dura e i 
giorni contati. Il sindaco Mario Faccioli ne ha licenziato già 6 su due piedi, 
senza preavviso, usando norme presenti nel contratto nazionale. La sua tecnica è 
fare controlli incrociati,fornire i documenti necessari e agire immediatamente 
prima che i tribunali se ne immischino. Sarebbero tanti i miliardi che si 
risparmierebbero a livello nazionale se tutti i sindaci si comportassero come il 
Signor Faccioli.Purtroppo, volete scommettere, lo imiteranno solo alcune mosche 
bianche. Questa è la radice del cancro degli sprechi in Italia.
2. Conservative British Prime Minister Cameron is venting again his skepticism 
towards the European Union. Yesterday he stated: 'We are ready to leave the EU, 
but the time is not right yet, because it is not now what the majority of the 
people wants'. Hear, hear! Well, Mr Cameron, go ahead and good riddance. Britons 
are still longing after their lost empire and have remained just too 
insular-minded to be considered truly loyal Europeans.
3. L’italia deve far accettare l'idea degli eurobonds alla riunione dei capi di 
stato dell'eurozona, far valere che l'euro va protetto rafforzando i poteri 
della banca centrale europea, giocare di squadra con Francia e Spagna, e 
appoggiarsi alla solidarietà delle altre economie piu' piccole per isolare la 
Merkel. Se, proprio necessario, spingere la Germania a tornare all'uso del 
marco. Scoprirà allora che la sua solidità economica è solo apparente e non 
reggerà alla concorrenza internazionale. Il baricentro del potere economico deve 
spostarsi verso il Mediterraneo, se l'Europa vuole diventare veramente una 
federazione di stati. A questo punto della storia europea l'intransigenza e il 
nazionalismo della Germania sono il vero ostacolo da superare. (27 giugno)
4. If speculators at the City in London or at Wall Street in the USA want to 
intervene and dictate the measures to follow, Italian Super Mario( Monti) needs 
to remind his colleagues at the summit on June 28-29 that Britons and Amenicans 
do not belong to the Eurozone and should mind their own business, not control 
Europe's business. The Eurozone member countries are all in the same boat, 
whether they like to admit it or not. A recent study shows that if the Euro 
fails as the common currency, the downfalls for Germany, the strongest economy 
so far, will be awesome: a 10% reduction of its PIL and a 5 million unemployed 
working-force. A recession of gigantic proportions! (30 June)
5. POVERO MARE ITALIANO! Nel 2011 sono stati 13.149 i reati ambientali compiuti 
a danno del mare e delle coste italiane. Scarichi fognari non depurati, 
ingiustificate o illegali colate di cemento che deturpano le coste, rifiuti, 
privatizzazione del demanio e pesca illegale. La regione Campania, con 2.387 
reati pari al 18% del totale nazionale, è prima , con ben 5 reati ogni 
chilometro di costa.
Seguono la Sicilia, 1.981 infrazioni, Puglia e Calabria, rispettivamente con 
1.633 e 1.528 illegalità. In totale, per i crimini commessi ai danni del mare si 
contano 15.790 tra denunciati e arrestati e 3.870 sequestri. Questa la 
fotografia in "Mare Monstrum 2012", una mappa delle Forze dell’ordine e delle 
Capitanerie di porto presentata da Goletta Verde di Legambiente a Roma. (22 
giugno)
6. Il sorriso di un delfino, i colori dell'iride sull'ala di una farfalla, il 
sole nella sua scarlatta maestà al tramonto, sono equivalenti visivi dell’amore 
di una mamma per il proprio bambino o della bellezza immaginata da un amante 
della donna amata. (15 giugno)
7. Je ne partage pas ton opinion, mais je suis prêt à me battre jusqu'à la mort 
pour te donner le droit à l'exprimer. (Voltaire) Non condivido la tua opinione, 
ma sono pronto a battermi fino alla morte per darti il diritto a esprimerla. I 
do not share your opinion, but I am ready to fight till death to give you the 
right to express it. (13 giugno)
8. Questa è la vita dell'uomo: nove mesi passati nella puzza dell'utero materno, 
poi appena nato essere avvolto nelle fasce (in fasciola), continuamente 
sbaciucchiato (sbasciucchi), da chiunque capiti: con la pelle ricoperta dalle 
croste lattee (lattime), piangere a lungo e disperatamente (llagrimoni): poi 
cresciuto, essere tenuto al laccio con una cinghia per non cadere in terra 
quando s'impara a camminare, essere relegato dentro un girello (crino) con una 
vesticciola, un cercine (torcola) sul capo e un'imbragatura al posto dei 
calzoni. Poi comincia il tormento della scuola, imparare l'abbicci, essere 
frustato per punizione, tormentato dei geloni per il freddo, ammalarsi di 
rosolia, di scarlattina e di un accenno di vaiolo (vvormijjoni) e essere 
costretto a fare la cacca sul vasetto (la cacca a la ssediola). Poi viene il 
momento di lavorare (llarte), rispettare il digiuno[2], faticare per tirare 
avanti, pagare l'affitto (la piggione) di casa, andare in carcere, sopportare le 
angherie del governo, andare a finire in ospedale, essere assillato dai debiti e 
fare esperienze sessuali; sotto il sole in estate e sotto la neve d'inverno...Ma 
alla fine, che Dio ci benedica, finalmente arriva la Morte e tutto finisce 
nell'Inferno. ( Giuseppe Gioacchino Belli, versione in prosa del sonetto n. 781, 
La vita dell’uomo)
9. É l'assistenzialismo istituzionale e l'etica della raccomandazione che nega 
la società di diritto che va spazzata via. E non si scada nel fatalismo e nella 
rassegnazione, altrimenti continuerà a prevalere la logica degli sciacalli 
gattopardeschi. Siamo arrivati al cavo dell'onda morale ed economica in Italia ; 
chi troverà in sé l'energia per risalire fino alla cresta? Sia la crisi attuale 
l'occasione per una rigenerazione morale collettiva e non chiediamo agli altri 
di farlo al posto nostro. Ognuno di noi, convinciamoci, è protagonista, se lo 
vuole veramente, protagonista del proprio destino. Ma non basta solo dirlo, 
bisogna agire.
Il discorso dei partiti tradizionali, siano essi di destra, di centro e di 
sinistra, sa di rancido ed è espresso da persone che sono diventati politicanti 
(più che politici) di professione e sono sulla breccia da decenni. BASTA! C' è 
bisogno di idee nuove, espresse da gente nuova, da GIOVANI, per una nuova 
visione della gestione della cosa pubblica. É lo stato di diritto come base 
fondamentale del contratto sociale che DEVE DIVENTARE LA NORMA. Se questo 
avviene, TANTE COSE CAMBIERANNO per il meglio. Perché le cose sono arrivate al 
punto di degrado morale e amministrativo in cui ci troviamo? Perché è prevalso 
da decenni nell'esercizio del voto e del potere il DO UT DES . Questa è la 
radice del male che va estirpata.
10. Il vero tema della prossima campagna elettorale regionale nel Molise DEVE 
ESSERE questo: il MOLISE come regione a statuto ordinario merita di continuare a 
esistere istituzionalmente, oppure va (ri)aggregato all'Abruzzo, oppure alla 
Regione Adriatica ( Marche Abruzzo, Molise) - secondo la raccomandazione della 
Fondazione Agnelli - oppure ad uno degli 8 compartimenti, quello del Centro 
Italia (Lazio, Marche,Umbria, Abruzzi)? Sia il dibattito sull’avvenire 
istituzionale del piccolo Molise il punto di partenza per una VERA modifica 
istituzionale nazionale italiana, tanto necessaria.
