Aggiornato:
21/2/2013 ● Caro Direttore
Non è tempo di deleghe in bianco
Cloridano Bellocchio ● 1519
Caro Direttore,
l’intendo esplicito del mio intervento che lei ha titolato “il cuore del
problema” era mettere a confronto (con il metodo del dibattito pubblico) le
proposte politiche dei due candidati locali al consiglio regionale. Nel tentare
di formulare un giudizio mi sono dato dei criteri e li ho incrociati con le
informazioni che avevo ed ho a disposizione.
La presa di posizione del sig. Antonacci (che se ho ben capito dovrebbe essere
una risposta !!) certo non brilla per chiarezza e pacatezza. L’uso di toni
allusivi e, come al solito, della ritorsione dialettica hanno aggirato il
doveroso impegno di dare una risposta vera. Peggio per lui. Tuttavia, mi vedo
costretto ad insistere partendo dalle tre parole (territorio-coerenza-coraggio)
utilizzate da Antonacci per il proprio marketing elettorale. Offrendo qualche
particolare in più.
TERRITORIO.
- le ripetute proteste delle imprese insediate nell’area del Cosib che
denunciano la scarsa efficienza in materia di sicurezza, sorveglianza e costi
dei servizi;
- la forte critica del leader dell’UDC ( Velardi in presenza di Iorio) sulla
attuale governance del Cosib.
- la presa di posizione di Romano sul presunto conflitto d’interesse tra
politica e gestione tecnica,
- le posizione iper-critica delle minoranze in seno al Consiglio comunale di
Guglionesi,
- la negata partecipazione dei comuni di Montenero di Bisaccia e Montecilfone al
Cosib e la spaccatura in seno all’Unione dei Comuni, premessa del blocco di
iniziativa di quell’Ente.
L’opinione pubblica, ha preso conoscenza di questi datti attraverso i giornali e
le TV locali, mai smentiti. Evidentemente rappresentano una realtà molto diversa
da quella propagandata.
Cosa ci raccontano? Di una prassi informata ad un praticismo distante dalle
sfide cui è chiamato il territorio del Molise costiero. Ciò che accomuna i
protagonisti non è il colore politico ( da ciò l’uso del termine trasversalismo!).
Indubbi risultano i danni che stanno producendo al territorio ( per questo
insana) . Libero di confutare con argomentazioni contrarie verificabili. Pronto,
eventualmente, a prenderne atto. Altrimenti risulta inevitabile la domanda: chi
non ha saputo amministrare il territorio nella dimensione locale ed in quella
del comprensorio dell’ Unione dei Comuni-Termoli come potrebbe contribuire
positivamente al governo, molto più complicato, della regione?
L’onere della risposta spetta a chi chiede voti, non a chi lo deve accordare.
Quindi vorrei dire ( anche a taluni professorini prezzolati ed un pochino
sprovveduti !!) che risulta del tutto inutile tentare di ‘capovolgere la pizza’
parlando d’altro. Il giochino dallo stantio sapore nichilista che
l’interpretazione possa annullare la realtà, con me non attacca.
COERENZA:
Per un governante la misura della coerenza è data dal grado di coincidenza tra
il dire ( i propostiti programmatici annunciati) ed il fare ( l’attuazione
concreta). Tutto il resto è chiacchiera.
Vuota retorica ad uso del “politicismo di politicanti”. Naturalmente in
democrazia il giudizio finale è affidato al cittadino-elettore. Anche se non
voglio sottrarmi a fare un inciso: il popolo non sempre ha ragione. Come
mostrano le sacre scritture nella scelta tra Barabba e Gesù. Affermare che,
nonostante i tempi difficili per fedeltà ideologica si scende in campo con
CORAGGIO per cambiare dall’interno, oltre a risultare velleitario, non credo sia
un titolo di merito. Quel genere di cambiamento implica modifiche nella cultura
politica ( la visione del mondo) che in genere occorre anni per realizzarla. La
sede propria è quella dei partiti. Non la funzione legislativa della regione. E’
evidente che le ragioni sono altre.
SUL MORALISMO.
Non amo il moralismo. Conosco la fatica, quasi impossibile per l’uomo, della
coerenza. E la doppiezza congenita dei moralisti. Ma francamente nella vita ciò
che ho fatto, nessuno me lo ha regalato.
Ad eccezione dell’educazione che ho ricevuto che mi ha reso tenace e libero.
Anche di dissentire per non perdere la propria anima. La collaborazione
professionale in qualità di consulente/progettista
di sviluppo locale con diverse amministrazioni ed imprese, tra cui
l’amministrazione regionale non significa e non ha significato affatto ‘cambiare
casacca’. Si tratta di lavoro in cambio di una retribuzione economica. Tra
l’altro la teoria e la pratica dello sviluppo locale ha una chiara matrice di
centro sinistra, essendo nato negli anni di Prodi. E’ una metodologia che
combatte concretamente lo statalismo centralista, burocratico e clientelare.
Collaborare, quindi, su questi temi non solo non mi imbarazza ma risulta molto
stimolante e creativa. Ed è cosa di cui vado fiero.
Certe annotazioni evidenziano una concezione meschina ( la generosità a buon
mercato fatta con il denaro di tutti dal governante di turno che fa finta di
commuoversi …parlando con la “ gente ..pardon con-cittadini “ ), secondo la quale può lavorare solo il fidelizzato della
coalizione (o partito!!) di governo. Tuttavia nella mia non troppo lunga
esperienza in questa materia, devo aggiungere, che ho avuto modo di apprezzare
la delicatezza e la serenità di tanti amici amministratori ed in primis del
presidente Iorio, cui va tutta la mia stima sul piano umano). Mai nessuno mi ha
chiesto di abbandonare la mia libertà di scelta politico-elettorale. Etica
sconosciuta ‘ ai cortigiani prezzolati che, per il momento, giurano fedeltà
eterna ’, più realisti del re, fino a quando il re è vivo”. Peggio per loro e
per le loro ‘passioni tristi’.
Ma vorrei infine aggiungere un’ultima cosa. Non ho bisogno, per mia fortuna, di
coperture di convenienza. Faccio uno dei mestieri più belli del mondo.
Guadagnato a seguito di un impegno serio, rigoroso ed
appassionante. Senza scorciatoie cui hanno beneficiato i professionisti della
fedeltà (quelli pronti a saltare sempre sul carro del vincitore!!) . Questo mi
rende libero di giudicare e scegliere secondo scienza e coscienza. Non so se
altri ( che non possono fregiarsi del titolo di prof.) possono vantare la stessa
autonomia morale ed intellettuale. Quindi non sono un ‘riesumato’ ( qualcuno
forse non è accorto che non sono morto?). Come non sono uno che cambia casacca
(per il semplice motivo che le casacche le indossano i seguaci ed i gregari, ed
un mio difetto noto è quello di una certa repellenza ad assolvere a questi
ruoli). Ciononostante sarei pronto, invece, a cambiare idea ed a ri-cambiarla
fino a quanto avrò vita. Una volta verificato la eventuale inconsistenza di
essa. Negli anni, quanto non ancora c’era il PD sono stato tentato di
abbandonare. Diventando per una lunga fase ‘apolide’. Oggi le cose mi sembrano
più chiare. Molte cose sono cambiate nell’era Bersani.
Sta finendo un’epoca.
SUL DILEGGIO POLITICO.
Non frequento molto i social network. Non mi piacciono. Quindi, non mi interessa
e non so niente. Il dileggio politico è stata l’arma usata senza scrupoli da
molti avversari-nemici verso la mia persona.
Una vera e propria macchina del fango bi-colore, cui è salita una varia umanità
fatta di invidiosi e falliti organizzata contro. Quante persone, compreso chi se
ne lamenta oggi, ne hanno goduto giurando e
spergiurando che era tutto vero. Nonostante tutto continuo a preferire con
paziente attesa di aspettare sul greto del fiume. Il tempo è signore. Appartengo
a quella categoria di persona che non le manda a
dire. Punto e basta
SUL MANCATO COMPLETAMENTO DEL PALAZZETTO DELLO SPORT.
Ogni amministrazione può iniziare e completare tante opere. Ma nel caso di opere
in corso d’opera di solito per continuità istituzionale si cerca di completarle.
Bastava impegnare 10.000 euro per un mutuo quindicinnale. Ma ammesso per assurdo
la responsabilità della precedente amministrazione, perché non citate le opere
concluse e da voi solo inaugurate ( utilizzando spudoratamente scenografie da politicanti senza scrupoli) ed adesso mal utilizzate. Perché non citate i tanti
problemi essenziali risolti in via definitiva (rifiuti, sicurezza delle scuole,
intervento di ripristino ambientale, ecc). Si ereditano le cose completate e le
cose da completare. La scadenza elettorale non aspetta la conclusione delle
opere. La vera domanda semmai è : perché non è stata completata?
Il sig. Antonacci aveva la possibilità di chiarire con pacatezza la propria
proposta. Non l’ha fatto. Viene il sospetto che la ragione risiede nel fatto che
non esiste. Quindi è bene non votarlo. Non è tempo di deleghe in bianco.
