Aggiornato:
22/2/2013 ● Caro Direttore
I fatti come misura delle cose fatte e delle cose non fatte
Cloridano Bellocchio ● 1223
Caro direttore,
ci sarebbero molte obiezioni da fare alle parole in libertà cui ci ha abituato
Antonacci. Ma mi costringerei in un tecnicismo al momento inutile. Di fronte
alle domande risponde con altre domande. Per fortuna ci sono i fatti come misura delle cose fatte e cose non fatte.
A pensarci bene ha realizzato molte cose:
1. Il cinema-Teatro, la messa in sicurezza delle scuole ( quasi tutte),
l’impianto dei rifiuti. Senza le sue pratiche non esisterebbero;
2. La biblioteca, la sala multimediale, il museo civico, la pinacoteca (pardon…
i quadri avuti in donazione) dove non c’era bisogno di fare pratiche, funzionano
benissimo;
3. I percorsi naturalistici ( fonte nuova, colle di Sant’ Adamo, ecc) tenuti
molto bene.
4. Il cimitero ( con i nuovi loculi) e decoro urbano ( con le nuove pensiline e
le nuove panchine) ineccepibili.
5. I servizi comunali non c’è che dire. Quelli sociali: gli anziani, le
categorie protette, le famiglie in difficoltà , le spese di funzionamento delle
scuole. La soddisfazione è palpabile. Quelli inerenti la manutenzione del
territorio ( viabilità interna e rurale) verde pubblico, frane, ecc. Perfetti.
Ha ragione, senza i debiti lasciati dalla precedente amministrazione (che
dovrebbe chiedere scusa!!) chissà cosa avrebbero potuto fare.
Tutto vero. Il livore ideologico aveva prodotto un annebbiamento del ricordo.
Dopo la reprimenda tutto è riaffiorato nella memoria: che magnificenza questo
paese nell’era Antonacci-Lucarelli.
E’ evidente non siamo più di fronte ad un caso politico. Davvero non vale pena
perdere altro tempo. Quello che c’era da dire per il momento è stato detto.
