Aggiornato:
4/3/2013 ● Caro Direttore
Idee (nuove) ed uomini coraggiosi
Caro direttore
ho letto il suo intervento “ la foto elettorale … che ci consegna il rebus del
33% “. Un’analisi critica che sollecita riflessioni non di circostanza.
All’interno di uno scenario da tardo impero che ci squaderna la fine
(ingloriosa?) della cosiddetta 2° repubblica. Morta prematuramente perché
incapace di realizzare la mission per cui era nata : la costruzione di una
democrazia normale dove fosse possibile l’alternanza tra proposte diverse.
La pars destruens del bipolarismo muscolare (senza costrutto! ) imploso per
corruzione ci ha scaraventati in un caos che ha trascinato nella comune rovina
le classi dirigenti colpevoli di esserci acconciati sui partiti personali e
sull’autoreferenzialità degli apparati. Caos da cui occorrerà faticosamente
riemergere per ri-partire. Attraverso la costruzione di un nuovo ordine. Un
nuovo modello sociale inclusivo che sia più amico delle persone attraverso il
perseguimento del bene comune. Che rifiuta il feticismo del modello
individualistico-competitivo che ha drogato le coscienze dell’Italia ( e non
solo) ed anche la sinistra ( cosiddetta moderna!!) negli ultimi trent’anni. Ha
inquinato la politica riducendola ad attività di assalto lobbistico e
corporativo al bilancio statale che ha fatto esplodere il debito pubblico che
sta (con un prelievo fiscale insostenibile ed odiosa) dissanguando le famiglie,
i loro risparmi, le loro ambizioni. Che ci ha rubato il futuro. In particolare
delle nuove generazioni. Ma questo nuovo caos ( dentro cui c’è anche Guglionesi
del 2013), mi permetto di considerare, non viene espresso da quella fotografia:
un sistema politico locale “ diviso ordinatamente per treâ€. Cosa che in veritÃ
viene sottolineata anche nell’articolo. Ma che forse andrebbe integrata con
qualche approfondimento.
1. Sulla frantumazione del centro-destra non occorre aggiungere molte parole.
Una rottura maturata, per massima parte, a seguito della delusione sui metodi e
contenuti del governo locale. I risultati 2013 confermano una deriva di decadenza clamorosa ( per qualcuno inaspettata ?).
Saprà l’arcipelago del centro destra, in vista delle prossime elezioni,
ricomporre qualcosa che si avvicini al 33% ?
2. Sui grillini. La grande affermazione, anche a Guglionesi, partendo dal nulla
ci racconta di una porzione considerevole dell’elettorato che ha ritirato la
delega al sistema dei partiti.
Quindi alla democrazia dei partiti in nome di una democrazia dei cittadini. Un
movimento che rimette in discussione, sul piano metodologico, il principio di
rappresentanza a favore della partecipazione diretta. La società è cambiata e
con essa la domanda di decidere sulla propria vita. Il web, ( come per la
primavera araba?), è diventato il veicolo di un’agire comunicativo alimentato
dal dialogo consapevole tra pari. Alternativo al lessico specifico, sofisticato
quanto incomprensibile,del politichese. E dei professionisti che lo usano.
Mi vado persuadendo che ottenere una delega in bianco sarà sempre più
complicato. Pertanto i soggetti della politica, se vogliono sopravvivere, devono
rinnovare i luoghi ed i linguaggi della politica pensati per favorire una nuova
sintesi tra rappresentanza e partecipazione. Diversamente saranno destinati
all’estinzione.
La stanca ‘democrazia’ forse troverà nuova linfa immaginando e sperimentando
nuove modalità nel rapporto tra rappresentanti e rappresentati. In merito ai
contenuti, molte proposte risultano ragionevoli e condivisibili. Persino troppo
ragionevoli. Come il taglio delle indennità attraverso una semplice rinuncia
unilaterale dell’eletto. In barba ai tanti ‘profeti’ che annunciano ( per
prendere in giro il proprio elettorato?) proposte di leggi. O di quelli che
dicevano che la legge lo consentiva. Anche per questa area, però, la differenza
tra voti liberi ( politiche) e voti orientati sta indicare un potenziale, per il
momento, molto al di sotto del 33%.
3. La sinistra democratica. Sono d’accordo non si è mostrata “… in grado di
rappresentare tutto il pensiero che lo sostiene e lo vota (o lo voterebbe!).
Essendo l’unica componente della opposizione ufficiale ad essere presente nella
competizione poteva certamente aspirare a raggiungere quote più alte. Ma è
indubbio che il 33% in questo caso, oltre a risultare mediamente più alto di
quello nazionale e regionale, è rappresentativo di un raggruppamento omogeneo e
compatto che conserva un discreto prestigio. Circostanza questa che impegna la
sinistra democratica a farsi carico di una proposta di rinnovamento nei metodi e
nelle proposte. Rafforzare la propria attrattività nei riguardi di una
società che richiede risposte concrete ( recuperando fiducia) ed un
riconquistato senso comunitario ( abbandonando l’individualismo egoistico
nascosto sotto la coperta del partito e delle vecchie narrazioni ideologiche o
del popolo di amici ! ) utilizzato come risorsa per lo sviluppo. Con idee e
uomini che hanno la voglia di cambiare, per davvero, il passo della politica.
Quindi idee ( nuove) ed uomini coraggiosi. Vogliosi di rimboccarsi le maniche (
che non sempre sono identificabili nelle facce nuove!!) per riportare la
moralità pubblica e la competenza nella politica.
Post scriptum.
Dal blog ho appreso la notizia della revoca della delega di assessore al sig.
Villani. Sembra che la ragione sia legata al fatto che l’ex assessore non abbia
accordato la propria preferenza ad Antonacci. Mi auguro ( ma ne sono quasi sicuro!!) che non corrisponde al vero. Diversamente
per coerenza il sig. Antonacci dovrebbe per uniformità di comportamenti
dimissionare (anche !!) la popolazione. Data l’impossibilità potrebbe scegliere l’unica alternativa: dimettersi dalla carica
di Sindaco.
Il 33% si allontana sempre di più.