Aggiornato:
25/3/2013 ● Caro Direttore
La primavera guglionesana
Caro direttore,
in questa primavera guglionesana il dato di realtà si manifesta con questi
frammenti. Il commissariamento e la interruzione anticipata della legislatura
Antonacci-Lucarelli. Iniziata male ( legittimata da uno striminzito e discutibile 33%, avvocati a TAR permettendo) è finita peggio.
La dissociazione di 4 consiglieri di maggioranza ha dissolto l’amministrazione.
Le motivazioni vere ognuno delle parti in causa se lo riterrà opportuno le chiarirà . Come e quando vorrà .
Il cinema teatro chiuso temporaneamente. Uno dei contenitori culturali
progettati e realizzati come risorsa per lo sviluppo. Le casse del comune vuote.
La nuova amministrazione per chiudere in pareggio avrà bisogno di reperire nuove risorse correnti ( nonostante l’IMU ) per diverse
centinaia di migliaia di euro. Il sistema delle infrastrutture al semi-collasso.
E’ diventato un problema persino cambiare i vetri nelle finestre delle scuole.
Tentare di mettere ordine ( proponendo una chiave interpretativa) a questo caos
culturalmente e giornalisticamente risulterebbe di indubbia utilità .
Concorrerebbe ad evitare derive populiste (nuoviste?) alimentate dal ‘sono tutti
uguali’. Offrirebbe una base culturale per immaginare il profilo
dell’amministrazione necessaria per Guglionesi. Aiuterebbe il dibattito ad
uscire dalle secche del personalismo.
Ma paradossalmente, partendo dai risultati elettorali delle regionali, si è
voluto spostare l’attenzione su altro: la inadeguatezza dell’offerta politica
del PD viziata di continuismo o, peggio, di reducismo ( mi si passi il termine)
della sua dirigenza. Che avrebbe impedito il rinnovamento del personale
politico. ( Questa è, se ho ben capito, la tesi sostenuta!!).
E’ possibile che la dirigenza locale del PD, nella scelta dei candidati, abbia
informato il proprio agire alle paretiane azioni non-logiche. Ma la sensazione
che si ricava è che l’analisi svolta ( pur contenendo diverse intuizioni da
considerare come giusto ed onesto stimolo verso il rinnovamento ) sia viziata da
elementi di unilateralità . Utilizza una sola variabile: il tasso di novitÃ
(legato solo alla persona) per spiegare i risultati non esaltanti del PD.
Due domande allo scopo di produrre un dibattito che ci aiuti a capire.
1. Siamo sicuri che l’agire elettorale delle persone ( più o meno riunite in
società civile o opinione pubblica) è omogenea ed è riconducibile al solo
fattore novità ?
Si tratta (utilizzando la nota classificazione di Parisi-Pasquino) di un voto di
appartenenza, di opinione o di scambio?. Aprire un dibattito sulle motivazioni
profonde del voto locale uscendo finalmente dalle secche del paradigma personalistico ( che davvero è di ostacolo
al volare alto) risulterebbe utile anche per rinnovare la cultura politica che
muove la società civile ed i soggetti che si candidano a rappresentarla.
2. Siamo sicuri che le persone comuni provenienti dalla società civile, una
volta entrati nella stanza dei bottoni, offrano molte più garanzie sul piano
dell’onestà e della ricerca del bene comune rispetto a un politico di lungo corso ?
Assumendo il fatto che i giovani, per definizione, sono veicolo di cambiamento,
sul piano empirico l’essere nuovo o giovani non sempre è risultato foriero di
buoni risultati. La formazione della classe dirigente è cosa complessa. Che non si risolve operando il rinnovamento
nominalistico o individuando facce nuove ( come si dice oggi con certa volgaritÃ
semantica ). Si provi a guardare il tasso di rinnovamento dei consiglieri nelle elezioni comunali di Guglionesi nel 1998, del
2003 e del 2008. Le perfomance assicurate sono state tutte positive?
Nel 1° parlamento dell’era Berlusconi, come ricorda D’Alimonte, il ricambiò
interessò più della metà del Parlamento. E’ stato di qualità migliore o peggiore
di quello precedente? In Italia, dopo la scomparsa del PCI e della DC, non
esiste la formazione dei quadri e la pratica ad essa connessa : direttivo di
sezione- consigliere comunale- assessore-Sindaco. ecc. La politica nell’era del
realitysmo si è preferito rispondere alla crisi di consenso con un nuovo
personale che “ bucava lo schermoâ€, che risultava essere “il più bello del
reame†e cosi via. Oltre al gioco tattico delle alleanze contro. Nell’
affermarsi di questa deriva le colpe del PDS –( DS-MARGHERITA)-PD, sul piano storico, sono enormi.
Tornando a Guglionesi, a mio modesto avviso, la vera questione afferisce la
palude personalistica cui è sprofondata la classe dirigente (o presunta tale!!).
Una incontenibile rivalità personale è all’origine di una fenomenologia del
politico che ruota e si esaurisce in un asfissiante gioco tattico diretto alla
conquista della candidatura a Sindaco.
Da una parte, i numerosi novelli aspiranti, espertissimi nell’arte del sospetto,
della denigrazione personale, della furbizia tattica, non hanno mai ritenuto di
affiancare al proprio nome una proposta:
un’agenda per Guglionesi. Dall’altra, politici di lungo corso esperti nell’arte
dello sfascismo utilizzato al solo scopo di gridare che esistono.
La ‘cura del proprio particulare’ sembra costituire il dato culturale che li
accomuna. Che agisce come unica molla ed autentica forza della natura. Quindi,
ci si occupa della Polis solo se si è candidati a Sindaco. La rivalità personale
che ha sostituito il coraggio d’incrociare il reale e misurarsi con esso. Una
classe politica, dunque, che è parte del problema. Veicolo di negazione della
speranza verso un futuro migliore che va costruito a partire dal presente ( il
programma).
Caro Direttore, per queste ragioni io credo che la vera novità sarebbe quella di
costruire alleanze ( oltre la logica Berlusconi-Antiberlusconi) su una
idea/paese condivisa. Un’alleanza di programma composta da uomini coraggiosi ed
aperti alla speranza.
Dunque, prima il paese, poi la ditta. Solo alla fine il Sindaco. Scelto con il
metodo delle primarie. Cosa che il PD sta cercando di proporre e fare con
pazienza. Senza molto successo. Questa è la linea di servizio verso la comunitÃ
su cui sono impegnati i ‘soliti noti del PD’. Ai quali, posso assicurare,
interessa molto poco l’auto-candidatura. E soprattutto non vivono la politica
come occasione per emergere e soddisfare la incontinenza del proprio Io.
Ma nella società liquida, che ha sostituito alle grandi narrazioni
l’individualismo consumista ed acquisitivo , sembrerebbe che tali persone siano
anacronistiche. E, quindi, meglio rottamarle ( le persone trattate come oggetti
di consumo!). La moda ( che si nutre della novità ) impone facce nuove. Unico
rimedio alla noia, cui sono costrette le società alienate ridotte a folle
anonime e gregarie.
Il coraggio e la speranza notoriamente appartengono ai forti di spirito.
Saluti affettuosi.
Cloridano Bellocchio
Post scriptum
In questi giorni stiamo assistendo al primo tempo della tragedia ( la protesta
che non riesce ad evolvere in proposta!!) dei gregari che hanno scalato,
attraverso il web, i palazzi delle istituzioni democratiche. Speriamo di non
diventare testimoni di un tempo da grande fratello di Orwelliana memoria.