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		5/4/2013 ● Cultura
Guglionesi al futuro: idee e obiettivi per una Comunità più unita
  Pietro Di Tomaso ● 1529 
        
        <<Penso che la cosa più eccitante, creativa e fiduciosa nell’azione umana 
sia precisamente il disaccordo, lo scontro tra diverse opinioni, tra diverse 
visioni del giusto, dell’ingiusto, e così via>> (Zygmunt Bauman).
E’ indispensabile per una Collettività avere una meta, degli obiettivi da 
raggiungere in virtù dei quali mobilitare energie e risorse. Purtroppo, in 
particolare nel Centro-Sud, c’è la diffusione di una cultura fatta di 
individualismo esasperato e quindi il più delle volte non si riesce a fare ‘sistema’. 
Tuttavia, una Comunità più unita dovrebbe essere uno degli obiettivi per 
chiunque aspiri – come nel caso di Guglionesi – ad amministrare la cittadina.
Fatta questa premessa, desidero riprendere il discorso iniziato in un precedente 
intervento finalizzato ad indicare alcune idee e non ricette già pronte. 
Ovviamente, le forze politiche e/o le associazioni locali hanno il compito di 
trasformare le stesse idee, qualora condivise, in progetti, rendendo espliciti 
gli obiettivi, il valore aggiunto per la Comunità e la sostenibilità dal punto 
di vista economico.
<<Un Albergo diffuso – ha dichiarato il prof. Giancarlo Dall’Ara, 
l’ideatore del modello AD, su ‘In Evidenza, Nuovi Turismi, Turismo sostenibile’ 
– è a tutti gli effetti un piccolo volano di sviluppo perché genera filiere, 
reti. Reti tra proprietari di case, tra piccoli produttori locali, reti con il 
volontariato, con l’Ente Locale, con il museo del territorio ecc. Se si vuole 
vendere l’autenticità, questa è la strada. Prodotti locali, prodotti tipici… a 
differenza delle proposte extralberghiere, la stagionalità è molto ampia. Il 90% 
degli Alberghi diffusi conta su una apertura annuale, mentre le case per turisti 
faticano a fare tre mesi di stagione (…). Un AD è gestito come una impresa e può 
contare su un motore commerciale proprio…>>. “ La Regione Molise (POR Molise 
Asse IV – Par.4.4.3) per lo sviluppo strategico del sistema turistico ha inteso 
favorire i Progetti Integrati Territoriali (PIT) al fine di promuovere le 
attività connesse al patrimonio culturale e naturale, ad incentivare l’uso 
sostenibile delle risorse naturali e a incoraggiare il turismo sostenibile. I 
PIT potranno prevedere, inoltre, interventi per lo sviluppo di un’offerta di 
turismo di qualità e per la promozione dell’immagine del proprio territorio e 
del relativo comparto turistico, finalizzati a sostenere: le iniziative centrate 
sulla ricettività diffusa (Albergo diffuso… microricettività)…; le iniziative di 
marketing territoriale collegate agli interventi promossi all’interno di un PIT”. 
Attualmente nel Molise ci sono quattro Alberghi diffusi (a Termoli uno); a 
Riccia il Comune sta portando avanti con successo un progetto di Albergo diffuso 
nella declinazione afferente al turismo sociosanitario.
“Che la rinascita italiana debba puntare sull’esistente lo dicono anche 
trentenni ecosensibili e esperti di nuove tecnologie come Daniela Galvani e 
Andrea Sesta, architetto e ingegnere del web. Sono loro gli ideatori della 
startup Impossible Living (impossibleliving.com), progetto online per 
‘riattivare’ gli edifici abbandonati collegando associazioni territoriali, 
gruppi, amministrazioni e imprenditori attraverso il crowdsourcing” (Leonora 
Sartori su Repubblica).
Certo, i posti di lavoro vengono anche da giovani talenti che danno vita a 
imprese ‘startup’, cioè imprese innovative, con alto contenuto di tecnologie 
avanzate. “La settimana scorsa – ci informa Federico Rampini su 
Repubblica del 4 aprile – l’editorialista del New York Times Thomas Friedman 
ha scritto una ‘column’ intitolata: ‘Vuoi un posto di lavoro? Inventatelo’. Se 
questo slogan vale per gli Stati Uniti, che sono usciti dalla recessione due 
anni fa e dove la disoccupazione giovanile è metà della nostra, figurarsi in 
Italia (…). Molti giovani italiani sono arrivati a questa conclusione e ci 
stanno provando. Spesso con successo. Dove per successo s’intende: aver fallito 
varie volte, aver continuato a tentare pervicacemente, fino a farcela superando 
mille ostacoli”. Un po’ di ottimismo, dunque.
