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18/6/2013 ● Caro Direttore
Quel risultato non aiuterà Guglionesi a svoltare decisamente verso il cambiamento
Caro direttore,
sono trascorse poco più di due settimane dalle elezioni comunali. Quel
risultato, ne rimango convinto, non aiuterà Guglionesi ed il territorio a
svoltare decisamente verso il cambiamento necessario.
Sulla ( presunta!!) ragione della sconfitta di Unità Democratica.
Diverse persone sembrano avere idee chiare e distinte. Con una sentenza senza
appello hanno individuato il colpevole unico. Leggendo con attenzione le loro
argomentazioni l’impressione che si ricava è che ignorano la natura (
indubbiamente) plurale delle motivazioni che hanno mosso le persone in carne ed
ossa. Quindi, le raggruppano ‘teleologicamente’ in una causa unica.
Un’operazione mentale ( pura astrazione) che ignora un dato elementare di
realtà: esse non sono affatto aggregabili.
Infatti, mentre alcune sono espressione di buona fede e per questo vanno
rispettate. Altre, per contro, risultano essere altra cosa. L’affermazione che “
il voto del popolo va sempre rispettato” è talmente scontato che non merita
altro commento. Chi conosce la storia ( non le verità storiche che sono altra
cosa!!) dovrebbe evitare simili banalità. Ne deriva un forte sospetto. La
funzione giustificatrice dei comportamenti contraddittori di taluni sostenitori
del rinnovamento ( quale?). I quali incapaci di organizzare e di organizzarsi (
qualche amante di storia ci racconti la cronaca delle ragioni che hanno portato
al fallimento delle ipotesi di terze e quarte liste!! o delle strane convergenze
) sono ricorsi al facile tatticismo del tanto peggio tanto meglio. Costruire è
altra cosa. Più Faticosa, Più creativa. Più coraggiosa. Altro che rinnovamento
!!.
Il paradigma personalistico come surrogato della perdita dell’ideologia
Da anni ( almeno venti o forse più per qualcuno !!) c’è stato chi ha ridotto la
lotta politica a confronto personalistico amico-nemico. Inoculando forti dosi di
veleni all’interno della politica locale. Ponendo se stesso, ovviamente, dalla
parte della ragione. Negando l’evidenza. Nutrendosi di teorie ( scuse) fumose ed
a-politiche. L’esatto contrario della logica democratica che si basa sul
confronto pubblico. Mite, pacifico e trasparente tra diverse idee di bene comune
e di società. Per questa ragione elementare le assimilazioni improbabili tra la
polis e la banda musicale sono il frutto di abitudini confusionarie (non solo
terminologiche) e di stanchi moralismi tipici di chi parla bene e razzola male.
E di antichi rancori verso…..
Le argomentazioni scelte. Il gusto della mistificazione denigratoria e dello
sputare sentenze. La rimozione di qualsiasi dato della realtà . Forzature e
chiacchiere elaborate ad uso e consumo dell’auto-esaltazione e
dell’auto-conferma ( della serie l’avevo detto io). Oltre a confermare il domino
del paradigma personalistico, sembrano riportarci indietro di una trentina di
anni fa.
Peccato ( lo dico sinceramente) non vedo innovazione nelle idee e nei metodi di
tanti di questi ‘giudici’ dalle idee chiare. Un impasto unito dall’unica
motivazione: “essere contro qualcuno”. Ma divisi su tutto il resto.
Un parlare ed un fare che ci squadernano le ‘debolezze spirituali’ ( mi si passi
il termine) della crisi della politica. In particolare della crisi della
sinistra.
O, per meglio dire, di quella che una volta ( fino all’89) era la sinistra, la
sua base sociale e la sua classe dirigente. Ormai abitata anche ( almeno
formalmente) da sinistri individui ( appartenenti prevalentemente ad un piccola
borghesia provinciale lontanissima dall’impegno per il bene comune ) dispersi e
gettati nel presente consumista. Un mondo liquido, senza memoria e senza futuro.
In preda all’impazzimento consumista ed edonista. Figli della cultura della
cooptazione di chi si nutre, ancora, delle lotte da comitati agitprop spacciate
per lotte-per-i-diritti. O di chi non sa far altro che pensare il mondo
guardandolo dal buco della serratura della sua mente malata di solipsismo. O,
ancora, di chi frustrato nelle aspirazioni individua il colpevole nella solita
…. mente diabolica. Ed infine di chi dice bugie sapendo di mentire.
Tralasciando, per il momento ( ma solo per il momento) , gli ‘storici’ che non
sanno nulla di storia o di storiografia ( conoscendo solo qualche notizia
ricavata dai manuali di Liceo) ed i ‘romanzieri’ che ignorano, persino, la
correttezza espositiva e formale. Per non dire altro. Siamo alla fenomenologia
della lotta interna tra un gruppo di aspiranti che si interpreta come classe
dirigente. Ma lontana, lontanissima dall’impegno per ‘più paese, più comunità’
come possibile uscita da sinistra dalla crisi economico-finanziaria.
Conquistati dall’individualismo egoistico ( vero principio unico) causa e scopo
della loro esistenza passano il loro tempo nel tentativo di soddisfare
esclusivamente le loro ambizioni. Il resto è noia ( parafrasando una canzone
nota). Ecco la causa originaria del tanto peggio, tanto meglio. Del silenzio
quinquennale rispetto una deriva di abbandono cui la nostra comunità si è
incamminata senza resistenze. Del sono tutti uguali che ricorda la notte in cui
tutte le vacche sono nere. Individui-soli di fronte ai quali non ci si sente
vecchi (conoscendo la loro età e la obsolescenza della loro cultura politica) o
superati ( sapendo da cosa sono mossi). Semmai ci si sente inattuali.
Recuperare il primato della Polis sull’Oikos.
Rimanendo con i piedi per terra ( evitando ‘fughe romantiche’ di ex-sognatori
,dalle passioni tristi, che non riescono a fare i conti con se stessi e le
smentite della storia) è evidente che occorre un rinnovamento innanzitutto
culturale. Il quale deve passare attraverso l’abbandono del personalismo ed il
recupero del concetto di politica come impegno a costruire il bene comune (
recuperando il valore del comunitarismo e degli interessi generali).
Per fare questo occorre ri-partire da due cose. La prima: recuperare la
distinzione tra il concetto di Polis ( lo spazio comune e la sua qualità ) ed il
concetto di Oikos ( lo spazio privato e la cura esclusiva del proprio utile da
cercarsi all’interno della coppia mercato-meritocrazia e delle regole del
diritto e farla finita con il familismo amorale, la raccomandazione, il
corporativismo, l’individualismo-egoistico ( espressioni del particolarismo). La
seconda: assumere il primato della Polis come centro dell’interesse esclusivo
della politica. La partita del rinnovamento della classe dirigente si gioca su
questo terreno.
Il valore inalienabile della libertà individuale: base di un nuovo soggetto
politico.
Ognuno nella sua libertà ha il diritto di organizzare la propria esistenza come
crede. Ed il rispetto della persona e di questo principio viene prima di ogni
altra considerazione. I negatori di questo principio sono fuori dalla civiltà
democratica e dello stato di diritto. Ma per fare questo occorre rinunciare alla
doppia morale. Rinuncia che solo chi è libero, davvero libero, può fare
E’ evidente che dopo quello che è successo occorre lavorare a costruire un
soggetto politico nuovo. Capace di rompere definitivamente con vecchie
‘somiglianze di famiglia’. Un nuovo soggetto espressione di un blocco sociale e
culturale incardinato attorno a ‘più paese’ e ‘più comunità’. Che vada oltre i
metodi distruttivi di certe visioni fuori dal tempo. Ricominciando, magari, dal
47%.
POST SCRIPTUM:
Sulla piccola,borghesia meridionale
“Pur avendo … una laurea o un diploma i piccoli borghesi del Sud non erano
affatto persone colte; se lo fossero state si sarebbero forse condotti in modo
differente. Non avrebbero certamente sfruttato una situazione così precaria
proprio a discapito dei loro concittadini più umili. Non si sarebbero certo
accontentati di sfruttare una società così “disgraziata”, da cui avrebbero
potuto trarre molti vantaggi solo se avessero cooperato per elevarne gli enormi
potenziali di sviluppo. “Andate un pomeriggio d’estate in uno di quei ( …… ) ,
in cui si raccoglie il fior fiore della poltroneria paesana; ascoltate per
qualche ora conversare quella gente corpulenta, dagli occhi spenti, dalla voce
fessa, mezzo sbracata, grossolana e volgare nelle parole e negli atti, badate
alle scempiaggini, ai non sensi, alle irrealtà di cui sono infarciti i discorsi.
E abbiate il coraggio di dire che i meridionali sono intelligenti! “
Salvemini”