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		23/7/2013 ● Scuola
Stabilizzazione precari della scuola: la vertenza rimessa alla Corte di giustizia europea
  Sergio Sorella ● 1470 
        
        Negli anni scorsi la FLC CGIL Molise ha promosso oltre 250 ricorsi per 
chiedere il riconoscimento dei diritti dei lavoratori precari dei comparti della 
conoscenza con rapporto di lavoro a tempo determinato che da 3 anni (36 mesi) 
occupano posti liberi ed hanno i requisiti previsti per l'accesso al pubblico 
impiego (ad es. l'abilitazione per i docenti di scuola). Per queste ragioni si è 
chiesto la trasformazione a tempo indeterminato del contratto di lavoro, 
rifacendosi a norme europee.
E’ iniziato un contenzioso con diversi pronunciamenti che, nella stragrande 
maggioranza dei casi, hanno dato ragione, in primo grado, ai lavoratori precari. 
Ora, la Corte Costituzionale con l'ordinanza n. 207 del 2013 ha rinviato alla 
Corte di giustizia dell’Unione Europea, la decisione sulla stabilizzazione dei 
precari della scuola. I lavoratori con contratti a tempo determinato superiore a 
36 mesi che hanno presentato ricorso vedranno, quindi, la definizione 
dell'annosa vertenza con una pronuncia della Corte di giustizia europea.
In particolare la Corte Costituzionale ha chiesto alla Corte di giustizia se la 
reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi su posti liberi, 
anche se motivate con esigenze di riorganizzazione del sistema scolastico, siano 
compatibili con la Direttiva europea (si tratta della clausola 5, punto 1 
dell'Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, allegato alla Direttiva del 
Consiglio n. 1999/70/CE), che invece la vieta.
La Corte Costituzionale, rinviando alla Corte di giustizia europea, fa risaltare 
le manchevolezze dei governi che da decenni sfruttano il lavoro di docenti e ATA 
costringendoli a condizioni di incertezza assoluta, nonostante i posti liberi. 
La giurisprudenza europea condanna, ormai da tempo, il ricorso a contratti a 
tempo determinato non per esigenze temporanee, ma per coprire buchi di organico.
Nei ricorsi che ha promosso la FLC C Molise si è chiesto anche il riconoscimento 
degli scatti di anzianità e il risarcimento del danno perché i lavoratori hanno 
subìto ingiustamente una condizione di lavoro e un trattamento peggiore di 
quelli spettati. In sostanza il riconoscimento della paritĂ  di trattamento 
economico (anzianitĂ  e fasce retributive) tra personale a tempo indeterminato e 
a tempo determinato, secondo il principio: a paritĂ  di lavoro ci deve essere la 
stessa retribuzione.
La vertenza è stata avviata all'indomani dell'approvazione della legge 183/2010 
(Collegato lavoro) che ha imposto un termine di 60 giorni all'impugnazione dei 
contratti. Il tentativo era quello di sbarrare la strada ai ricorsi. Tentativo 
non riuscito, visto che la Corte Costituzionale è intervenuta autorevolmente.
