Aggiornato:
20/8/2013 ● Caro Direttore
In democrazia l'opposizione controlla, critica e propone...
Caro direttore,
mi vedo costretto ancora una volta a ribadire alcuni concetti
elementari per chi ha un pochino di confidenza ( diciamo così) con le
regole della democrazia.
Nelle elezioni chi vince governa. Quindi è chiamato ad offrire
soluzioni, reperisce risorse, creare le condizioni per aiutare lo
sviluppo della comunitĂ , creare opportunitĂ , ecc nel rispetto
rigoroso delle leggi. Chi le perde fa opposizione. Controlla, critica
e propone. Cercando di fare in modo che la parte di opinione pubblica
che rappresenta abbia una voce. Nel caso nostro si tratta del 48%.
Ora, il sottoscritto sa benissimo nella vita privata cosa vuol dire
impegno e lavoro. Avendo ricevuto una educazione e vissuto in una
famiglia dove il lavoro era davvero l’unica risorsa per vivere e
realizzare le proprie aspirazioni.
Questa visione è assolutamente compatibile con lo svolgimento, senza
vincoli di mandato, del proprio ruolo di capo della minoranza.
Utilizzando la trasparenza come metodo irrinunciabile.
Questo senza pensare ai risultati elettorali. Ma avendo a cuore la
vita del paese. Come dovrebbe fare sempre la politica. Quella buona.
Quindi, nei primi cento giorni della nuova amministrazione abbiamo
sostenuto certe posizioni. Abbiamo denunciato lo stato di abbandono in
cui versa buona parte del paese. Coerentemente con il programma e
l’idea di amministrazione che abbiamo noi di Unità democratica per
Guglionesi. Non abbiamo nessuna intenzione di cambiare stile.
L’obiettivo e la speranza? che la maggioranza intervenga per
risolvere le gravi questioni evidenziate. Punto e basta.
Invece dobbiamo constatare che ancora una volta, invece di parlare dei
problemi, si preferisce l’attacco alle persone. Con allusioni
maliziose sul loro stile, sulla loro onesta intellettuale. Persino
sulla professione. Ed allora senza reticenze o autocensure è venuto
il momento di porre alcune domande:
1. se uno fa parte di una lista risultata sconfitta nelle due ultime
elezioni comunali dovrebbe ridursi al silenzio o all’autocensura?
2. Per contro, il fatto che una persona abbia preso molti consensi (
da chi, per chi e per che cosa ?) ha il diritto di fare o di non fare
quello che vuole.
3. Oppure tutto ciò che il vincitore decide ( o non decide) diventa
insindacabile perché il 52% dell’elettorato lo ha votato?
Il dialogo istituzionale si fa all’interno delle regole che la legge
mette a disposizione degli eletti. Non con le telefonate private. Si
utilizzino le commissioni consiliari ( come abbiamo chiesto senza
ottenere nulla sulla pianificazione urbana). Forse eviteremo di
ricorrere anche alla stampa.
Nel frattempo risolvete i problemi evidenziati. Sempre se i vostri
occhi vedono quello che vedono i nostri. Diversamente ognuno per la
propria strada. E speriamo che alla fine sia il paese a vincere.
Post scriptum
All’amico Gianfranco ( come chiamarlo il dottore commercialista ?)
consiglio di evitare certe derive retoriche e certe argomentazioni.
Saper usare le parole ed i pensieri è un’arte che richiede
sacrifici, studi impegnativi, ed impegno costante. La smettesse di
presentarsi come l’unico che lavora in questo paese. Della sua
bonomia non nutro dubbi. Ma la politica è altra cosa.
Per quanto mi riguarda le motivazioni che mi spingono a fare politica
non sono estemporanee. Per cui fino a quanto avrò delle idee per cui
vale la pena battersi , consensi o non consensi, continuerò il mio
impegno politico senza chiedere ( famiglia permettendo) il permesso a
nessuno.