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		21/1/2014 ● Politica
Amministrazioni pubbliche elettive, da 5 a 4 gli anni del mandato elettivo?
 Redazione FPW ● 1513
  Redazione FPW ● 1513 
        
        Il “ciclone Renzi” ha portato il dibattito politico italiano, ma anche un 
qualificato interesse culturale su scala internazionale, a riflettere 
profondamente sull’innovazione dello Stato. 
Gli argomenti sul tavolo della dialettica politica di questi giorni hanno un 
forte riscontro sull’opinione pubblica, alla quale poco interessa chi vincerà la 
prossima 
tornata elettorale. Piuttosto, da ogni ambito, si tende alla concreta garanzia 
di una stabilità governativa, sulla base dell’efficienza amministrativa.
Da qualche decennio, ad ogni livello di pubblica amministrazione di origine 
elettiva (aggiungendo nel contesto elettivo anche la funzione legislativa), si 
registra un’evidente fatica nel completare con energia produttiva il mandato 
elettorale sulla base dei 5 anni, per varie ragioni legate alle dinamiche politiche, 
espressioni di coalizioni dove convivono (non di rado anche all’interno di 
partiti maggioritari per definizione a vocazione aggregante!) anime eterogenee, 
spesso vincolate da un patto elettorale anziché da una seria condivisione degli 
obiettivi politici, sociali e culturali.
Come per tante democrazie moderne al mondo, la soluzione dei 4 anni alla 
periodicitĂ  amministrativa forse restituirebbe, anche alla politica italiana, 
una certa serenitĂ  amministrativa, oltre ad incentivare ragionevolmente i 
processi di ricambio generazionale della classe dirigente come atto di 
trasparenza nella gestione collettiva del bene comune, confermando alla politica 
la dignitĂ  di partecipazione rigenerativa.
